L’epatite B: esiste ancora?

L’epatite B: esiste ancora?

Editato da: Sharon Campolongo il 15/03/2022

L’epatite B è attribuibile ad un virus a DNA della famiglia delle Hepadnaviridae, che ha un tropismo spiccato e specifico per le cellule epatiche, ma che provoca un danno solo in caso di attività del sistema immune. Ovvero, è possibile che conviva con l’uomo senza arrecare danno, fintantoché non venga aggredito dal sistema immunitario. In questo caso si sviluppa l’epatite vera e propria. Approfondiamo questo tema con il Dott. Giovanni Galati, specialista in Medicina Interna ed Epatologia a Roma

Che prevalenza ha l’infezione da virus epatitico B e come si diagnostica?

In Italia attualmente meno del 2 % della popolazione è entrata in contatto con il virus (in passato la prevalenza era molto più alta).

Va distinto un quadro di “portatore inattivo” (i vecchi portatori sani, cosiddetti) da uno di portatore attivo. Entrambi devono essere seguiti dallo specialista. La differenza sta nel valore di DNA virale che si dosa nel sangue con un semplice test, nel valore di HbsAg (antigene Australia) e della sua quantificazione, e nel livello di transaminasi. In rari casi selezionati, nei quali i test non invasivi compreso il Fibroscan ® non sono riusciti a porre una diagnosi, potrebbe essere necessaria la biopsia epatica.

Esistono delle terapie?

Le terapie ad oggi si basano sull’utilizzo dell’interferone nelle fasi iniziali, quando viene rilevata una fibrosi epatica lieve, e sull’utilizzo di antivirali detti ad alta barriera genetica (ovvero resistono alle mutazioni del virus, che potrebbero impattarne l’efficacia) che bloccano la replicazione del virus, inducendo degli errori nella catena replicativa.

A breve ci saranno anche terapie che agiranno su altri punti del ciclo vitale del virus, come ad esempio l’attacco ed ingresso nella cellula epatica.

persona che si vaccina

Come si può individuare l’infezione da HBV?

Basta un semplice test per la ricerca dell’HBsAg. Invece, in caso di terapie immunosoppressive (soprattutto a base di farmaci che bloccano il sistema immune) è necessario sapere se si è anche potenziali portatori occulti del virus, cercando l’anticorpo diretto contro la proteina core virale (anti HBc IgG). In tal caso l’HBsAg non sarà presente ma è opportuno fare una profilassi antivirale con un farmaco specifico, al fine di evitare una riacutizzazione epatitica.

Il virus dell’epatite B si associa ad altre patologie?

Sì, l’HBV si associa alla presenza del virus delta (HDV), con cui potenzia l’effetto dannoso nei confronti del fegato. Alla diagnosi andrà sempre cercata la co-infezione con l’HDV, con un semplice test anticorpale. Inoltre, HBV è causa diretta dell’epatocarcinoma epatico, per cui il paziente con infezione attiva, anche in assenza di cirrosi, andrà seguito attentamente per il rischio di carcinogenesi, con ecografie epatiche seriate.

Come si può prevenire?

Certamente la vaccinazione obbligatoria dal 1991, diretta ai nuovi nati ed ai dodicenni, ha cambiato l’epidemiologia in Italia. Tuttavia, la trasmissione è per via sessuale e con sangue e derivati del sangue. Rari casi di infezione acuta sono pressoché autorisolventesi nell’adulto, mentre la persistenza del virus è frequente se acquisito alla nascita o in epoca infantile.

Medicina Interna a Roma