Come trattare le valvulopatie: scopri tutte le opzioni, dai farmaci alla chirurgia

Pubblicato il: 03/10/2024 Editato da: Vittoria Marcucci il 03/10/2024

Hai ricevuto una diagnosi di valvulopatia o pensi di soffrirne? Sappi che oggi esistono diverse soluzioni, sia chirurgiche che non chirurgiche, per trattare questa condizione cardiaca. L'importante è agire tempestivamente e conoscere le opzioni disponibili. In questo articolo, ti guiderò attraverso i principali trattamenti, spiegando quando è necessario un intervento e quali sono le terapie più indicate per ogni situazione

Che cos’è una valvulopatia?

Una valvulopatia è una malattia che interessa una o più valvole del cuore. Le valvole cardiache, che garantiscono il corretto flusso sanguigno, possono subire un'alterazione nella loro funzionalità a causa di fattori congeniti, invecchiamento, infezioni o altre malattie. Le principali valvulopatie sono:

  • Stenosi: quando una valvola diventa rigida e non si apre completamente, creando un’ostruzione al passaggio di sangue.
  • Insufficienza: quando una valvola non si chiude correttamente e provoca un reflusso di sangue.

A seconda della gravità della condizione e del tipo di valvola coinvolta (aortica, mitrale, tricuspide o polmonare), si possono adottare approcci diversi per il trattamento.

Quando è necessario trattare una valvulopatia?

Non tutte le valvulopatie richiedono un intervento immediato. In molti casi, i pazienti vengono monitorati con esami periodici per controllare l’evoluzione della patologia (cosiddetto follow-up). Tuttavia, quando la valvulopatia diventa sintomatica (mancanza di fiato, affaticamento, dolore toracico o svenimenti), oppure gli esami strumentali evidenziano determinati segnali d’allarme, è fondamentale agire. Un ritardo nel trattamento potrebbe compromettere il funzionamento del cuore e, in alcuni casi, mettere a rischio la vita del paziente.


Farmacoterapia

In alcune situazioni, specialmente nei casi lievi o in pazienti con patologie che controindicano la chirurgia, il trattamento farmacologico può aiutare a gestire i sintomi della valvulopatia. I farmaci più utilizzati includono:

  • Diuretici: riducono il carico di lavoro del cuore eliminando l'eccesso di liquidi.
  • Betabloccanti e ACE-inibitori: aiutano a migliorare la funzione cardiaca riducendo la pressione arteriosa e il carico sul cuore.

Tuttavia, è importante ricordare che i farmaci non risolvono il problema alla radice, ma ne alleviano temporaneamente i sintomi.

Trattamento chirurgico: quando è inevitabile?

Quando le valvulopatie diventano severe o non rispondono ai farmaci, la chirurgia diventa la soluzione migliore. Gli interventi chirurgici si dividono principalmente in due categorie:


Riparazione valvolare

Quando possibile, la riparazione della valvola è preferibile rispetto alla sostituzione, poiché preserva la valvola originale del paziente. La riparazione è indicata soprattutto nei casi di insufficienza mitralica o tricuspide. Le tecniche utilizzate includono la riparazione dei lembi valvolari, l'uso di anelli per ridurre la dilatazione dell'anello valvolare e la risoluzione di difetti strutturali.


Sostituzione valvolare

Se la valvola è troppo danneggiata per essere riparata, si ricorre alla sostituzione con una valvola artificiale, che può essere meccanica o biologica. Le valvole biologiche provengono da tessuti animali e hanno il vantaggio di non richiedere anticoagulanti a lungo termine; purtroppo però durano solo 10-15 anni, pertanto sono generalmente preferite oltre i 65-70 anni di età. Le valvole meccaniche sono più durature, e quindi scelte nei pazienti giovani, ma richiedono una terapia anticoagulante per tutta la vita.


Chirurgia mini-invasiva

La chirurgia mini-invasiva consiste nell’eseguire i medesimi interventi di riparazione o sostituzione attraverso piccole incisioni, con un impatto minore sul corpo del paziente rispetto alla tradizionale sternotomia. Questo approccio riduce i tempi di recupero e garantisce una miglior risultato estetico, tuttavia è fondamentale selezionare adeguatamente i candidati, per ridurre al minimo le complicanze.

Trattamenti non chirurgici: è sempre necessario l'intervento?

In tempi recenti, grazie ai progressi della medicina, sono emerse diverse opzioni non chirurgiche che permettono di trattare alcune valvulopatie in pazienti non candidabili alla chirurgia per rischio eccessivo, dovuto all’età avanzata o alla presenza di altre patologie gravi.

Tra le tecniche più utilizzate ci sono:


TAVI (Impianto Transcatetere della Valvola Aortica)

La TAVI è dedicata ai pazienti con stenosi aortica severa, nei quali una nuova valvola viene impiantata attraverso un catetere, inserito generalmente per via femorale, evitando così l’apertura del torace. Riservata inizialmente ai pazienti inoperabili per rischio proibitivo, viene attualmente proposta anche ai pazienti ultraottantenni in buone condizioni di salute, poiché garantisce una ripresa più rapida rispetto all'intervento chirurgico a cuore aperto.


Riparazione percutanea della valvola mitrale

La riparazione percutanea della valvola mitrale è un'opzione per i pazienti con insufficienza mitralica giudicati inoperabili. Attraverso un catetere inserito nella vena femorale, si posiziona un dispositivo che “pinzando” tra loro i lembi della valvola mira a migliorarne la funzionalità, riducendo il reflusso di sangue.

La scelta del trattamento: un approccio personalizzato

Ogni paziente è unico, e così deve essere il trattamento. La scelta tra un intervento chirurgico o non chirurgico dipende da diversi fattori, tra cui:

  • L’età del paziente
  • La gravità della valvulopatia
  • La presenza di altre patologie
  • Le preferenze del paziente e il suo stile di vita


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Un team di medici, tra cui il cardiochirurgo e il cardiologo, valuterà attentamente ogni caso per proporre la soluzione più adatta.

Le valvulopatie sono condizioni gravi che, se non trattate, possono compromettere il funzionamento del cuore e la qualità della vita. Tuttavia, grazie ai progressi della medicina moderna, esistono oggi molte opzioni terapeutiche efficaci, sia chirurgiche che non chirurgiche. L'importante è riconoscere i sintomi e rivolgersi tempestivamente a uno specialista per una valutazione accurata.

Cardiochirurgia a San Donato Milanese

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