Identità di genere: liberiamoci dai paletti del sesso biologico!

Identità di genere: liberiamoci dai paletti del sesso biologico!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 06/10/2023

Uno dei temi più discussi nei media e nei social media negli ultimi anni è l’identità di genere. A pochi giorni dal “pride month”, ne parliamo con il Dott. Carlo Mario Rago, esperto in Psicologia a Roma

Cosa si intende per identità di genere?

Prima ancora di parlare di identità di genere è importante definire la differenza tra sesso e genere.

Il sesso di un individuo fa riferimento agli indicatori biologici di maschio e femmina quali i cromosomi sessuali, le gonadi, gli ormoni e gli organi genitali interni e esterni.

Con il termine genere si indica invece la componente mentale alla base del proprio ruolo pubblico vissuto e, contrariamente al sesso, non è immediatamente visibile sul corpo. Esso viene comunque assegnato automaticamente alla nascita in base alle caratteristiche sessuali del neonato.

L’identità di genere è dunque l’identità sociale dell’individuo che si percepisce come maschio, femmina o come appartenente ad una categoria intermedia sullo spettro del genere (ai cui poli vi sono “maschio” e “femmina”).

Per alcuni individui, definiti cisgender, l’identità di genere coincide con il sesso assegnato alla nascita: molto semplicemente un individuo sessualmente maschio/femmina che si sente uomo/donna.

Con il termine transgender ci si riferisce invece all’ampio spettro di individui che si identificano con un genere diverso da quello assegnato alla nascita. Nel lessico psicologico si parla di disforia di genere per indicare la sofferenza affettiva e cognitiva che accompagna l’incongruenza tra il genere esperito e quello assegnato alla nascita. È bene dunque sottolineare come la scienza psicologica non identifichi come patologia la condizione di transgenderismo, bensì il disagio relativo alla discrepanza di genere.

L’appartenenza a un genere (o meno) è chiara sin dalla nascita?

Definire il sesso di un individuo è possibile ancor prima della nascita tramite le moderne tecnologie mediche ed è in effetti uno dei quesiti più importanti durante la gravidanza. Tale definizione genera automaticamente nella famiglia del nascituro una serie di aspettative più o meno consapevoli su quale sarà il comportamento futuro del bambino, i suoi interessi, i colori che vestirà, i giochi che gradirà, la sua immagine sociale ecc.: in poche parole una identità di genere.

L’eventuale non conformità del bambino al genere assegnato non sarà evidente sin dalla nascita in quanto, come la personalità, richiederà qualche anno per svilupparsi ed emergere. I professionisti della salute mentale sono in questo caso necessari per valutare la disforia di genere e per aiutare l’individuo e la famiglia a trovare un nuovo equilibrio, una identità più integrata e una vita più felice.

Cos’è il processo di Transizione e come si può supportare a livello psicologico?

Con il termine transizione si fa riferimento al processo psicologico e/o fisico e/o legale di passaggio dal genere assegnato alla nascita al genere di elezione.

Alcuni dei passaggi più importanti che una persona transgender può compiere nel raggiungimento della propria identità sono (non necessariamente in questo ordine):

  • Il coming out personale e sociale come persona transgender
  • Percorso legale e burocratico per il cambio dei dati anagrafici
  • Interventi cosmetici, ormonali e/o chirurgici

È importantissimo sottolineare come il processo di transizione, per essere riconosciuto come tale non richiede necessariamente un percorso legale o un intervento sull’aspetto fisico della persona in quanto l’identità di genere è prima di tutto un fattore psicologico.

Spesso si confonde orientamento sessuale e identità di genere, potrebbe spiegare la differenza?

Molto spesso il concetto di identità di genere viene confuso con quello di orientamento sessuale. Mentre nel primo caso parliamo effettivamente dell’identità della persona, di come essa si percepisce e come vuole essere percepita dalla società, con il termine orientamento sessuale si fa riferimento alla specifica attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso persone del sesso opposto (eterosessualità), dello stesso sesso (omosessualità) o di entrambi i sessi (bisessualità). Gli orientamenti sessuali appena citati sono i più rappresentati oggi ma ne esistono numerosi altri che rendono conto delle sottili sfumature della variabilità umana (asessualità, pansessualità, polisessualità, demisessualità ecc.).

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