Fecondazione assistita: cosa c’è da sapere?

Fecondazione assistita: cosa c’è da sapere?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 29/03/2023

Fecondazione assistita: perché si esegue? Tutti possono ricorrere a queste tecniche? Quali sono i risultati ottenibili? Il Dott. Angelo Tocci, esperto in Ginecologia a Roma, risponde a tutti i nostri dubbi

Quali sono le principali tecniche di riproduzione assistita?

Le principali tecniche di riproduzione assistita si possono suddividere in tecniche di primo e di secondo livello.donna incinta

  • Le tecniche di primo livello comprendono la inseminazione intrauterina (IUI);
  • Le tecniche di secondo livello includono la fecondazione in vitro con transfer embrionale (FIVET) e la iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI). FIVET e ICSI sono simili e differiscono solo per la metodica di laboratorio. Entrambe costituiscono tecniche di fecondazione in vitro, detta popolarmente “in provetta”.

Perché si eseguono?

Le tecniche di primo livello (IUI) si utilizzano quando la infertilità non è troppo severa. In particolare, il seme deve contenere un buon numero di spermatozoi vitali e mobili. Possibilmente, la donna deve avere un buon numero di ovuli nelle ovaie. Le tecniche di secondo livello (FIVET ICSI) sono tecniche utilizzate nei casi di maggior severità della infertilità, la ICSI soprattutto in casi di severa infertilità maschile. Si utilizzano in casi in cui l’età femminile è avanzata che ormai è il caso più diffuso nei nostri Centri. Attualmente le tecniche di secondo livello sono certamente molto diffuse, soprattutto a causa dell’elevata età femminile delle coppie che desiderano un figlio.  

Chi si sottopone a queste tecniche?

Le tecniche di riproduzione assistita sono richieste da coppie infertili, cioè coppie che dopo almeno 12-24 mesi di tentativi procreativi con rapporti sessuali regolari e non protetti da contraccettivi ormonali o di barriera, non riescono a concepire un bambino. Il tempo di attesa non si applica nel caso una causa di infertilità sia evidente al momento della diagnosi, ad esempio quando l’uomo possiede pochissimi spermatozoi dopo ripetuti spermio grammi o la donna pochissimi ovuli residui nelle ovaie.

Tutti possono ricorrere a queste tecniche?

In Italia, solo coppie sposate o conviventi (Legge 40). La riproduzione assistita non è applicabile per legge in Italia a donne single o coppie omosessuali, o soggetti non sposati o conviventi.

Come si eseguono?  

La inseminazione intrauterina è una metodica semplice che consiste in un primo tempo nella blanda stimolazione ormonale della paziente che in alcuni casi può anche mancare (IUI su ciclo spontaneo). Al momento più favorevole e cioè in concomitanza con l’ovulazione si introducono gli spermatozoi del partner o di un donatore (in caso di eterologa) nella cavità dell’utero tramite un sottile catetere. Gli spermatozoi, opportunamente selezionati per la loro forma (la migliore) e velocità (i più veloci) raggiungono rapidamente l’uovo per la fertilizzazione che avviene, come in natura, nelle tube di Falloppio. Non richiede anestesia ed è una procedura ambulatoriale. Prima di accedere alla procedura, occorre eseguire tutti gli esami maschili e femminili previsti dalla normativa (Legge 40).  Le tecniche di secondo livello FIVET e la ICSI consistono nella stimolazione ormonale, che in alcuni casi può anche mancare (FIVET ICSI su ciclo spontaneo), nel prelievo extra-corporeo degli ovociti e nella loro fertilizzazione in vitro, cioè in provetta, attuata con varie metodiche di laboratorio. Vengono cosi generati embrioni che poi vengono reimpiantati nell’utero della ricevente. La tecnica può essere di tipo omologo o eterologo. La tecnica omologa comporta l’utilizzo dei gameti (ovuli e spermatozoi) della coppia, mentre la tecnica eterologa comporta l’uso di ovuli di una donatrice o il seme di un donatore, o entrambi (doppia donazione). Le tecniche di FIVET ICSI in genere richiedono anestesia e sono procedure chirurgiche. Prima di accedere alla procedura, occorre eseguire tutti gli esami maschili e femminili previsti dalla normativa (Legge 40).  

Quali sono i risultati?

Il successo della inseminazione intrauterina omologa (IUI) si aggira intorno al 10-14% per tentativo. La IUI è poco efficace se la donna ha pochi ovociti residui nelle ovaie, se il seme è troppo scadente in termini di forma, concentrazione e velocità degli spermatozoi e se la donna ha più di 35 anni. La metodica in caso di fallimento può essere ripetuta fino a un massimo di 6 volte, ma in genere se la qualità del trattamento è idonea, non si consiglia di ripeterla per più di 3 volte perché la quasi totalità di gravidanze si ottengono entro i primi 3 cicli. Il successo della IUI può essere leggermente maggiore nel caso di seme da donatore. Il successo della FIVET ICSI omologa (con ovuli della coppia) è generalmente 3 volte maggiore, intorno al 30-40% per transfer embrionale, ma dipende strettamente dall’età femminile. Diventa poco efficace per età femminile superiore a 40 anni mentre non sembra influenzata dal fattore maschile (la ICSI), a meno di casi gravissimi. Nella FIVET ICSI eterologa con ovuli di donatrice, essendo la donatrice in genere molto giovane, il successo della tecnica può arrivare al 50-60% per tentativo, ma ciò dipende essenzialmente dal numero di ovuli disponibili. Nella FIVET ICSI eterologa, un numero ottimale di ovociti dovrebbe essere di almeno 8.

 

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