Ernia del disco: quando la compressione nervosa minaccia la funzionalità degli arti inferiori

Pubblicato il: 05/02/2025 Editato da: Veronica Renzi il 05/02/2025

L’ernia del disco è una delle patologie degenerative più comuni della colonna vertebrale, spesso associata a sovraccarico funzionale, invecchiamento dei dischi intervertebrali o microtraumi ripetuti. Sebbene in molti casi il dolore lombare rimanga localizzato, in situazioni più gravi l’ernia può comprimere le radici nervose, provocando radicolopatia e compromissione della funzionalità degli arti inferiori. Il rischio principale non è solo il dolore, ma anche la possibile evoluzione verso un deficit neurologico progressivo, che potrebbe rendere necessario un intervento chirurgico tempestivo.

Fisiopatologia dell’ernia del disco

Il nucleo polposo del disco intervertebrale, sottoposto a degenerazione o stress meccanico, può fuoriuscire dall’anulus fibroso e comprimere le strutture nervose adiacenti. Le ernie più sintomatiche si localizzano a livello L4-L5 e L5-S1, coinvolgendo le radici del nervo sciatico e causando lombosciatalgia.

La compressione radicolare può determinare:

  • Dolore irradiato lungo il dermatomero corrispondente
  • Deficit di forza nei muscoli innervati dalla radice coinvolta
  • Parestesie o ipoestesia
  • Riduzione o abolizione dei riflessi osteotendinei

Quando la compressione diventa significativa, il paziente può sviluppare un deficit motorio fino alla paresi, condizione che richiede una valutazione specialistica urgente.

Segnali clinici e indicazioni all’intervento

Non tutti i pazienti con ernia del disco necessitano di un trattamento chirurgico. Tuttavia, la presenza di:

  • Deficit neurologici ingravescenti
  • Sindrome della cauda equina (anestesia a sella, ritenzione urinaria, incontinenza fecale)
  • Dolore incoercibile, resistente alla terapia conservativa costituisce un’indicazione per la decompressione chirurgica.

Approccio terapeutico: conservativo vs chirurgico

La gestione dell’ernia del disco dipende dalla gravità della sintomatologia.

  • Trattamento conservativo: riposo relativo, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), fisioterapia mirata e, in alcuni casi, infiltrazioni epidurali.
  • Trattamento chirurgico: la microdiscectomia è l’opzione di scelta nei casi refrattari alla terapia conservativa o con segni neurologici severi. Questo approccio minimamente invasivo consente una rapida ripresa funzionale e riduce il rischio di complicanze. In alcuni casi meno frequenti, per le ernie più grandi o in pazienti con particolari rischi di recidiva, può essere indicata la discectomia completa e l'artrodesi, ossia la rimozione totale dell'ernia e del disco intervertebrale, la sostituzione del disco con uno speciale supporto in titanio e l’utilizzo di viti per stabilizzare le vertebre.

Quando rivolgersi a uno specialista

Se il dolore lombare o la sciatalgia persistono nonostante il trattamento conservativo, o se compaiono segni di deficit neurologico, è fondamentale una valutazione specialistica tempestiva. Un ortopedico esperto in patologie della colonna vertebrale può individuare la soluzione più adatta, evitando il rischio di danni permanenti.


Non ignorare i sintomi! Prenota una visita con uno specialista per valutare il trattamento più efficace per la tua ernia del disco.

Ortopedia e Traumatologia a Ortona

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