Ernia del disco: come la radiologia può fare la differenza

Pubblicato il: 23/05/2025 Editato da: Vittoria Marcucci il 23/05/2025

L’ernia del disco è una delle cause più comuni di dolore lombare e sciatalgia, con un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti. Sebbene la diagnosi clinica sia fondamentale, è grazie alla radiologia che è possibile confermare il sospetto clinico e guidare il trattamento più appropriato. Oggi, le moderne tecnologie di imaging offrono strumenti avanzati per una valutazione dettagliata e personalizzata

Quando il mal di schiena non è solo un fastidio

Il mal di schiena è un sintomo molto frequente, ma non sempre è associato a una patologia strutturale. L’ernia del disco, invece, è una condizione ben precisa, che si verifica quando una parte del nucleo polposo del disco intervertebrale fuoriesce attraverso una fissurazione dell’anello fibroso. Questo materiale erniato può comprimere le radici nervose o il midollo spinale, provocando dolore, intorpidimento e, nei casi più gravi, deficit motori.

La risonanza magnetica: lo strumento principe

La Risonanza Magnetica (RM) rappresenta oggi l’esame di riferimento per la diagnosi dell’ernia discale. A differenza della radiografia tradizionale o della TC, la RM consente una visione chiara e dettagliata dei tessuti molli, inclusi:

  • I dischi intervertebrali
  • Le radici nervose
  • Il midollo spinale
  • I legamenti spinali


Grazie alla sua elevata sensibilità e specificità, la RM permette di identificare non solo la presenza dell’ernia, ma anche il tipo (protrusione, estrusione, sequestro) e il grado di compressione sulle strutture nervose. Inoltre, può evidenziare segni di infiammazione o alterazioni degenerative associate.

Tecniche interventistiche guidate dall’immagine

Negli ultimi anni, la radiologia interventistica ha rivoluzionato il trattamento non chirurgico dell’ernia del disco. Attraverso procedure mini-invasive, guidate da fluoroscopia o TAC, è possibile:

  • Eseguire infiltrazioni epidurali di corticosteroidi
  • Somministrare farmaci a livello foraminale o intradiscale
  • Utilizzare tecniche di decompressione discale percutanea


Queste procedure sono ben tollerate, spesso eseguibili in regime ambulatoriale, e rappresentano una valida alternativa per i pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica, ma non sono ancora candidati alla chirurgia.

Quando serve il follow-up radiologico

In alcuni casi, l’evoluzione dell’ernia del disco deve essere monitorata nel tempo. La RM può essere ripetuta per:

  • Valutare la risposta al trattamento
  • Escludere complicanze come una stenosi spinale
  • Guidare eventuali decisioni chirurgiche


È importante sottolineare che non tutte le ernie richiedono un controllo radiologico periodico: la valutazione clinica resta sempre prioritaria.

Conclusione

La radiologia moderna svolge un ruolo cruciale nella gestione dell’ernia del disco, dalla diagnosi alla terapia. La possibilità di visualizzare con precisione le strutture spinali e intervenire con tecniche mirate offre oggi ai pazienti opzioni di trattamento sempre più personalizzate ed efficaci.


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Radiologia a Roma

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