Le glifozine, note anche come inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2), rappresentano una classe di farmaci inizialmente sviluppati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2. Negli ultimi anni, tuttavia, le glifozine hanno dimostrato significativi benefici cardiovascolari, ampliando il loro utilizzo anche in cardiologia. Questo articolo esplorerà il meccanismo d'azione delle glifozine, i principali studi clinici che ne evidenziano l'efficacia nella riduzione del rischio di morte cardiovascolare, e le loro implicazioni nella pratica cardiologica.
Meccanismo d'azione
Le glifozine agiscono inibendo il trasportatore SGLT2 nei reni, responsabile del riassorbimento del glucosio filtrato dall'urina nel sangue. Questa inibizione porta ad una maggiore escrezione urinaria di glucosio, riducendo i livelli di glicemia. Ma i benefici delle glifozine vanno oltre il controllo glicemico:
- Effetti diuretici: Le glifozine aumentano l'escrezione di sodio e glucosio, portando a un effetto diuretico e natriuretico che può ridurre il volume plasmatico e la pressione sanguigna.
- Effetti sul metabolismo: Migliorano l'efficienza energetica del cuore e possono influenzare positivamente il metabolismo del miocardio.
- Effetti antinfiammatori e antifibrotici: Riduzione dei processi infiammatori e fibrotici a livello cardiaco.
Evidenze cliniche
Diversi studi clinici hanno dimostrato i benefici cardiovascolari delle glifozine. Tra i più rilevanti:
- EMPA-REG OUTCOME: Questo studio ha esaminato l'effetto dell'empagliflozin nei pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare stabilita. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione del 38% del rischio di morte cardiovascolare, una riduzione del 35% dei ricoveri per insufficienza cardiaca e una riduzione del 32% della mortalità per tutte le cause.
- CANVAS Program: Il programma CANVAS, che ha valutato il canagliflozin, ha confermato una riduzione del rischio combinato di morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale e ictus non fatale, oltre a una significativa riduzione dei ricoveri per insufficienza cardiaca.
- DECLARE-TIMI 58: Lo studio con dapagliflozin ha dimostrato una riduzione dei ricoveri per insufficienza cardiaca e una riduzione degli eventi renali avversi.
Implicazioni nella pratica cardiologica
L'evidenza accumulata ha portato le linee guida internazionali a raccomandare l'uso delle glifozine nei pazienti con diabete di tipo 2 e rischio cardiovascolare elevato. Inoltre, le glifozine sono state approvate per il trattamento dell'insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (HFrEF) indipendentemente dalla presenza di diabete.
Meccanismi cardioprotettivi
I benefici cardiovascolari delle glifozine possono essere attribuiti a diversi meccanismi:
- Riduzione del volume e della pressione arteriosa: Gli effetti diuretici e natriuretici riducono il carico di lavoro del cuore.
- Miglioramento della funzione endoteliale: Le glifozine migliorano la funzione dei vasi sanguigni e riducono lo stress ossidativo.
- Effetti metabolici: Favoriscono un metabolismo energetico più efficiente nel cuore, riducendo la dipendenza dagli acidi grassi e aumentando l'uso dei corpi chetonici.
- Riduzione dell'infiammazione e della fibrosi: Contribuiscono a un ambiente cardiaco più sano e meno propenso a sviluppare complicazioni.