Colonscopia di qualità per lo screening di prevenzione del cancro del colon-retto

Colonscopia di qualità per lo screening di prevenzione del cancro del colon-retto

Editato da: Monica Fato il 24/06/2022

La colonscopia è una metodica molto complessa, la cui procedura deve essere opportunamente illustrata al paziente prima dell’esecuzione. Diverse Società Scientifiche si sono espresse in merito indicatori di qualità di esecuzione e refertazione di questo esame. Il Dott. Luciano Corazza, specialista in Gastroenterologia, mette in luce quali siano le indicazioni da eseguire

La neoplasia del colon retto rappresenta in Italia la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne con circa 49000 nuove diagnosi nel 2019.

I programmi di screening prevedono ricerca del sangue occulto fecale preferibilmente con test immunochimico FIT ed in caso di positività esecuzione di colonscopia come esame di approfondimento.

La colonscopia è una metodica efficace diagnostica, perché prevede l’esplorazione nel colon nella sua totalità, ma anche terapeutica, perché consente di rimuovere eventuali polipi riscontrati in corso dell’esame.

La colonscopia è una procedura tecnicamente complessa e, in relazione agli obiettivi di prevenzione e terapia richiede che venga eseguita secondo indici di qualità per evitare ai pazienti danni diretti come eccesso di sedazione, perforazione, sanguinamenti e mancata/errata diagnosi di neoplasie oppure danni indiretti derivanti da scorrette indicazioni terapeutiche di lesioni riscontrate.

Varie Società Scientifiche hanno individuato indicatori di qualità di esecuzione e refertazione della colonscopia di screening per ottenere risultati ottimali in termini diagnostici e terapeutici:

  • Anagrafica paziente
  • Adeguato Consenso informato alla procedura firmato dal paziente. Il paziente deve essere informato su come si esegue la colonscopia, sulle norme di preparazione, sui rischi e i benefici sulla facoltà di ritirare il consenso precedentemente prestato in fase di esecuzione della colonscopia e sulla possibilità di eventi avversi.
  • Data di esecuzione della colonscopia
  • Numero colonscopia
  • Nome dell’Endoscopista e Staff infermieristico che eseguono la procedura.

Indicare esperienza del medico che esegue la colonscopia. Consigliato standard minimo di esperienza lavorativa e numero di procedure endoscopiche eseguite (almeno 150 colonscopie l’anno) 

  • Nome dell’Anestesista se presente.
  • Strumentazione endoscopica utilizzata
  • Tipologia lavaggio/Disinfezione strumentazione endoscopica utilizzata
  • Comorbidità del paziente, terapie farmacologiche, interventi chirurgici pregressi

Eventuale score ASA, presenza di pace maker, allergie a farmaci, emocoagulopatie, assunzione di antiaggreganti piastrinici o anticoagulanti, Peso Kg.Altezza, Patologie e farmaci assunti.

  • Sintomatologia riferita
  • Indicazione alla procedura

1° colonscopia, follow up, Indicazione a polipectomia non eseguita in precedente colonscopia, etc.

  • Sedazione, analgesia, anestesia, farmaci somministrati e confort.
    Indicare se la Procedura è eseguita in assenza di sedazione o analgesia, in sedo-analgesia cosciente, con Profopol oppure in anestesia generale. Presenza di Anestesista, dosaggio dei farmaci. Meno del 1% dei pazienti dovrebbe diventare ipossico per più di 30 secondi o richiedere la somministrazione di antagonisti di farmaci sedativi somministrati. Registrare valutazione del confort del paziente durante la procedura.
  • Note di esecuzione:

*Regime di preparazione intestinale, timing eseguito, riferita tollerabilità, qualità rilevata.                                                                                                                                              

 Grado di pulizia intestinale rilevato. Utilizzare Scala di Boston o di Ottawa come indicatori di qualità. Almeno il 90% degli esami dovrebbe avere un grado di pulizia adeguato o livello superiore.

*Percentuale di intubazione del cieco. Raccomandato raggiungimento del cieco, inteso come profonda intubazione visualizzando l’orifizio appendicolare, minimo del 90% delle colonscopie eseguite. L’orifizio appendicolare e la valvola ileo ciecale dovrebbero essere fotografati. Indicare le ragioni di eventuale mancato raggiungimento del cieco e durata della intubazione sino alla sede raggiunta.

*Tempo di retrazione. Registrare in uscita il tempo di retrazione del colonscopio non   

inferiore a 7/8 minuti nel 90% delle pancolonscopie diagnostiche.

*Monitoraggio di saturazione O2, frequenza cardiaca, PAO

 *Documentazione fotografica o filmati tratti esplorati e lesioni rilevate (almeno nove

immagini comprensive di retrovisione del retto).

*Eventuale utilizzo insufflatore di CO2 

  • Refertazione con indicazione di:

*Individuazione adenomi e neoplasie

Registrare numero, tipologia, sede di lesioni riscontrate. Mediamente andrebbero individuati    

adenomi in più del 25% negli uomini e 15% nelle donne sottoposte a colonscopia di screening.

*Recupero polipi

Registrare numero dei polipi rimossi e recuperati con standard minimo del 90% dei polipi resecati.

*Riferimento polipi non rimuovibili

La non rimozione di polipi per dimensioni o diverse motivazioni in corso della colonscopia va  

registrata ed il loro trattamento differito ad una sessione endoscopica dedicata oppure ad un

centro di endoscopia o chirurgia di riferimento. Prendere nota delle lesioni benigne presenti mandate a resezione chirurgica.

*Tatuaggio polipi sospetti di malignità o lesioni neoplastiche   

*Gestione lesioni rilevate

Indicare sede delle lesioni, dimensioni, morfologia, pattern vascolare, diagnosi endoscopica,

procedure endoscopiche eseguite, polipectomie, biopsie, tatuaggio, etc., successo e complicazioni   

per lesione rimossa, setting diatermico eventualmente eseguito, diagnosi istologica finale.    

*Registrazione eventi avversi precoci e tardivi

Registrare le complicanze correlate alla colonscopia inclusi i ricoveri ospedalieri. Meno del 5% dei

sanguinamenti dovrebbero richiedere un intervento chirurgico e meno di 1:1000 delle

colonscopie eseguite siano complicate da una perforazione che necessiti intervento chirurgico in

urgenza. È necessario registrare gli episodi di sanguinamento che necessitano di un trattamento endoscopico.

  • Conclusioni, Raccomandazioni, Indicazioni di sorveglianza e follow up.
  • Consigli post procedurali

     Indicare tempistica ripresa di eventuale terapia anticoagulante, antiaggregante piastrinica,

     alimentazione, guida di autoveicoli etc.

Gastroenterologia a Matera