Fibromialgia: dolore e stanchezza cronica

Fibromialgia: dolore e stanchezza cronica

Editato da: Gloria Conalbi il 20/08/2019

La fibromialgia si caratterizza per il presentarsi di dolore cronico associato a disturbi quali fatica cronica, ansia, depressione e deficit neurocognitivi. Il Dott. Giuseppe De Benedittis, esperto in Terapia del Dolore a Milano, ci spiega di più

Cos’è la fibromialgia?

La Fibromialgia è una complessa sindrome caratterizzata da dolore cronico, diffuso a livello muscolo-scheletrico, associato a disturbi quali fatica cronica, disagi psicopatologici come ansia, depressione e disturbi della personalità, sonno non ristoratore, deficit neurocognitivi e compromissione della qualità di vita. Il significato letterale della parola fibromialgia è infatti “dolore nel tessuto connettivo-muscolare”. La fibromialgia viene inserita all’interno dei disturbi del sistema muscoloscheletrico e connettivo, dove viene definita come una “sindrome somatica funzionale” e non un disturbo mentale, nonostante sia strettamente collegata e spesso co-patogenetica con quest’ultimo. Questa patologia è annoverata tra le più diffuse malattie reumatiche, più frequente nel sesso femminile, pur presentando una difficoltà di diagnosi.

Come si manifesta la fibromialgia?

Il paziente affetto da fibromialgia lamenta dolore cronico ed incontrollabile che si manifesta su numerosi distretti muscolo-scheletrici della colonna vertebrale, del cingolo scapolare e pelvico, e degli arti superiori ed inferiori, distribuito in modo non omogeneo. Il dolore spontaneo è spesso associato ad un dolore proveniente da uno stimolo innocuo ed è descritto in diversi modi: da un indolenzimento costante simile alla puntura di uno spillo a dolori acuti e insostenibili, focalizzato principalmente in alcuni punti detti “tender points”. Il dolore è poi accompagnato da svariati segni e sintomi caratteristici come l’affaticamento cronico, i disturbi del sonno, disturbi psicopatologici, sindrome del colon irritabile, cefalea e disturbi neurocognitivi. La fibromialgia presenta caratteristiche molto simili a quelle tipiche della Sindrome da Fatica Cronica, al punto da potersi ritenere strettamente imparentate.

Come viene effettuata la diagnosi?

Prima di tutto sono da escludersi patologie muscolo-scheletriche e neurologiche diverse dalla fibromialgia. In seguito sono fondamentali due elementi:

  • Un’anamnesi accurata che comprovi che il dolore si diffonde in maniera simmetrica e si protrae per almeno 3 mesi;
  • La palpazione dei tender points, in totale 18, dei quali almeno 11 dolorosi.

Sono poi stati sviluppati dei nuovi criteri che includono un indice della diffusione del dolore (WPI Widespread Pain Index) e una scala della severità dei sintomi (SS Symptom Severity Scale). L’indice del dolore diffuso può rilevare nel paziente fino a un massimo di 19 sedi somatiche dolorose nelle ultime due settimane. La scala di severità dei sintomi è invece uno strumento per la misurazione della severità soggettiva della fatica, del livello non-ristoratore del sonno, dei sintomi cognitivi e di quelli somatici come il dolore. Il valore della scala per ciascun sintomo varia da 0 a 3, con indice che si muove tra lo 0 e il 12. Le indicazioni sui valori per la diagnosi sono i seguenti: WPI ≥ 7 e SS ≥ 5 o WPI 3–6 e SS ≥ 9. Qualora il punteggio superasse il valore 13 è da considerare come segno della presenza di fibromialgia, qualora il sintomo sussista da almeno 3 mesi. Il vantaggio di queste nuove indicazioni diagnostiche è l’ottenimento di una valutazione accurata e comprensiva dei sintomi, in grado di offrire un profilo diagnostico affidabile del cosiddetto “spettro fibromialgico”. Un altro strumento utile ai fini dell’individuazione della patologia sono le indagini neuropsicologiche e le tecniche di neuroimaging quali la Risonanza Magnetica, che possono fornire una valutazione anatomo-funzionale del paziente, oltre a un’indagine psicopatologica e psicodinamica che permetterà di valutare l’effetto dei fattori psicologici e dello stile vita nella formazione della patologia.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Le cause sono ad oggi sconosciute, ma è stato ipotizzato che la genesi derivi da un’alterazione centrale piuttosto che periferica. È dunque una sindrome disfunzionale dolorosa complessa derivante da alterazioni morfo-funzionali con ipersensibilizzazione del Sistema Nervoso Centrale, con un probabile contributo periferico di tipo infiammatorio. Altri fattori quali quelli genetici, neurobiologici e psicologici possono poi prendere parte alla genesi. Sembra esserci inoltre una predisposizione genetica, oltre alla presenza di deficit cognitivi a carico della cosiddetta “memoria di lavoro”. Anche lo stile di vita può contribuire alla comparsa della fibromialgia: i pazienti affetti da questa sindrome tendono a presentare disturbi d’ansia, disturbi della personalità, depressione del tono umorale e disturbi somatoformi, percepiti in maniera alquanto amplificata. Sono poi da tenere in considerazione eventi avversi durante l’infanzia e/o l’adolescenza, che possono essere scatenanti per il Disturbo da Stress Post-Traumatico e a sua volta per la fibromialgia.

Qual è il trattamento indicato per la fibromialgia?

farmaci antidepressivi quali amitriptilina e duloxetina hanno una moderata efficacia, mentre gli oppiacei e i FANS hanno dimostrato avere scarsa o nulla efficacia clinica sulla patologia. Hanno invece una buona efficacia i trattamenti psicologici quali l’ipnosi e le terapie cognitivo-comportamentali. In particolare il trattamento ipnotico si è rivelato efficace per il controllo del dolore, il miglioramento della qualità del sonno, dell’umore, della fatica cronica e della complessiva qualità della vita. Per calmare il dolore e migliorare la qualità di vita sono anche indicate terapie fisiche blande come esercizi in ambienti con ridotta gravità, in grado di ridurre il rischio di ipotrofie muscolari causate dalla ridotta attività muscolare.

Nonostante l’assenza di una terapia efficace al 100%, è importante adottare tempestivamente una cura per la fibromialgia per evitarne il peggioramento dei sintomi e, di conseguenza, della qualità della vita.

Terapia del dolore a Milano