Lo iodio è un radioattivo che emette due tipi di radiazioni, entrambe preziose:
- radiazione “gamma” usata in diagnostica per l’esecuzione della Scintigrafia tiroidea e di tutto il corpo;
- radiazione “beta” usata in terapia.
L’insieme dei due impieghi, diagnostico e terapeutico, ha dato origine ad un curioso vocabolo, ormai largamente usato in medicina e che la Treccani definisce parola macedonia: teranostica.
In quali malattie della tiroide può essere usato lo 131-I?
- Carcinoma della tiroide, a completamento del trattamento chirurgico e medico
- Ipertiroidismo, nel Morbo di Basedow e nell’ Adenoma di Plummer
- Nel gozzo polinodulare normofunzionante sintomatico, quando è controindicato il trattamento chirurgico.
Le dosi somministrate sono ottenute in base a calcoli dosimetrici e/o a dati rilevati dalle Linee Guida.
Trattamento per il Carcinoma Tiroideo differenziato
Lo 131-I viene somministrato per bocca (capsule o soluzione liquida), dopo il trattamento chirurgico o in fasi successive per il trattamento di eventuali metastasi non operabili.
Quali sono i passaggi essenziali?
La dieta pretrattamento priva di iodio, la condizione di ipotiroidismo, da sospensione del trattamento sostitutivo o dopo somministrazione intramuscolare di rhTSH, il ricovero “protetto” in Medicina Nucleare della durata di 3 – 4 giorni, la scintigrafia corporea, ed infine le semplici norme comportamentali da seguire dopo la dimissione.
La terapia è assolutamente asintomatica e non è pericolosa; i deboli effetti collaterali durante il ricovero vengono facilmente controllati da basse dosi di cortisone, quelli a lungo termine sono rarissimi, il più noioso è la perdita temporanea dell’olfatto e del gusto.
Lo 131-I penetra nelle cellule, tiroidee e/o tumorali e ne determina la morte, questo è l’obbiettivo del trattamento.
Trattamento per l’Ipertiroidismo
Il principio e fine del trattamento è del tutto sovrapponibile a quello descritto per il Carcinoma Tiroideo, ma la dose di 131-I usata è nettamente inferiore e può essere somministrata in regime ambulatoriale.
- Non è pericolosa e non comporta effetti collaterali significativi.
- Anche in questo caso l’interessato dovrà osservare semplici norme comportamentali da seguire dopo la somministrazione.
- Questa terapia è indicata nei pazienti con allergia ai farmaci antitiroidei e a tutti coloro che recidivano dopo sospensione del trattamento medico (circa il 75%).
- Non è indicata quando coesiste l’Orbitopatia basedowiana di grado medio-alto.
- I risultati stabili della cura si iniziano a notare uno-due mesi dopo l’assunzione del radiofarmaco.
- L’80% dei pazienti guarisce con una unica somministrazione, il restante 20% ne richiede una seconda.
Trattamento per il gozzo polinodulare normofunzionante sintomatico
In questo caso le modalità del trattamento sono del tutto sovrapponibili a quelle dell’ipertiroidismo.
Lo scopo è quello di ridurre il volume della tiroide affetta da gozzo voluminoso, quando l’intervento chirurgico è controindicato.