I grandi mostri dell’adolescenza

I grandi mostri dell’adolescenza

Editato da: Antonietta Rizzotti il 24/03/2023

Il passaggio dall’età infantile a quella adulta è uno dei periodi più delicati e complicati nella vita di ogni individuo. Le emozioni negative dovute a problematiche biologiche, sociali o relazionali latenti nell’infanzia si presentano spesso con grande forza in questa fase sotto forma di varie patologie psichiatriche, anche molto differenti tra loro, che poi si trascinano anche nell’età adulta. La psicopatologia dell’adolescenza è la disciplina che si occupa di studiarle e trattarle in tutte le loro forme trattandole precocemente. Analizziamole con la Dott.ssa Sofia Tavella, esperta in Psicologia in provincia di Macerata

Disturbi dell’umore 

Sono caratterizzati perlopiù da tristezza ed apatia che spesso sfociano in depressione, la più frequente tra le patologie di questo tipo (circa l’8-10% degli adolescenti). I sintomi tipici includono appunto tristezza e pensieri negativi, ma anche svogliatezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, aggressività, disturbi del sonno e dell’appetito. Esiste anche una tipologia per il paziente oscilla periodicamente tra depressione ed euforia al limite del maniacale: si tratta del disturbo Bipolare.

Disturbi d’ansia

Sempre più frequenti tra gli adolescenti, con un’incidenza prevalente sulle ragazze, i disturbi d’ansia possono presentarsi in diverse forme: ansia generalizzata, attacchi di panico, Fobia sociale e scolare. La prima tipologia implica uno stato perenne di tensione in cui al giovane è impossibile rilassarsi o godere di un sonno ristoratore. Gli attacchi di panico sono invece episodi improvvisi, generalmente di breve durata, in cui all’ansia si associano tachicardia, tremori, sensazione di impazzire o perdere la vita. Per superarli si impiega una terapia farmacologica seguita da una terapeutica. La fobia sociale e quella scolare sono infine caratterizzate da ansia e vergogna irrazionali nei confronti del mondo esterno che si concretizzano in balbuzie, viso arrossato, tremori e simili e che spingono il soggetto ad isolarsi.

Disturbi della personalità

Come già accennato l’adolescenza è un periodo cruciale nella vita di ogni persona, perché è il momento in cui la personalità inizia pian piano a formarsi. Ciò nonostante, già in questa fase sono riconoscibili i primi sintomi di possibili disturbi. Esistono tre gruppi principali: quello in cui prevalgono il sospetto, il disagio o problemi relazionali (per es. Disturbo Paranoide, Schizoide o Schizotipico); quello caratterizzato da aggressività, sbalzi di umore, drammatizzazione degli avvenimenti (tra gli altri, il Disturbo Antisociale, Borderline o Istrionico) e quello della personalità ansiosa, insicura e dubbiosa come nel Disturbo Evitante, Dipendente o Ossessivo-Compulsivo.

Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Si presenta sotto forma di pensieri o emozioni insistenti, per l’appunto ossessivi; ed azioni ripetute e controllate minuziosamente con lo scopo di placare l’ansia. I disturbi più frequenti di questo tipo includono il timore costante per germi, secrezioni corporee o rifiuti che li porta ad eseguire azioni ripetuto fino all’eccesso come lavarsi le mani, pulire in una certa maniera, ordinare con una specifica sequenza e così via. Poiché il paziente colpito da questo disturbo tende con le sue azioni a cercare di prevenire le situazioni che possano generare ansia, questa patologia non di rado si accompagna anche a problemi relazionali, depressione o altre patologie psichiatriche. Per i giovani che mostrano i primi segni di sviluppo del disturbo è fondamentale intervenire precocemente con una terapia farmacologica e cognitiva-comportamentale.

Disturbi del comportamento alimentare

Fanno parte di questa categoria: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e l’alimentazione incontrollata o binge eating. Colpiscono perlopiù le ragazze e sono spesso innescati da disturbi d’ansia, della personalità o depressione. Questi disturbi sono caratterizzati da un rapporto controverso con il cibo che viene sacrificato per paura di prendere peso (anoressia), assunto in dosi eccessive per poi essere rigettato in preda ai sensi di colpa (bulimia) o assunto in maniera eccessiva e rapida nascondendosi dagli altri per un senso di vergogna (binge eating disorder). Tutti i casi citati rivelano un rapporto problematico con il proprio Sé e la propria autostima derivati spesso da problemi relazionali con le figure paterne. Il trattamento coinvolge non solo lo psichiatra, ma anche altri specialisti come il dietologo ed il dietista.

Deficit d’attenzione e iperattività

Spesso scambiato per semplice “vivacitá”, il deficit d’attenzione ed iperattività può rimanere non diagnosticato fino ai 10 anni o più tardi quando compaiono impulsività, problemi di concentrazione o organizzazione. Come risultato i bambini tendono a presentare difficoltà a scuola, ma anche relazionali. La patologia si può presentare in due diversi spettri: alcuni bambini sono iperattivi, capricciosi, instancabili, mentre altri saranno timidi, introversi, più pigri. Tende a colpire in maniera prevalente i bambini di sesso maschile e nel 50-65% dei casi segue nell’età adulta.

Disturbi della condotta

Rientrano in questa categoria tutti i comportamenti aggressivi, provocatori o antisociali che violano le regole della convivenza civile. Possono iniziare a manifestarsi anche in tenera età (2 anni) con irritabilità o frustrazione, diventando più intensi durante i primi anni di scuola (rabbia o provocazioni) ed esplodendo nell’adolescenza con comportamenti antisociali, crimini, abuso di alcol, droghe e simili. Il disturbo dovrebbe essere affrontato non appena sorgono i primi segnali con psicoterapia, parent-training e se necessario farmaci.

Dipendenza da sostanze

La dipendenza può innescarsi con varie sostanze, le più frequenti sono senz’altro: alcol, sostanze stupefacenti, tabacco, caffeina, ansiolitici, stimolanti o sedativi. Si presenta generalmente nell’adolescenza precoce e le sue radici sono rintracciabili sia in predisposizione genetica che in problemi relazionali con le figure di riferimento. È importante cogliere i segnali ed agire tempestivamente poiché l’uso di queste sostanze, specialmente durante l’adolescenza, può causare problemi cognitivi e comportamentali che non spariscono anche dopo la disintossicazione. Le persone che soffrono di dipendenze sono, per esempio, maggiormente a rischio di suicidio.

Autolesionismo e Suicidio

L’autolesionismo consiste in tutte quelle forme di comportamenti che procurano un danno fisico al corpo, che sia sanguinamento, edemi o anche solo semplice dolore. Accompagnato da altri disturbi psichiatrici come il disturbo borderline o la depressione, l’autolesionismo viene visto dal paziente come una strategia per alleviare emozioni negative generando un circolo vizioso. Per trattarlo è necessario intervenire con la psicoterapia prima che possa sfociare, più tardi, in suicidio. Prima di giungere a questo gesto estremo, sono però individuabili alcuni segnali come isolamento o mancanza di comunicazione a cui è necessario prestare molta attenzione.

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