Ernia del disco cervicale: come si tratta?
Autore:L’ernia del disco, in generale, consiste nella fuoriuscita del contenuto del disco dal suo anello, per aggettare nel canale midollare, comprimendo quindi o un nervo o il midollo. Colpisce circa 20 soggetti su 100000. Traumi, posture errate o fattori congeniti possono determinare nel tempo questa patologia. Al fine, quindi, di prevenire la sua insorgenza è importante prestare attenzione, sin dalla giovane età, all’igiene posturale. Ne parla la Dott.ssa Rosa Perez, esperta in Neurochirurgia a Torino
Quali sono i sintomi dell’ernia cervicale?
L’ernia cervicale si può manifestare con: vertigini, mal di testa, dolore al collo (cervicalgia), e/o irradiazione del dolore alle spalle, alle braccia fino alle mani, mono- o bilateralmente in alcuni casi. Si possono associare disturbi della sensibilità (riduzione o distorsione della sensibilità come formicolio) o motori (riduzione della forza delle braccia o delle mani). Quando la compressione sul midollo sia importante, possono subentrare anche disturbi alle gambe: difficoltà a camminare o sensazione di deambulare sui cuscini.
Una visita specialistica neurochirurgica, con la contestuale visualizzazione di una Risonanza Magnetica cervicale, è pertanto importante per definire la terapia idonea, in merito alla gravità della situazione.
In che modo può essere trattata?
In prima battuta è da proporre la terapia conservativa: farmaci antidolorifici e miorilassanti, un trattamento fisioterapico mirato a migliorare la postura, la massoterapia, il nuoto possono essere di beneficio.
Se, invece, tutto questo non bastasse, bisogna optare per l’intervento chirurgico: una procedura anatomicamente molto pulita, relativamente semplice, ma delicata. Si tratta di eseguire un’incisione cutanea sulla parte anteriore del collo di circa 4 centimetri e raggiungere, attraverso un corridoio anatomico agevole, il piano vertebrale: si asporta il disco, l’ernia e lo si sostituisce con un disco artificiale. Il giorno successivo l’intervento, il paziente può essere dimesso in piena autonomia.
Sarà poi importante impostare, a un mese dall’intervento, un trattamento fisioterapico idoneo, atto a lavorare su un assetto funzionale nuovo (i muscoli paravertebrali cervicali), ora che vi è un nuovo inquadramento funzionale.