La pieloplastica mininvasiva può curare l’idronefrosi!

La pieloplastica mininvasiva può curare l’idronefrosi!

Editato da: Marta Buonomano il 02/01/2020

Hai mai sentito parlare di idronefrosi? Il nostro esperto in Urologia a Napoli, il Dott. Paolo Fedelini, ci spiega come curare questa condizione con la pieloplastica mininvasiva!

Che cos’è la pieloplastica?bambina seduta su un tavolo con di fronte la mamma

La pieloplastica è una tecnica chirurgica ricostruttiva che viene praticata per correggere la malattia del giunto pielo-ureterale, definita anche come “idronefrosi congenita”. Non è una procedura molto frequente, in quanto questa patologia si manifesta con incidenza variabile da 1 a 2.000 nati. Nel mio centro, è un intervento che viene praticato circa 40 volte all’anno.

In quali casi è indicata?

È indicata quando l’ostruzione dell’alta via urinaria conseguente alla malattia del giunto diventa sintomatica, oppure (anche se non sintomatica) quando gli esami di imaging (UroTac, ecografia, RM) e quelli funzionali (scintigrafia) mostrano un danno progressivo della funzione renale.

In cosa consiste?

L’intervento non necessita di preparazioni particolari, se non per quelle di una chirurgia da praticare in anestesia generale. Dura un tempo variabile da 1 a 2 ore in relazione a situazioni chirurgiche non prevedibili (aderenze intra-addominali, per esempio). È un intervento di tutto rispetto, trattandosi di una tecnica ricostruttiva e quindi molto delicata.

bambiniÈ un intervento rischioso?

Non lo definirei rischioso, ma semplicemente delicato. Le complicanze più frequenti sono le fistole urinose, peraltro rare, tutte legate ad un dispositivo di drenaggio scarsamente funzionante. Per ridurre il rischio è molto importante l’esperienza del chirurgo urologo. Il follow-up deve essere accurato soprattutto nei primi mesi fino a 3 anni: prevede controlli clinici ecografici e più a distanza scintigrafia e UroTac.

Quali sono i vantaggi dell’approccio mininvasivo?

L’approccio mini-invasivo, che sia laparoscopico (per chi ha la sufficiente esperienza nel cimentarsi in un intervento in cui bisogna avere un discreta preparazione tecnica) o robotico (qui basta minore capacità in quanto il robot facilita i movimenti), è rivoluzionario in quanto evita una grande incisione addominale molto dolorosa e deturpante l’estetica, fatto molto grave perché si tratta piuttosto spesso di pazienti giovani. Non solo questo, ma la magnificazione delle immagini sia in laparoscopia 2D o 3D che in robotica rendono più precisa la tecnica e di conseguenza migliorano i risultati.

Urologia a Napoli