Ipertensione secondaria: tra dubbi e certezze

Ipertensione secondaria: tra dubbi e certezze

Editato da: Marta Buonomano il 08/02/2023

Il Dr. Paolo Brazzarola, esperto in Chirurgia Generale ed Endocrina e Responsabile della USD di Chirurgia Endocrina della AOUI di Verona, ci parla delle nuove frontiere in campo chirurgico per la cura dell’ipertensione secondaria

Che cosa s’intende per ipertensione secondaria e perché è difficile da diagnosticare?

L’ipertensione secondaria è un’ipertensione non legata ad una malattia primitiva delle arterie (arteriosclerosi), ma che deriva da cause secondarie come malformazioni vascolari, renali o neoplastiche delle ghiandole surrenaliche. Un adenoma di una ghiandola surrenalica o una stenosi di un’arteria renale possono causare, anche in un Paziente giovane, una forma di ipertensione che può però essere curata se diagnosticata correttamente.

Perché è difficile diagnosticare queste patologie?

L’ipertensione secondaria è una malattia a tutt’oggi difficile da identificare, soprattutto in caso di malattia surrenalica. Ciò è dato dalla difficoltà di diagnosi ed interpretazione dei dati, così come dal grande impegno medico e strutturale che richiede la terapia medica e chirurgica.
Secondo vari Autori circa il 20% di pazienti ipertesi soffre di ipertensione secondaria; di conseguenza, il 20% dei Pazienti ipertesi potrebbe guarire da questa sindrome se fosse adeguatamente gestito ed operato.

Quali sono le possibilità chirurgiche attuali?

Le possibilità chirurgiche attuali sono l’intervento per via laparoscopica, per via posteriore o robotica. In ogni caso, cio è strettamente legato ad una gestione anestesiologica accurata. La chirurgia prevede la rimozione del surrene servendosi di una tecnologia avanzata in modo da garantire buoni risultati ed un impatto ridotto sul Paziente.

Come sono cambiate le possibilità di guarigione negli ultimi anni?

Il periodo di degenza in ospedale è ridotto grazie all’utilizzo di queste tecniche: dopo una surrenalectomia laparoscopica il paziente dovrà rimanere in ospedale solamente per due giorni, con un tasso di guarigione dell’80%. I Pazienti che non hanno ottenuto una guarigione dall’ipertensione completa potranno comunque ridurre in maniera drastica l’assunzione di farmaci.

Dr. Brazzarola, quest’anno le è stato conferito il Top Doctors Awards, un premio all’eccellenza medica che l’ha inclusa tra i 30 migliori specialisti d’Italia: cosa ne pensa di questo riconoscimento?

Sono ovviamente soddisfatto di questo risultato che corona uno sforzo professionale non solo mio, ma anche e soprattutto del mio Gruppo. Il nostro obiettivo è quello di occuparci con dedizione ed in maniera intensiva del nostro Paziente, sia dal punto di vista umano che tecnico e professionale. Ad oggi siamo riusciti a ridurre quasi a zero il tasso di complicanze di tutte le patologie endocrine che trattiamo ed abbiamo una grande richiesta da parte di pazienti di tutta Italia. Il Paziente è e resterà sempre al centro del nostro interesse.

 

Chirurgia Generale a Verona