Fratture vertebrali: eziologia, classificazione e trattamenti

Fratture vertebrali: eziologia, classificazione e trattamenti

Editato da: Monica Fato il 04/04/2022

Le fratture vertebrali sono prevalentemente diffuse nella popolazione anziana a causa della fragilità ossea conseguente all’invecchiamento. Grazie al Dott. Nicola Zullo, Neurochirurgo esperto nel trattamento della Colonna Vertebrale, scopriamo come avviene la diagnosi e quali sono i possibili trattamenti

Cosa sono le fratture vertebrali e da cosa derivano?

Le fratture vertebrali negli ultimi anni sono diventate un problema di salute frequente in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione ed al conseguente aumento di eventi traumatici da caduta accidentale e della fragilità ossea che si accompagna all’età avanzata.

Dal punto di vista patogenetico (cause), le fratture si suddividono in:

  • Spontanee: derivanti da fragilità ossea;
  • Post traumatiche: conseguenti ad un evento traumatico.

Entrambi i tipi di frattura possono coinvolgere o meno le strutture nervose che sono ospitate all’interno della colonna vertebrale: nel primo caso vengono definite mieliche o mielo-radicolari o radicolari, a seconda che compromettano la funzione del midollo spinale, delle radici nervose o di entrambe le strutture.

Classificazione delle fratture vertebrali

In base al meccanismo traumatico ed al coinvolgimento più o meno grave degli elementi che costituiscono la vertebra, le fratture sono classificate in A, B e C, dove quelle tipo A sono meno gravi e complesse, e quindi più facili da trattare, mentre le C sono più gravi e complesse.

Oggi sempre più spesso il chirurgo vertebrale si trova a valutare pazienti anziani, i soggetti più a rischio, con fratture spontanee conseguenti a patologie come l’osteoporosi, che aumentano la fragilità ossea. Per frattura spontanea si intende un cedimento di una o più vertebre non riconducibile ad un evento traumatico vero e proprio; a volte basta un semplice movimento del busto, il sollevamento di un peso anche lieve o un semplice colpo di tosse o starnuto. Spesso gli anziani presentano fratture post traumatiche da caduta accidentale che poi faticano a guarire per la concomitante presenza della malattia osteoporotica, che rende meno probabile la guarigione della frattura. Il sintomo più frequente in questi casi è il dolore alla colonna vertebrale, che talvolta può essere molto intenso e tale da impedire al paziente di mantenere la stazione eretta, di deambulare o anche di stare seduti.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi solitamente viene ottenuta con una radiografia della colonna, ma in pazienti con fratture multiple di origine osteoporotica è molto importante effettuare una risonanza magnetica per poter distinguere tra eventi precedenti ormai guariti ed eventi recenti in fase acuta, che vanno trattati.

Quali sono i possibili trattamenti?

Il trattamento delle fratture amieliche, ovvero senza coinvolgimento del sistema nervoso, può essere conservativo con busto ortopedico ed analgesici oppure chirurgico con vertebroplastica.

La vertebroplastica è un intervento piuttosto rapido, ben tollerato, a basso rischio, che consiste nell’iniettare all’interno della vertebra fratturata una resina acrilica che impedisce la deformazione del corpo vertebrale e contribuisce a ridurre il dolore.

Rispetto al busto, che deve essere indossato per almeno tre mesi e spesso è poco tollerato dai pazienti anziani, la vertebroplastica presenta alcuni vantaggi: evita il rischio di mancato consolidamento della frattura in pazienti con fragilità ossea, evento piuttosto frequente che consiste in una mancata guarigione della frattura stessa, e contribuisce ad accelerare la scomparsa del dolore, con minor necessità di assunzione di analgesici.

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