In quali casi bisogna rivolgersi ad un proctologo?

Autore: Dott. Pasquale Ascenzi
Pubblicato:
Editor: Marta Buonomano

Il Dott. Pasquale Ascenzi, esperto in Chirurgia Generale e Colonproctologia a Bologna, ci spiega in quali casi dobbiamo richiedere una visita specialistica con un proctologo

Che cos’è la Colonproctologia?

La colonproctologia è una branca medico-chirurgica che si occupa gli aspetti diagnostici e terapeutici delle patolgie a carico del colon e della regione retto-anale acuta e cronica, sia di natura benigna che oncologica. Si sviluppa attraverso visita, esami diagnostici e cura che puo’ essere medica, chirurgica e riabilitativa.

Quando bisogna rivolgersi ad un proctologo?

Una visita colonproctologica risulta indicata qualora si presenti un problema a carico del colon che spesso si evidenzia con alterazione della funzione intestinale (stipsi, diarrea o presenza di muco nelle feci) oppure per la presenza di sanguinamento spontaneo o durante le evacuazioni.

Visita proctologicaÈ necessario inoltre rivolgersi ad uno specialista colonproctologo in caso di problemi che insorgono nella zona dell'ano e del retto, in questo caso i disturbi possono essere frequentemente associati alla presenza di emorroidi e ragadi anali che sono tra le patolgia anorettali maggiormente presenti nelle casistiche a livello mondiale che insorgono quasi sempre con sanguinamento, dolore o prurito.

Altre patologie frequentemente riscontrate che riguardano la regione anorettale sono le fistole anali, gli ascessi che si presentano in modo isolato o associato alle fistole, neoformazioni benigne o maligne e prolassi con disturbi della evacuazione e della minzione.

Cosa prevede la visita proctologica?

La visita proctologica produce in genere imbarazzo al paziente per l’immaginario dovuto ad un informazione non completa e un fatto culturale per il quale si tende a tenere nascosto un problema che coinvolga una zona cosi intima anche ai parenti piu stretti. In realtà se ben informato e preparato il paziente puo eseguire il consulto nella massima tranquillità ed intimità senza problemi particolari e soprattutto andando a valutare e risolvere problematiche a volte anche gravi o comunque disturbanti e invalidanti

Il consulto proctologico prevede:

  1. Un colloquio con lo specialista e la raccolta dei dati generali e la storia clinica del paziente, la valutazione dei sintomi e degli esami eventualmente gia eseguiti.
  2. La visita che comprende una ispezione esterna e digitale interna e l’esecusione di una anoscopia o ano rettoscopia

L’aspetto maggiormente temuto risulta proprio la visita che in realtà non procura particolari problemi al paziente sia in rapporto all’imbarazzo che al dolore o fastidio che possa procurare.

Il paziente viene invitato a sdraiarsi nella posizione fetale di Sims (sul fianco sinistro con le ginocchia avvicinate al petto).

Si procede quindi con la massima delicatezza alla valutazione digitale con l’intrusione del dito del chirurgo protetto da un guanto e lubrificato con un gel appositamente dedicato.

Dopo questa prima fase si procede alla anoscopia o ano rettoscopia che in genere non producono particolari fastidi e vengono eseguite con uno strumento di calibro simile al dito esploratore anch’esso appositamente lubrificato e introdotto con cautela.

Tale procedura permette di evidenziare il tratto anorettale fino a circa 15 cm.

Il tempo complessivo per completare la vista è in genere di circa 25-30 minuti e al termine al paziente viene consegnato un referto con la diagnosi, la richiesta di eventuali ulteriori accertamenti da eseguire e quando possibile e indicata la terapia che può essere farmacologica, riabilitativa o chirurgica.

Dott. Pasquale Ascenzi
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