Hai mai sentito parlare di pterigio?
Che cos’è lo pterigio e in che modo si può curare? Ce lo spiega il Dott. Gaetano Gallo Afflitto, esperto in Oculistica ad Agrigento
Che cosa s’intende per pterigio?
Lo pterigio è un’alterazione della superficie dell’occhio caratterizzata dallo sviluppo di una membrana fibrovascolare la quale invade la cornea dalla congiuntiva in maniera lenta e progressiva. Il settore di invasione corneale interessato è più comunemente quello nasale (ma non è escluso il temporale) e la patologia è spesso bilaterale, ma con sviluppo non simmetrico e poco prevedibile.
Come evolve?
Nel suo sviluppo, lo pterigio può invadere la cornea fino alla regione centrale. L’interessamento della zona ottica centrale e paracentrale condiziona l’acuità visiva mediante un duplice meccanismo:
- Di ostacolo meccanico;
- Di induzione di astigmatismo elevato irregolare difficile da correggere con lenti.
Da cosa può essere causato?
Nella genesi sono coinvolti tutti fattori inducenti irritazione cronica della superficie oculare, non ultimi l’esposizione prolungata al sole e agli agenti atmosferici.
L’intervento chirurgico può risolvere lo pterigio?
La rimozione chirurgica non è da considerarsi definitiva, essendo presente una forte tendenza alla recidiva che spesso risulta di grado peggiore alla formazione di partenza. Inoltre, la rimozione non elimina i sintomi irritativi né migliora significativamente l’astigmatismo.
L’intervento prevede la rimozione la rimozione dalla superficie corneale della membrana fibrovascolare congiuntivale, che è appunto denominata “pterigio”.
Al fine di ridurre il rischio della recidiva post chirurgica, alla pterigectomia si associa quando possibile il trapianto autologo di un lembo di congiuntiva sana, prelevato dallo stesso occhio o dal controlaterale, che viene trapiantato in corrispondenza della zona in cui lo pterigio è stato rimosso. L’intervento si conclude con l’apposizione di punti di sutura o di una colla biologica (colla di fibrina).