COVID-19: combattiamo i pregiudizi!

COVID-19: combattiamo i pregiudizi!

Editato da: Marta Buonomano il 07/02/2022

Tanti sono i pregiudizi che sono nati nel 2020 con la pandemia causata dal virus Covid-19. Vediamo insieme al nostro esperto in Psicologia come queste credente possono influire sulla popolazione

Mass media e politici: che impatto hanno sulla popolazione?

ragazzi che si salutano con il gomitoLa comunicazione rappresenta un fattore strategico fondamentale nella gestione di qualsiasi tipo di emergenza, sia dal punto di vista psicologico che organizzativo. Purtroppo, nel caso del COVID-19, sia i media che i politici hanno sottovalutato il virus definendolo una “semplice influenza”, conferendogli una valenza culturale e geografica prettamente orientale (es. “virus Wuhan”). Queste azioni hanno interferito non solo con la dimensione psicologica ma anche con la stessa salute: l’idea che il Coronavirus potesse arrivare solo da certe zone del mondo e che si potesse controllare il fenomeno adottando una visione lineare e non sistematica potrebbero essere alcune delle ragioni che hanno ostacolato il contenimento della diffusione del virus.

Che effetto hanno i pregiudizi sulle minoranze?

La discriminazione ed i pregiudizi influenzano inevitabilmente la dimensione psicologica di alcuni gruppi sociali, come evidenziato da anni di ricerche. Lo “stigma”, in generale, rende le persone più fragili ed esposte e questo accade anche (e soprattutto!) durante le epidemie e le pandemie. Ciò accade perché chi appartiene a una minoranza rischia di nascondere i sintomi del virus per evitare ulteriori discriminazioni: non a caso, in questo periodo ci sono stati numerosi episodi di discriminazione e violenza, sia verbale che fisica, verso le persone asiatiche. Possiamo quindi affermare che anche la paura di diventare vittima di discriminazioni favorisce indirettamente la propagazione del Coronavirus.

Pregiudizio e xenofobia: un binomio pericoloso

Pensare che il virus sia cinese può generare un frame potenzialmente negativo che incrementa la xenofobia ed introduce un bias per i decisori: nonostante l’origine del Coronavirus si può attribuire alla Cina, non esistono persone non a rischio di infezione. Anche una persona occidentale avrebbe potuto essere il principale veicolo del contagio!

Ricostruire completamente la rete di contatti avuti da una persona contagiata è praticamente impossibile e ciò è dovuto innanzitutto a causa di fattori psicologici che variano dalla dimensione emozionale (paura di aver contratto un virus potenzialmente mortale e di aver contagiato altre persone) a quella sociale (il cosiddetto “stigma”); ma sono coinvolti anche fattori cognitivi (es. la memoria). Per questo motivo la tecnologia rappresenta un valido alleato per aiutarci a tracciare in maniera rapida ed efficace la diffusione del COVID-19.

C’è qualcosa che possiamo fare?

Ognuno di noi può fare qualcosa per affrontare e combattere lo stigma sociale: dobbiamo essere consapevoli che anche queste azioni sono fondamentali per ostacolare la diffusione del virus.

Quali sono le “regole” da seguire?

  1. uomo che legge il giornaleCondividere solamente notizie provenienti da fonti certe – Diffondere news o informazioni sui social media senza valenza scientifica è controproducente. D’altra parte, le istituzioni devono adottare un linguaggio semplice, efficace e comprensivo per evitare confusione nella popolazione;
  2. Coinvolgere gli influencer – Far diffondere notizie scientificamente approvate con un linguaggio comprensibile dagli influencer può avere un grande impatto sulla cittadinanza. Ovviamente, si dovrebbero scegliere dei personaggi pubblici adatti ad ogni target (adolescenti, adulti, anziani);
  3. Affidarsi a giornali “etici” – Cerchiamo di non seguire giornali online che si servono di titoli sensazionalistici per ottenere visite alla pagina (“clickbating”) e verifichiamo sempre l’attendibilità delle fonti.
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