Ernia inguinale: il dolore postoperatorio esiste!

Ernia inguinale: il dolore postoperatorio esiste!

Editato da: Marta Buonomano il 03/06/2020

Il Dott. Enrico Stefano, esperto in Colonproctologia e Chirurgia Generale a Torino, ci spiega in cosa consiste il recupero a seguito di un intervento di ernia inguinale, sottolineando l’importanza di seguire le terapie prescritte per far scomparire rapidamente il dolore postoperatorio

Ernioplastica inguinale: perché si prova dolore a seguito dell’intervento?

ragazza con dolore alla panciaL’ernia inguinale è tra le patologie di interesse chirurgico più frequenti nell’uomo. Poiché non esiste una tecnica conservativa o una terapia medica che permetta di curare un’ernia inguinale, il trattamento del difetto di parete è solo chirurgico. Oggigiorno si utilizzano delle protesi composte da materiale non assorbibile (MESH) che consentono di eseguire un intervento senza suture, in maniera tale da evitare la trazione a carico dei piani muscolari.
Nonostante queste attenzioni, l’ernioplastica prevede comunque la separazione di muscoli e fasce, fattori che possono traumatizzare i tessuti. Inoltre, la rete non assorbibile rappresenta un materiale estraneo al nostro organismo e necessita di tempo per essere inglobata ed integrarsi nel tessuto cicatriziale, creando un certo grado di infiammazione nelle strutture su cui si appoggia. Tutto ciò dà origine a un dolore di entità variabile nell’area in cui è stata eseguita l’operazione.

L’ernioplastica inguinale tradizionale (in chirurgia aperta), che si esegue in genere con la tecnica di Trabucco o di Lichtenstein, rappresenta tutt’oggi lo standard nel trattamento di questo tipo di ernia. All’anestesia (che può essere locale o locoregionale) viene solitamente associata una sedazione di breve durata, al fine di rendere più sopportabile il trattamento.
L’alternativa, specialmente in ernio molto grandi o pazienti sovrappeso, può esse l’anestesia spinale, in cui viene iniettata una ridotta quantità di anestetico nel canale midollare per bloccare la sensibilità dell’area inguinale (sede dell’ernia) e dell’arto corrispondente.

È normale provare dolore a seguito di un intervento?

Una volta terminato l’effetto dell’anestesia, i tessuti saranno ancora infiammati a causa del recente intervento e si attiveranno quindi i terminali dolorifici alla base del dolore postoperatorio. Questo rappresenta il normale decorso, per cui è sufficiente assumere antidolorifici per alcuni giorni al fine non solo di ridurre il dolore, ma anche di far regredire rapidamente l’infiammazione. È importante non provare a resistere al dolore, ma assumere la terapia prescritta nell’orario prestabilito: se si ricorre agli antidolorifici solamente quando il dolore è già insorto e diventa importante si otterranno dei benefici minori.

Dolore postoperatorio: quando è causato da una lesione ai nervi

donna con mani appoggiate sulla panciaIl dolore postoperatorio può essere causato anche da un eventuale danno ai nervi che sono situati nella zona inguinale (ileoinguinale e genitofemorale). Il nervo ileoinguinale, in particolare, decorre lungo il funicolo spermatico in posizione sottofasciale ed ha la funzione di garantire la sensibilità cutanea della zona dell’inguine, della radice della coscia e della parte laterale dello scroto. Durante un’ernioplastica, questo nervo deve essere obbligatoriamente isolato, spostato e riposizionato. La procedura può lesionarlo accidentalmente e dare luogo ad alterazioni della sensibilità nella suddetta zona (ipoestesia localizzata) che tende a regredire spontaneamente con il passare del tempo. Talvolta, però, questa minore sensibilità potrebbe persistere.

Una situazione fastidiosa si verifica nel caso in cui il nervo resti “intrappolato” nel tessuto cicatriziale a ridosso della rete protesica: questa condizione infatti non è controllabile in quanto si crea durante la fase di guarigione e cicatrizzazione, e dà luogo ad un’irritazione delle fibre nervose, con conseguente dolore postoperatorio nevralgico, urente e spesso intensificato dall’attività fisica protratta o da movimenti bruschi. In questo caso, l’assunzione di antidolorifici e/o antinfiammatori per diversi giorni è essenziale e, nei casi più gravi, sarà necessario ricorrere a diverse sedute di infiltrazioni locali con anestetici locali (cortisonici, antiinfiammatori, ecc.) al fine di ridurre l’infiammazione.
Un’ulteriore possibilità può essere un ciclo di neuromodulazione trancutanea, eseguita in 4-6 sedute con un’apposita apparecchiatura, al fine di ridurre il danno da stiramento nervoso.

Se il dolore nevralgico persiste dopo mesi di trattamento (evento raro) si può valutare l’opzione di un secondo intervento per individuare il punto di stiramento del nervo e sezionarlo, in quanto l’iposensibilità che ne deriva è di gran lunga preferibile alla nevralgia e, se rimuovessimo la rete protesica, si potrebbe andare incontro ad una recidiva dell’ernia.

Ernioplastica: dopo quanto tempo si può tornare a fare sport?

Nei primi giorni successivi all’operazione, la reazione cicatriziale fissa definitivamente la rete ai tessuti in modo da garantire una buona tenuta della plastica, ma la ripresa dell’attività fisica deve comunque essere graduale: si può iniziare con una camminata leggera in modo da evitare sforzi sui muscoli addominali. Inoltre, dato che i movimenti a livello della parete addominale aumentano lo stimolo sull’area operata, si consiglia l’utilizzo di un tutore elastico per ridurre la tensione di questa zona e supportare la muscolatura.

Sarà possibile aumentare l’intensità dell’attività fisica (cyclette, nuoto, camminata più intensa) dopo circa 2 settimane, quando il tessuto cicatriziale inizierà a stabilizzarsi fissando correttamente la protesi. Infine, dopo un mese, sarà possibile tornare a pratiche più intense, introducendo gradualmente lo sforzo sulla parete addominale.

Non avere paura del dolore postoperatorio!

dottoreÈ importante tener presente che non esistono interventi chirurgici indolori, in quanto i tessuti che devono essere tagliati e ricuciti necessariamente risentono della procedura, e che al termine dell’operazione sarà sempre presente lo stimolo infiammatorio. Il dolore postoperatorio, di entità più o meno importante, è una realtà che esiste e che, nella maggior parte di casi, è possibile affrontare con una terapia farmacologica adeguata, la quale necessita di tempo per essere efficace.

Si raccomanda di informare il medico circa eventuali problemi postoperatori e di non sottovalutarli: agire tempestivamente evita il protrarsi e/o il peggioramento del problema, nonché la necessità di ricorrere a procedure più invasive. Un errore molto frequente da parte dei pazienti è quello di assumere i medicinali in dose ridotta o per un periodo di tempo inferiore a quello prescritto dallo specialista. Questo porta ad un peggioramento del quadro clinico e l’infiammazione tende a cronicizzarsi, rendendo necessari trattamenti più lunghi, invasivi ed impegnativi.

Chirurgia Generale a Torino