Ecco come far sgonfiare i linfonodi ingrossati

Autore: Prof. Andrea Di Cataldo
Pubblicato: | Aggiornato: 22/03/2023
Editor: Sharon Campolongo

Linfonodi ingrossati nei bambini? L'esperto in Ematologia ed Oncologia Pediatrica a Catania spiega come devono comportarsi i genitori

Linfonodo ingrossato: come fare una diagnosi?

Nel caso di un linfonodo ingrossato, la prima cosa da capire è se ci sia infezione. Ecco alcuni fattori da tenere in considerazione per la diagnosi:

  • Febbre: più frequente nelle infezioni, ma talora anche nei tumori;
  • Dolore: il dolore (al contatto) è più tipico di una infezione;
  • Dimensioni: generalmente l’ingrossamento del linfonodo è di pochi millimetri ed è appena percepibile. Quando però risulta molto ingrossato (si parla in questi casi di centimetri) occorre svolgere più indagini per individuare la natura del problema;
  • Milza ingrossata: quando linfonodo e milza sono ingrossati si pensa ad una malattia infettiva generale (mononucleosi infettiva) oppure ad una malattia tumorale (linfoma o leucemia);
  • Età: i bambini che iniziano a frequentare la scuola o l’asilo si ammalano frequentemente e per questa ragione presentano numerosi linfonodi lievemente ingrossati nel collo. In un adolescente ciò è meno frequente e l’ingrossamento di un linfonodo deve essere considerato con maggiore attenzione;
  • Sede: nei bambini in età scolare si registrano molti ingrossamenti dei linfonodi del collo: nei primi mesi di vita comunitaria iniziano i primi contatti “umani” e, quindi, le prime vere infezioni, fenomeno che rientra nella normalità. Occorre prestare particolare attenzione nel caso in cui i linfonodi ingrossati sono in sedi particolari, ad esempio sovraclaveari.

Quale esame occorre effettuare per i linfonodi ingrossati?

Esistono alcuni esami di laboratorio che possono aiutare nella diagnosi, come l’esame LDH (lattato deidrogenasi), valore che aumenta maggiormente nei processi tumorali, o l’esame dei globuli bianchi (neutrofili), poiché il loro numero è particolarmente elevato nei casi di infezione batterica. Le transaminasi aumentano nei casi di Mononucleosi infettiva.

L’esame ecografico dei linfonodi ingrossati è quello più valido. Occorre specificare però che non sempre è facile discriminare se un linfonodo è ingrossato per infezione o per tumore. Occorre una certa esperienza. L’ecografista deve essere bravo a fare una diagnosi differenziale. Oggi molti medici possono eseguire delle ecografie, non tutti però hanno la stessa esperienza. 

Come fare sgonfiare i linfonodi?

Di fronte alla presenza di linfonodi ingrossati, è quasi sempre utile iniziare un trattamento antibiotico: ciò permette di migliorare il quadro clinico se si tratta di una infezione batterica. Antibiotici, così come antidolorifici e anti-infiammatori, sono farmaci che non alterano la storia naturale della malattia, non creano problemi di diagnosi, quindi possiamo utilizzarli anche se non abbiamo una diagnosi sicura.

È invece assolutamente sconsigliato utilizzare il cortisone senza diagnosi certa: quest’ultimo infatti ha un’azione molto efficace sul linfonodo ingrossato qualunque sia la causa (tumorale o infettiva). Se quindi noi usiamo il cortisone in un bambino che ha una leucemia o un linfoma, ma la diagnosi non è stata ancora fatta, noi miglioriamo il quadro clinico, crediamo che il bambino stia meglio, ed invece alcuni giorni o settimane dopo i sintomi torneranno più gravi e si farà una diagnosi di tumore con parecchi giorni di ritardo.

D’altronde il linfonodo gonfio non è un problema di per sé ma è una spia: dobbiamo prima appurare la causa. Fatto questo occorre poi personalizzare il trattamento in base alle caratteristiche della patologia e del paziente.

Quando occorre rivolgersi al pediatra?

Tutte le volte che ci sono linfonodi ingrossati è comunque importante rivolgersi all’esperto. Il trattamento antibiotico è bene che lo prescriva il pediatra. Gli esami del sangue e gli esami strumentali è bene che li prescriva il Pediatra.

Linfonodi ingrossati: infezione o tumore? Ecco perché è importante consultare uno specialista

 

 

Prof. Andrea Di Cataldo
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