Infortunio sul lavoro: come si valuta il danno?

Infortunio sul lavoro: come si valuta il danno?

Editato da: Marta Buonomano il 27/09/2023

Il nostro esperto in Medicina Legale a Napoli, il Dott. Marcello Lorello ci parla dell’infortunio sul lavoro, di come si valuta il danno estetico e psichico e ci spiega cosa s’intende per malattia professionale

Quando si può parlare di infortunio sul lavoro?

ambiente lavorativoL’infortunio sul lavoro è un evento causale o concausale che ha determinato un danno biologico. Provocato da una causa violenta, esterna e accidentale, si verifica in occasione della prestazione lavorativa. Devono quindi correlarsi tre elementi concomitanti:

  • La causa violenta (rapida quindi cronologicamente concentrata), esterna (requisito di esteriorità) e imprevista (accidentale);
  • La circostanza del lavoro;
  • L'evento dannoso alla salute.

Lesione, occasione di lavoro e causa violenta: di cosa si tratta?

La lesione è l'alterazione recata al complesso psicofisico del lavoratore; l'occasione di lavoro è il nesso di causalità o eziologico tra il lavoro e il verificarsi del rischio; la causa violenta è l'azione improvvisa ed immediata di una forza esterna che determina la lesione stessa ed eventualmente la menomazione. Inoltre, l’evento dannoso non è intenzionale né previsto da parte del lavoratore, in quanto è legato alla pericolosità della prestazione d’opera. L’infortunio in ambito lavorativo può avere luogo anche per colpa di terze persone (es. il datore di lavoro) o per dolo, ma ciò non comporta il venir meno della sua indennizzabilità.

Come si valuta il danno estetico e psichico?

La Legge ha esteso la nozione di lesione ricomprendendovi non solo l'integrità biologico-fisica del lavoratore, ma anche il danno estetico e psichico. Il danno estetico però deve essere incidente sulle attitudini al lavoro del soggetto protetto, o meglio sulle capacità dell'assicurato di trovare occupazione nel mercato del lavoro, mentre il danno psichico è da valutare in tale ambito indipendentemente dalla produzione del reddito.

Che cos’è l’infortunio in itinere?

L'infortunio in itinere è quella condizione che si verifica durante il percorso "diretto" di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro e gli elementi che intervengono come circostanza aggravante il rischio generico della strada sono l'iter e il mezzo di trasporto, che deve essere autorizzato dal datore di lavoro e necessario per l'assenza di possibilità di usare mezzi pubblici.

Cosa s’intende invece per malattia professionale?

La malattia professionale è una condizione che si instaura lentamente e la cui causa, non violenta e concentrata nel tempo, influenza in maniera progressiva l’organismo. Il fattore causale può essere diretto ed efficiente, vale a dire in grado di causare un’infermità in maniera esclusiva o prevalente. La malattia viene contratta nell’esercizio e a causa di condizioni lavorative rischiose. È possibile, tuttavia, il concorso di cause extraprofessionali, ma queste non devono interrompere il nesso causale per la incontrovertibile capacità di determinare da sole l’infermità.

ambiente lavorativoPer quanto riguarda le malattie professionali, deve quindi esistere un nesso (causale o concausale) diretto tra la patologia ed il rischio professionale. Quest’ultimo può essere provocato dal tipo di lavoro che l’assicurato svolge oppure dall’ambiente in cui svolge il suddetto lavoro (“rischio ambientale”).

Il lavoratore è sollevato dal dover provare l’origine lavorativa della patologia. Infatti, una volta dimostrate l’esposizione ad un rischio ambientale dovuto al tipo di lavoro svolto, l’esistenza di una patologia tabellata e dopo aver effettuato una denuncia entro il termine massimo di indennizzabilità, per legge, si presume che questa malattia abbia un’origine lavorativa.

La Corte Costituzionale (sentenza n. 179/1988) ha introdotto il “sistema misto” nella legislazione italiana, secondo il quale il sistema tabellare resta in vigore, ma è supportato dalla possibilità (per l’assicurato) di dimostrare che la patologia non tabellata da cui è afflitto, nonostante non possieda le tre condizioni previste dalle tabelle, possiede comunque un origine di tipo lavorativo.

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