Il vademecum del buon cardiochirurgo

Autore: Prof. Leonardo Patanè
Pubblicato: | Aggiornato: 28/03/2023
Editor: Serena Silvia Ponso

Il rapporto medico-paziente è un rapporto delicato, complesso e, a volte, profondo. L'empatia, per esempio, è un aspetto sul quale lo specialista deve affidarsi per parlare la stessa lingua del paziente, e questo è solo uno dei punti del vademecum del buon cardiochirurgo secondo il Prof. Leonardo Patanè, esperto in Cardiochirurgia a Catania

L’approccio con il paziente: la chiave è l’empatia

Generalmente il rapporto tra medico e paziente è una componente essenziale nella cura di una malattia, soprattutto nei casi in cui la cura consiste in un intervento chirurgico, e ancora di più quando si tratta di chirurgia di alta specialità come la cardiochirurgia.

È bene che sia un rapporto di pari grado. Non importa se il paziente è giovane o anziano, se è ricco o povero, se è un semplice operaio o ricopre un’alta carica dello Stato, quello tra medico e persona ammalata, o presunta tale, deve essere un rapporto tra due esseri umani che entrano in sintonia, comunicano sulla stessa lunghezza d’onda e hanno lo stesso obiettivo: combattere la malattia con l'obiettivo di sconfiggerla. Il compito di stabilire questo rapporto positivo (empatia) spetta soprattutto al medico. Se si entra in empatia, tutto sarà più semplice e, anche se non ancora del tutto dimostrato scientificamente, credo che la percentuale di successo e di guarigione aumenterà.

 Le capacità professionali e le conoscenze tecniche sono di certo indispensabili ma questo non basta: bisogna coniugare conoscenze ed esperienza con umanità e disponibilità.

 

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Medico e paziente devono parlare la stessa lingua

La persona che scopre di avere una malattia al cuore ha paura, o quanto meno è preoccupato perché non conosce quello che lo attende. Spesso ha voglia di parlare, altre volte è taciturno. In ogni caso, è desideroso di informazioni sulle sue condizioni di salute ed aspetta dettagli sulle possibilità di guarigione, sulle aspettative di vita, in termini di qualità e quantità, e su quello che potrà fare in futuro. E inoltre, cosa normale, teme l’intervento, a volte ne accetta l’idea più facilmente, altre volte con difficoltà, altre volte ancora la rifiuta. Il medico chirurgo invece affronta quotidianamente queste situazioni e non è influenzato da fattori emozionali. Spetta quindi a lui stabilire un rapporto, al tempo stesso umano e professionale, con il paziente. Spetta a lui mettersi sullo stesso piano, “parlando la stessa lingua” della persona che ha di fronte.

Ascoltare il paziente

Il paziente va innanzitutto messo a proprio agio durante la visita cardiologica, va ascoltato, vanno esaminati i documenti in suo possesso, va visitato e, se necessario, vanno richiesti ulteriori accertamenti. Dopo va informato in maniera precisa sulla propria malattia, sulle cause e sui provvedimenti da prendere. Se è necessario un intervento, spiegare bene il perché di tale scelta, i pro e i contro. Grazie ai miglioramenti della medicina e delle tecniche chirurgiche oggigiorno è possibile rassicurare il paziente nella maggior parte dei casi, senza però mai sottovalutare o minimizzare i possibili rischi.
In ogni caso, dopo le opportune informazioni, la scelta finale sulla scelta della strategia terapeutica spetta al paziente ed il medico deve accompagnarlo in questa scelta supportandolo.

Il vero cardiochirurgo non va mai in vacanza

Il cardiochirurgo deve essere sempre disponibile, 24/7. Le malattie di cuore infatti non conoscono vacanze, festività, giorno o notte. Questo molto spesso va a discapito della vita privata e della propria famiglia.
È difficile trovare un professionista che abbia insieme tutte queste qualità e soprattutto che riesca a esprimerle in ugual modo tutti i giorni, ma questo è l’obiettivo che dovrebbe guidare il suo lavoro quotidiano.
Ritengo che il lavoro del medico sia un lavoro difficile che richiede conoscenza, intuito, capacità tecniche, empatia, impegno, disponibilità e coscienza. Ritengo al tempo stesso che sia un grande privilegio aver la possibilità di contribuire a ridare ad una persona il bene più prezioso, ovvero la salute.

 

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Prof. Leonardo Patanè
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