Innesti cutanei: cosa sono? Scopriamolo insieme

Innesti cutanei: cosa sono? Scopriamolo insieme

Editato da: Francesco Fusi il 14/07/2022

Un innesto cutaneo non è nient’altro che un trapianto di cute prelevata e trasportata su un sito ricevente, ben vascolarizzato e sul quale essa dovrà attecchire

Gli Innesti sono diversi dipendendo dalla zona da coprire. L'innesto cutaneo è l’ultima copertura di un processo ricostruttivo che può cominciare con l'asportazione del tessuto necrotico. Gli innesti servono per coprire i tessuti nobili: i tendini, le ossa, i muscoli o i vasi sanguigni, il tutto per dare protezione a questi. Le tecniche sono diverse, l’importante è la preparazione della ferita per l'attecchimento e l’integrazione dell'innesto. Abbiamo a disposizione diversi materiali come collagene suino, acido ialuronico, tessuto bovino e tessuto ittico.

Ma cos’è un innesto cutaneo?

Un innesto cutaneo nello specifico è un frammento di tessuto cutaneo separato dal sito originale per essere fissato sul sito ricevente affinché si possa rivascolarizzare spontaneamente, dunque è diverso da un lembo che contiene la propria rete vascolare. Questo trattamento è utilizzato per perdite traumatiche o specialmente ustioni. Nello specifico un innesto lascia sul sito donatore, isolotti epidermici per consentirne la riepitelizzazione spontanea dalla parte più profonda, in circa dieci giorni.  Quando il donatore e il ricevente del tessuto cutaneo sono la stessa persona parleremo di innesto autologo. È chiaro che un innesto autologo ha più possibilità di riuscire ad attecchire completamente e da subito, al contrario gli innesti eterologhi possono incontrare più difficoltà in quanto l’epidermide ovvero la parte superficiale della cute ha maggiore rischio di essere rigettata.

Ma quali sono le condizioni indispensabili ai fini di un attecchimento perfetto?

Per prima cosa:

  • L’area ricevente deve essere ben vascolarizzata, ovvero deve essere in grado di produrre neoformazioni vascolari.
  • Ci dev’essere massima aderenza tra innesto ed area ricevente, dunque è di grande importanza il fatto che non si devono formare ematomi o sieromi tra le due superfici.
  • È importante che ci sia una accurata immobilizzazione dell’innesto poiché qualunque movimento impedirebbe la sua rivascolarizzazione.

Dopo la fase di attecchimento cosa fare?

Una volta trasferito l’innesto nell’area ricevente, è necessario effettuare una medicazione compressiva con garze o spugne fissate con fili di sutura, con l’obbiettivo di mantenere l’innesto ben adeso ed immobilizzato al fondo dell’area ricevente per il periodo necessario al suo attecchimento.

Il processo di attecchimento degli innesti è suddivisibile in 3 fasi:

  • La prima fase è l’imbibizione ovvero l'assorbimento di un liquido da parte di un corpo o di una sostanza. Questa fase può durare dalle 24 alle 48 ore. Questo processo consiste nel riempimento dei vasi dell’innesto ad opera della regione ricevente.
  • La seconda fase è conosciuta come rivascolarizzazione e dura dai 5 ai 7 giorni. In questa fase inizia la formazione di bottoni di cellule endoteliali. Questi bottoni endoteliali formano cordoni e poi vanno incontro a cavitazione e infine hanno l’obiettivo di rivascolarizzare l’innesto.
  • Infine c’è la fase di maturazione che può durare fino ad un anno, dove nel tempo l’innesto può andare incontro a modificazioni della sua pigmentazione. Qui l’innesto va incontro a reinnervazione ad opera delle terminazioni nervose dell’area ricevente.
Chirurgia Generale a Spoltore