La dismorfofobia, conosciuta anche come disturbo da dismorfismo corporeo, è una condizione psicologica che porta a una preoccupazione ossessiva per presunti difetti fisici, spesso minimi o inesistenti. Questo disturbo può influenzare profondamente la vita delle persone, portandole a cercare soluzioni estetiche, come interventi di chirurgia plastica, nella speranza di correggere questi difetti percepiti. Ne parliamo con il Dott. Umberto Napoli, Chirurgo Plastico.
Che cos'è la dismorfofobia?
La dismorfofobia si manifesta come un’eccessiva attenzione a particolari del corpo considerati imperfetti. Le persone che ne soffrono possono trascorrere ore a osservare il proprio aspetto, confrontandosi con gli altri o cercando di nascondere il difetto percepito. Il disturbo è caratterizzato da una forte ansia legata alla paura di essere giudicati o derisi per tali difetti. Anche se l’imperfezione può essere minima o addirittura inesistente, chi soffre di dismorfofobia vive con la costante preoccupazione che gli altri possano notarla.
Il ruolo del chirurgo plastico
Come chirurgo plastico, è fondamentale saper riconoscere i segni della dismorfofobia. I pazienti possono arrivare in studio con richieste di correzioni estetiche per difetti minimi o inesistenti, e talvolta si lamentano di precedenti interventi estetici che non li hanno soddisfatti. È importante distinguere tra un paziente che cerca una correzione estetica razionale e uno che soffre di una vera e propria ossessione per il proprio aspetto. In questi casi, la soluzione potrebbe non essere l'intervento chirurgico, ma un supporto psicologico.
Uno dei segnali più evidenti di dismorfofobia è il fatto che, anche dopo una correzione chirurgica perfettamente riuscita, il paziente continua a focalizzarsi su altri difetti percepiti. Questo comportamento può diventare un ciclo senza fine, portando il paziente a chiedere ulteriori trattamenti estetici per affrontare problemi inesistenti.
Come identificare un paziente con dismorfofobia?
Durante una visita specialistica, è essenziale prestare attenzione a come il paziente descrive il proprio difetto e alla gestualità che accompagna le sue parole. Chi soffre di dismorfofobia tende a confrontare costantemente il proprio aspetto con quello degli altri e a trascorrere molto tempo davanti allo specchio, fissando il difetto percepito. Tuttavia, quando è fuori casa, spesso evita specchi o superfici riflettenti per non vedere il proprio riflesso.
L'ansia si accentua in situazioni sociali o in luoghi affollati, dove il paziente crede che il suo difetto sia visibile a tutti e che tutti ne parlino. Questo tipo di comportamento, se non riconosciuto e gestito correttamente, può portare a ripetute richieste di interventi chirurgici, che raramente soddisfano il paziente dismorfofobico.
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Qual è il ruolo della Medicina Estetica?
La medicina estetica offre diverse soluzioni per migliorare l'aspetto fisico, trattando imperfezioni come le rughe, la perdita di tono o altre piccole problematiche legate all'invecchiamento. Trattamenti come le iniezioni di acido ialuronico o botulino possono risolvere con facilità molti di questi problemi. Tuttavia, nel caso della dismorfofobia, è cruciale che il medico estetico identifichi la vera natura del disagio del paziente.
Un intervento estetico eseguito senza una valutazione accurata può portare a insoddisfazione e a ulteriori richieste di correzioni. In casi di dismorfofobia, è consigliabile indirizzare il paziente verso un consulto psicologico, piuttosto che procedere con un trattamento estetico che potrebbe peggiorare la situazione.