La leucemia in età pediatrica: come riconoscerla?
Autore:Il Dott. Paolo D’Angelo, esperto in Oncoematologia Pediatrica a Palermo, ci parla della leucemia in età pediatrica, in particolare della Leucemia Linfoblastica Acuta, e ci spiega come riconoscerla e curarla
Cosa sono le leucemie in età pediatrica?
Le leucemie sono delle patologie caratterizzate da una crescita rapida e incontrollata di cellule immature ed atipiche che infiltrano il midollo osseo, ostacolando la normale produzione di cellule da parte del midollo provocando, di conseguenza, un impoverimento del sangue stesso. È proprio a causa dell’impoverimento del sangue che compaiono i primi sintomi della malattia, quali pallore e anemia (carenza di globuli rossi), leucopenia e facilità nel contrarre infezioni (carenza di globuli bianchi) ed emorragie (carenza di piastrine). D’altra parte, spesso è possibile riscontrare leucocitosi, vale a dire un elevato numero di globuli bianchi nel sangue.
La leucemia rappresenta il 33% dei tumori infantili e, pertanto, è il tipo di neoplasia più comune nei bambini. Tra queste, la Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) in particolare rappresenta circa il 75% dei casi, mentre il restante 25% è costituito da differenti tipi di Leucemia Mieloblastica Acuta (LMA) e dalla Leucemia Mieloide Cronica (LMC).
Quali sono i sintomi di una Leucemia Linfoblastica Acuta?
Le manifestazioni di questa malattia possono essere anche subdole: pallore, febbre, astenia e anoressia sono infatti dei sintomi che possono presentarsi in molte altre condizioni. Dei sintomi più tipici, legati all’eccessiva produzione di cellule leucemiche con conseguente infiltrazione del midollo osseo, possono essere:
- Manifestazioni emorragiche;
- Ingrossamento dei linfonodi;
- Incremento del volume di milza e fegato;
- Dolori osteoarticolari.
Come si formula la diagnosi?
- Grazie all’emocromo è possibile rilevare:
- L’incremento o la riduzione dei globuli bianchi, con presenza di blasti (cellule immature) nel sangue periferico e/o nel midollo;
- La diminuzione delle piastrine;
- Anemia dovuta alla riduzione dei globuli rossi;
Lo studio dell’aspirato midollare consente di formulare una diagnosi di leucemia, ma solo quando la quota di cellule atipiche supera il 25%. Analisi più sofisticate come la citofluorimetria permettono di eseguire una classificazione della malattia e forniscono indicazioni utili sull’iter terapeutico da seguire.
Leucemia Linfoblastica: cosa prevede la terapia?
In caso di Leucemia Linfoblastica Acuta, la chemioterapia dura circa 2 anni e deve essere effettuata a fasi:
- Induzione: nella prima fase, che dura circa 8 settimane, vengono somministrati dei farmaci chemioterapici per determinare la scomparsa dei blasti nel sangue in circolazione e ridurre a meno del 5% le cellule immature presenti nel midollo osseo;
- Consolidamento: nella seconda fase, che dura circa 2 mesi, il trattamento ha perlopiù il compito di prevenire il coinvolgimento del sistema nervoso centrale;
- Reinduzione: nella terza fase, che dura circa 6 settimane, si somministrano dei chemioterapici simili a quelli utilizzati nella fase di induzione;
- Mantenimento: nella quarta ed ultima fase, che dura circa 18 mesi, i farmaci che vengono impiegati possono essere somministrati per via orale, a domicilio e servono a mantenere lo stato di remissione completa.
Si parla di guarigione solamente quando, dopo 5 anni dal momento della diagnosi, non si è verificata una ripresa della malattia. Con le moderne linee guida, il tasso di guarigione supera l’80%.
Esistono trattamenti alternativi?
In caso di LLA è possibile prendere in considerazione anche il trapianto di midollo osseo (TMO), ma è possibile eseguirlo solo in forme ad alto rischio o in caso di recidiva durante o a seguito del trattamento standard.