Idrocefalo: cause, sintomi e innovazioni

Pubblicato il: 11/03/2024 Editato da: Antonietta Rizzotti il 11/03/2024

L'idrocefalo è una condizione caratterizzata dall'accumulo eccessivo di liquido cerebrospinale nei ventricoli del cervello, provocando un aumento della pressione intracranica. Questo squilibrio può derivare dalla produzione eccessiva di liquido o da un insufficiente assorbimento. Il Dott. Roberto Settembre, esperto in Neurochirurgia a Bari, ci aiuta a capire meglio

medico e paziente

Quali sono le cause più comuni di idrocefalo?

Il liquor cefalo-rachidiano svolge un ruolo fondamentale nel nostro corpo, poiché permette la protezione del cervello, oltre a veicolare le sostanze nutritive e gli scarti. Se questo liquido si accumula nelle cavità cerebrali, si parla di idrocefalo.

Si distingue:

  1. una forma ostruttiva
  2. da iperproduzione liquorale
  3. da ridotto riassorbimento

Tra le cause più comuni dell'idrocefalo ci sono emorragie, tumori e complicanze legate alle meningiti. L'idrocefalo può verificarsi sia nei bambini che negli adulti, ed è importante monitorare i sintomi per poter intervenire tempestivamente e prevenire complicazioni.

In che modo l'idrocefalo può influire sulle funzioni cognitive e sulla qualità di vita dei pazienti?

Nel bambino piccolo, l'idrocefalo provoca una situazione di ingrossamento della testa, dove la pressione aumentata genera una dilatazione delle suture craniche ancora non saldate.

Ci sono diverse malformazioni congenite che possono causare questo fenomeno, quali:

  • stenosi dell'acquedotto di Silvio
  • spina bifida
  • malformazione di Chiari
  • sindrome di Dandy Walker
  • cisti aracnoidee o ventricolari

Nel caso degli adulti, invece, l'accumulo di liquido causato dall'idrocefalo comprime il cervello, generando gravi situazioni che possono portare al coma se non affrontate tempestivamente.

Quali sono le opzioni terapeutiche più avanzate e innovative nel trattamento dell'idrocefalo?

Per intervenire in situazioni di emergenza, si deve praticare un piccolo foro nella scatola cranica e inserire un catetere (shunt) che permetta lo scarico del liquor o in eccesso esternamente. Successivamente si può collegare la derivazione sottopelle, sino all'addome o all'atrio destro del cuore, per rendere la soluzione definitiva.

Come si affronta il trattamento dell'idrocefalo nei pazienti pediatrici rispetto a quelli adulti?

Spesso l’idrocefalo del bambino essendo legato ad un problema congenito o come esito di una infezione a livello del sistema liquorale merita un trattamento chirurgico più immediato.

Nell’adulto è sovente causato da una lesione espansiva o emorragia che comprime le strutture liquorali.

Nell'anziano si può avere l’idrocefalo normoteso, caratterizzato da una dilatazione dei ventricoli cerebrali senza aumento della pressione cranica. Può causare difficoltà di movimento, declino cognitivo e problemi di incontinenza. Se necessario si posiziona uno shunt sottocutaneo per il drenaggio.

Quali sono le sfide più significative che i pazienti con idrocefalo e i loro familiari affrontano nel percorso di gestione della malattia?

Un paziente operato per idrocefalo va monitorato nel tempo, per le possibili complicanze anche a lungo termine, oltre la necessità per chi è operato da bambino di dover allungare il catetere addominale quando la crescita lo richiede.

Inoltre particolare attenzione va riposta nella prevenzione delle infezioni in quanto se si infetta il sistema ventricolo-peritoneale bisogna necessariamente sostituirlo chirurgicamente.

Neurochirurgia a Bari

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