Le dilatazioni delle vie urinarie nei bambini

Le dilatazioni delle vie urinarie nei bambini

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

Con l’impiego sempre più vasto dell’ecografia sia in epoca prenatale che postnatale, la diagnosi di dilatazione delle vie urinarie è diventa sempre più comune. L’esperto in Urologia Pediatrica a Torino, il Dott. Emilio Merlini, ci spiega di cosa si tratta

 

 

1) Quando viene diagnosticata una dilatazione delle vie urinarie?

In epoca prenatale, la diagnosi di dilatazione delle vie urinarie interessa circa l’1-2% di tutte le gravidanze. Di solito è diagnosticata verso la 21° settimana, ma non sono rari i casi osservati più tardivamente. I parametri che vengono presi in considerazione per valutare la gravità della situazione sono: l’entità della dilatazione, le condizioni del tessuto renale e la precocità della diagnosi.

In genere, le dilatazioni osservate precocemente nel corso della gravidanza sono quelle che richiedono una maggiore attenzione dopo la nascita del neonato.

 

2) Come viene valutata l’entità di una dilatazione delle vie urinarie?

L’entità della dilatazione viene valutata come diametro antero-posteriore della pelvi renale. Di regola si considerano normali dilatazioni sino a 5 mm nel secondo trimestre e sino a 10 mm a termine di gravidanza, anche se, ovviamente, si tratta di valori non assoluti.

È importante segnalare se si associano anche una dilatazione dei calici renali e delle anomalie del tessuto renale quali: iperecogenicità, presenza di cisti o microcisti, assottigliamento del tessuto renale o difetti di differenziazione del parenchima. Queste anomalie aggravano la prognosi della dilatazione per quanto concerne la funzione renale futura.

Le dilatazioni possono interessare uni o bilateralmente le alte vie urinarie (calici e bacinetto) o tutta la via urinaria “alta” (calici, bacinetto e uretere). Le forme più gravi sono di solito le ostruzioni congenite dell’uretra (esclusive del maschio), che determinano danni spesso molto gravi alla vescica, ai reni ed alle vie escretrici.

 

3) In cosa consiste la terapia della dilatazione delle vie urinarie?

In passato la terapia prenatale delle ostruzioni delle vie urinarie aveva sollevato molte speranze che, però, non si sono realizzate. Nella quasi totalità dei casi, la condotta della gravidanza non deve essere modificata e l’epoca del parto non va anticipata.

Dopo la nascita il neonato va valutato immediatamente se il sospetto è quello di una ostruzione dell’uretra che può mettere a repentaglio la vita del paziente. Se, viceversa, si tratta di una dilatazione che interessa in modo isolato un segmento delle vie urinarie, il neonato è in buone condizioni e la produzione di urina è normale, la valutazione può essere rimandata di qualche giorno ed inizia con un’ecografia addominale, che consente di confermare o meno la diagnosi prenatale e di fornire dettagli anatomici meglio definiti. 

È meglio evitare di sottoporre il neonato ad un’ecografia appena nato, in quanto la fisiologica disidratazione postnatale di solito causa la sottovalutazione dell’entità della dilatazione. In casi specifici, in cui sia evidente una dilatazione anche transitoria di uno o di due ureteri, è necessario sottoporre il bambino a cistouretrografia, esame che consiste nel riempire la vescica con del mezzo di contrasto per valutare la presenza o meno di un reflusso vescico-ureterale. Qualora il reflusso sia stato escluso, di solito si segue l’evoluzione spontanea della dilatazione che, in una percentuale molto elevata di casi, tende alla stabilizzazione o alla regressione spontanea.

I bambini vengono sottoposti ad una serie di ecografie dell’apparato urinario che consentono di valutare la tendenza al peggioramento, cioè all’incremento della dilatazione o al miglioramento della dilatazione. I casi con dilatazione di grado elevato, o con tendenza al peggioramento o sintomatici vengono, dopo qualche mese, sottoposti ad una scintigrafia con MAG3, per una valutazione sia della funzione separata dei due reni, sia della velocità di escrezione dell’isotopo radioattivo che riflette, in modo approssimativo, il grado di ostruzione della via escretrice.

In linea di massima possiamo affermare che circa il 20-25% di tutte le dilatazioni delle vie urinarie richiederanno una qualche forma di terapia chirurgica disostruttiva.

 

Editor Karin Mosca

Urologia a Torino