La pratica del Taijiquan: come può aiutare in Medicina?
Che cos’è il Taijiquan e perché rappresenta una terapia alternativa per patologie come la cefalea? Risponde il nostro esperto in Neurologia a Roma, il Prof. Girolamo Di Trapani
Che cos’è il Taijiquan?
Il Taijiquan, conosciuto più comunemente con il nome Tai Chi, è una pratica conosciuta in Occidente come una ginnastica dolce, ma in realtà rappresenta una vera e propria arte marziale. Il Tai Chi ha origini cinesi e si suddivide in diverse scuole di pratica, ognuna con delle proprie caratteristiche, ma con lo studio della respirazione come punto in comune. Chi pratica questa arte marziale concentra la propria attenzione sulla maniera di inspirare ed espirare, generando ossigenazione della circolazione sanguigna e armonia tra mente e volontà, respiro e movimento del corpo.
Taijiquan: quali malattie può curare?
Il Tai Chi si basa sullo studio delle posture per curare varie malattie, dalle emicranie all’artrite, dal mal di schiena alla fibromialgia. Sembra infatti che la pratica dei cosiddetti “Otto pezzi di broccato” (in cinese, Ba Tua Chin) sia in grado di ridurre l’intensità delle cefalee: questi otto esercizi di postura e controllo della respirazione offrono benefici alla cervicale e favoriscono il rilassamento muscolare che, insieme ad una mente allenata, consentono di ridurre gli stati di ansia. Questo allenamento deriva dalla un’antica tradizione cinese riportata su un manuale di medicina tradizionale del XVI secolo chiamato “Il midollo della fenice rossa”: il Tai Chi riprende questa tradizione e ne amplifica gli effetti facendo lavorare tutto il corpo in completa armonia. Il National Centre for Complementary and Integrative Health (NCCIH) ha riscontrato che questa pratica, eseguita come terapia alternativa, può avere considerevoli effetti benefici anche sul dolore cronico. I suoi movimenti circolari, sempre accompagnati da una corretta e profonda respirazione, agiscono sul sistema nervoso rilassando non solo la mente ma anche le tensioni muscolari, migliorando la mobilità articolare. Questa nuova percezione del proprio corpo, con conseguente miglioramento dell’equilibrio, è utile anche per prevenire le cadute negli anziani.
Tai Chi e medicina: come si è sviluppata questa pratica?
Lo stile Taijiquan, tradotto come “lo stile del Principio Supremo”, è una arte marziale cinese caratterizzata da un movimento corporeo fluido volto a sviluppare una profonda energia vitale attraverso tecniche di respirazione profonda combinate con spostamenti del corpo e tecniche di combattimento stilizzate e riprodotte con ritmi molto dolci, talvolta lenti. Esistono molti rami diversi della pratica del Taijiquan, quelli più conosciuti sono lo stile Yang e il Chen, ma la cosa più interessante è la misteriosa origine dello stile che lascia nella storia del Gong Fu un’atmosfera poetica. Tramite alcuni reperti archeologici, i sinologi hanno affermato che un re filosofo vissuto intorno al 4500 a.C., ideatore degli otto trigrammi originali Yi Jing, ordinò la rappresentazione degli stessi attraverso una grande danza per aiutare la gente a curare malattie. Questa pratica che unisce gli esercizi alla medicina (sia terapeutica che preventiva) precede la nascita delle arti marziali, ma lo stile si affermò nella cultura cinese durante la dinastia dei Song del sud (1127 - 1279) da parte del maestro taoista Zhang Sanfeng. Le ragioni per le quali si sviluppò lo stile si sono perse nel mito, tre sono le teorie mantenute nella storia:
- Il maestro incontrò nei sogni il re nero, immortale taoista signore dei sogni, e gli insegnò nel sonno i segreti dello stile;
- Passeggiando vicino una risaia, il monaco notò il modo di combattere di una gru contro un serpente e ne imitò le caratteristiche sviluppando lo stile;
- Egli creò il Taijiquan come frutto delle sue esperienze marziali da guerriero, creando un principio di crescita e consapevolezza partendo dall’arte della guerra. La scuola Cangelosi e la scuola Ziran Wu Gong Shu sono molto vicine a quest’ultima ipotesi.
Tai Chi: i 7 livelli di pratica
Nella pratica il motto del Taiji è "come le nuvole mosse dal vento", significa che in combattimento si diventa fluidi nell’entrare nella difesa dell’avversario e morbidi nel difendersi e schivare gli attacchi come delle nuvole, come l’acqua. Praticare Taiji significa infatti sviluppare sensibilità e consapevolezza, dando grosso valore a ciò che si pratica. Esistono sette livelli di pratica:
- Impostare il corpo
- Rilassamento
- Concentrazione sul respiro
- Concentrazione
- Avvicinarsi all’interno
- Allontanarsi nel silenzio
- Integrazione dell’energia
Con questi principi base, si può sentire un benefico effetto del Taiji nel nostro vivere quotidiano in cui Yin e Yang non sono energie dualiste ed opposte, bensì una visione di alto profilo di estremi di frequenze energetiche per la manifestazione dei fenomeni.