Il trattamento chirurgico delle ghiandole salivari

Il trattamento chirurgico delle ghiandole salivari

Editato da: Antonietta Rizzotti il 08/05/2023

Come vengono trattate le ghiandole salivari nel 2018? Ci risponde il Prof. Enrico De Campora, esperto in Otorinolaringoiatria a Roma presso lo Studio De Campora

Attualmente la calcolosi delle ghiandole salivari o scialolitiasi viene trattata con l’intervento di scialectomia, ovvero con la rimozione chirurgica per via esterna della ghiandola salivare. Tale intervento prevede un accesso chirurgico in anestesia generale in sala operatoria, l’incisione cutanea cervicale classica, la rimozione della ghiandola ed il posizionamento di un drenaggio percutaneo cervicale con un tempo medio di ricovero variabile tra i 2 ed i 4 giorni.

Ghiandole salivari: tecnologia in aiuto

Con il progredire della miniaturizzazione dei sistemi ottici flessibili, rigidi o semi-rigidi, si è reso disponibile lo scialoendoscopio, endoscopio in grado di esplorare per fini sia diagnostici che operativi i dotti principali delle ghiandole salivari. In tal modo il calcolo viene rimosso in endoscopia passando attraverso il dotto salivare, senza bisogno di intervento alcuno. È divenuto quindi possibile operare le patologie che tutt’oggi risultano identificate dalla diagnosi “Scialolitiasi/scialoadenite” in anestesia generale o locale a seconda della complessità dell’intervento, in regime di One Day-Surgery, senza alcun tipo di incisione cutanea.

Ghiandole salivari: strumenti chirurgici

La strumentazione è dotata di un kit di dilatatori, che consente di aumentare il diametro del dotto salivare per permettere sia l’introduzione dello scialoendoscopio, che di diversi strumenti utili per la rimozione del calcolo, quali le pinze a cestello o le pinze da presa diretta.
L’intervento può essere effettuato in anestesia generale ovvero in anestesia locale in base all’esperienza personale del chirurgo, il tempo medio operatorio è molto variabile in base al tipo di dotto o calcolo da affrontare: può allungarsi in presenza di dotti stenotici, di calibro molto ridotto o con calcoli di volume aumentato (>7mm) cui risulta necessaria la frammentazione, ma comunque sempre compresi in genere tra i 30’ ed i 90’.

Quali esami sono necessari prima dell’intervento?

Sono necessari i routinari esami pre-operatori, una ecografia recente delle ghiandole salivari, una valutazione otorino pre-operatoria, la quale, stabilità la fattibilità dell’intervento, apre la strada alla procedura endoscopica.

Quali sono i rischi dell’intervento?

I rischi sono quelli generici legati più all’anestesia che non all’intervento. L’unica controindicazione è rappresentata da calcoli incuneati nei dotti salivari minori soprattutto a carico della ghiandola parotide e pertanto difficilmente estraibili a causa delle ridottissime dimensioni del dotto salivare, per tale motivo è indispensabile la valutazione pre-operatoria dell’otorino, ecografia alla mano.

Come trattare le neoplasie salivari?

La patologia neo-plastica delle ghiandole salivari è rappresentata per lo più da tumori benigni della ghiandola parotide, si manifestano come tumefazioni indolenti a lento accrescimento. I più frequenti sono l’adenoma pleomorfo o tumore misto ed il tumore di Warthin o cisto-adeno-linfoma. Più raramente vengono interessate le ghiandole sottomandibolare e sottolinguale.
Fondamentale è l’esame ecografico con ago-aspirato (FNAC) per valutare le dimensioni, la localizzazione e porre diagnosi citologica della lesione.
La terapia è esclusivamente chirurgica, consiste nella rimozione superficiale o completa della ghiandola. L’intervento, in mani esperte dura in base alla complessità dell’intervento, da 1 a 3 ore, e necessita di ricovero per un periodo variabile da 1 a 4 giorni.

Otorinolaringoiatria a Roma