Cosa bisogna sapere sugli ascessi anali?

Cosa bisogna sapere sugli ascessi anali?

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 23/08/2021

Il nostro esperto in Colonproctologia ci spiega tutto quello che dobbiamo sapere sugli ascessi anali

Cosa sono gli ascessi anali?

Gli ascessi anali colpiscono generalmente i giovani-tra i 15 e i 35 anni, con prevalenza per il sesso maschile. In quasi tutti i pazienti questa condizione è provocata da un’infiammazione delle ghiandole o cripte anali (chiamate ghiandole di Hermann e Desfosses), che sono localizzate appunto nel canale anale, tra i due sfinteri, e secernono muco che facilita l’evacuazione delle feci.

Da cosa è causata l’infiammazione?

ragazza sedutaL’infiammazione è dovuta ad un’ostruzione del deflusso di muco all’interno delle suddette ghiandole, a causa di un’eccessiva quantità di feci nell’ampolla rettale o alla presenza di corpi estranei nel canale. L’infezione batterica diretta delle ghiandole anali è invece più rara e può essere dovuta ad agenti patogeni, non comuni saprofiti della flora intestinale (possibilmente causata da uno stato di immunodepressione del paziente.

Le ghiandole anali possiedono una particolare morfologia chiamata a “nido di rondine” che favorisce il deposito del materiale e l’infezione. Questa, si manifesta tra lo sfintere interno e quello esterno (infezione intersfinterica primitiva) e, secondo alcuni studi, una sottile struttura chiamata “muscolo longitudinale congiunto” potrebbe influenzare la direzione differente dei tragitti. Ciò ci permette di comprendere la molteplice natura delle infezioni nel canale anale.

Quali sono le tipologie più comuni di ascesso anale?

L’ascesso anale è sostanzialmente accumulo di pus. La forma più comune è quella perianale, localizzata intorno all’ano, in prossimità dell’orifizio, che si colloca nel cellulare lasso della fossa ischiorettale. Le altre forme (pelvi-rettale ed inter-sfinterico), si collocano più in profondità e sono meno frequenti e visibili. La loro classificazione si basa sulla localizzazione dei tragitti che si vanno a creare all’interno dell’apparato sfinterico.

Come si classifica un ascesso anale?

La classificazione degli ascessi avviene in base ai referti delle ecografie endoanali e, analogamente alla classificazione delle fistole, gli ascessi ano-perianali sono classificati in:

  • Inter, trans ed extra-sfinterici;
  • Pelvi-rettali;
  • Ischio-anali;
  • Sottocutanei;
  • Intramurali.

Quali sono i sintomi?

Questa condizione si manifesta con molto dolore, talvolta accompagnato da malessere generalizzato e febbre. A causa dell’accumulo di pus, l’ascesso può rompersi (spontaneamente o mediante incisione chirurgica) facendo fuoriuscire la sostanza dalla cute in genere infiammata.

I sintomi di un ascesso perianale sono:

  • Dolore pulsante e di forte entità localizzato intorno all’ano e lungo il retto;
  • Gonfiore perianale;
  • Infiammazione della cute (se localizzato in prossimità della superficie).

La fuoriuscita del pus viene subito avvertita dal paziente come un sollievo della sintomatologia, con riduzione della tensione nei tessuti infetti.

Quando bisogna rivolgersi ad uno specialista?

dottoreNel caso in cui si noti una tumefazione anale dolente accompagnata da febbre, si consiglia di richiedere una visita proctologica. Se viene diagnosticato in tempo, infatti, è possibile trattare l’ascesso adeguatamente.

La diagnosi si formula durante la visita mediante l’esplorazione rettale.

Dato che l’ascesso può essere più o meno profondo ed passare attraverso i muscoli anali che si occupano della continenza (che in caso di intervento chirurgico devono essere risparmiati), è importante definire con precisione i rapporti del processo infiammatorio con i muscoli circostanti e per fare ciò il medico può eseguire un’ecografia transanale o una risonanza magnetica. Inoltre, in caso di ascesso perianale si potrà riscontrare un’elevata conta dei globuli rossi.

Come curare un ascesso anale?

Il trattamento di ogni ascesso consiste nell'incisione e nella fuoriuscita della raccolta di pus. L’uso di antibiotici che è molto frequente non costituisce un rimedio, ma tende solamente a cronicizzare il decorso.

L'intervento si pratica generalmente in urgenza e va eseguito il prima possibile per limitare i sintomi ed evitare che l'infezione diffonda in altre sedi. Se l’ascesso è di dimensioni ridotte e non molto profondo è possibile effettuare l’incisione ambulatorialmente ed in anestesia locale.

Occorre sottolineare che l'incisione va sempre eseguita quando l'infezione si è visibile o palpabile come raccolta purulenta, non quando c’è solo infiammazione.

Cosa succede dopo l’intervento?

In seguito alla procedura, si lascia in sede un drenaggio per un periodo di tempo che può variare in base alle dimensioni dell’ascesso. Le medicazioni dovranno poi essere sostituite inizialmente ogni giorno, poi con cadenza settimanale fino alla completa guarigione.

Si avrà cura di intraprendere una terapia antalgica che permetta al paziente di condurre una vita regolare. La defecazione avviene in genere spontaneamente o con un lassativo.

A seguito dell’incisione, il paziente potrà notare:

  • Dolore e bruciore con perdite di sangue sierose di lieve entità, sempre meno maleodoranti, che comunque si protraggono fino a che l’incisione non è completamente cicatrizzata (i tempi possono variare notevolmente);
  • Arrossamento e bruciore della cute intorno all'ano;
  • Incontinenza d’urgenza, ossia difficoltà temporanea a contenere i gas, che scompare in circa 1 settimana;
  • Febbricola (talvolta).

Questi sintomi rientrano nel normale decorso post-chirurgico.

Per alleviare questi fastidi il paziente viene invitato a lavarsi più volte al giorno con abbondante con acqua tiepida e con l’aggiunta di sostanze disinfettanti indicate dallo specialista, senza usare carta igienica.

Sarà bene impostare un'alimentazione con fibre ed eliminare cibi che possano incrementare il prurito (es. spezie, alcol). Infine, è importante evitare lunghi spostamenti in auto ed abolire per qualche settimana l’uso di bici e motorini.

Colonproctologia