Dopo la fine della pandemia, molti virus e batteri, che sembravano essere scomparsi grazie all’isolamento sociale, alla maggior igiene ed all’uso di sistemi di protezione personale, sono ricomparsi prepotentemente. Fra quelli di interesse pediatrico vi è lo Streptococco Beta Emolitico gruppo A (SBEA), il quale sta causando molti casi. A parlarcene in questo articolo è la Dott.ssa Milanesi, esperta in Cardiologia Pediatrica a Padova
Streptococco Beta Emolitico Gruppo A (SBEA)
Di questo batterio conosciamo da anni i comportamenti:
- causa principalmente la faringo-tonsillite batterica e, per alcuni ceppi, la scarlattina;
- colpisce i soggetti in età scolare dai 5 anni in su, risparmiando quasi totalmente i piccoli sotto i 3 anni;
- è sensibile alla amoxicillina;
- causa solitamente patologie non gravi che guariscono in pochi giorni. Tuttavia in alcuni casi e in soggetti geneticamente predisposti può causare malattie più serie come la glomerulo nefrite post-streptococcica e, soprattutto, la cardite reumatica. Queste complicanze sono facilmente evitabili con una terapia antibiotica ben condotta.
Linea Guida della Società Italiana di Pediatria per lo SBEA
Per evitare paure ingiustificate e terapie mal condotte la Società Italiana di Pediatria ha promulgato linee guida di cui questo breve articolo, vuole essere uno strumento di diffusione.
I punti salienti di queste linee guida, oltre a quanto su esposto sull’epidemiologia, sono che solo 1 su 4 faringo-tonsilliti in età pediatrica è causata dallo SBEA, mentre le restanti 3 su 4 sono virali.
Diagnosi di faringo-tonsillite causata da SBEA
La diagnosi, oltre che con la clinica e sulla base dell’epidemiologia (rarissimo nei primi 3 anni di vita) si fa con un tampone faringeo, che si può comprare in farmacia (test rapido), ma che deve essere effettuato con molta cura, e quindi sarebbe meglio fosse fatto da personale sanitario. Non sono necessari altri esami.
La terapia antibiotica per lo SBEA
La terapia antibiotica di prima scelta è l’amoxicillina, che deve essere prescritta dal pediatra e somministrata a chi presenta i segni clinici della faringo-tonsillite streptococcica. Infatti dal 10 al 25% dei positivi, in realtà non sono malati e sono portatori sani, che corrono minimo se non nullo rischio di complicanze e bassissimo rischio di contagiare altri. Data la mancanza di significato clinico di un tampone positivo in assenza di sintomatologia, non vì è indicazione alla ripetizione del tampone dopo guarigione dalla faringo-tonsillite.
Alcuni bambini presentano recidive di faringo-tonsillite da SBEA durante l’inverno. La Società Italiana di Pediatria non suggerisce neppure in questi casi (salvo rare eccezioni) di cambiare antibiotico per la terapia. Altri antibiotici, quale l’Azitromicina, possono essere usati in bambini allergici all’amoxicillina, ma non sono altrimenti raccomandati.
La ripresa scolastica dopo faringo-tonsillite o scarlattina può avvenire dopo 48 ore di terapia antibiotica, se le condizioni del bambino lo permettono, e non richiede certificazione del pediatra.
Come prevenirla?
La prevenzione si attua con adeguata igiene delle mani, areazione degli ambienti e l’eliminazione di comportamenti promiscui, come l’uso comune di stoviglie.