Le mastectomie conservative nel trattamento del tumore della mammella

Le mastectomie conservative nel trattamento del tumore della mammella

Editato da: Marta Buonomano il 13/12/2023

Sapevi che non esiste solamente un intervento di mastectomia conservativa? Il Dott. Riccardo Ferrarini, esperto in Chirurgia Generale a Bologna, ci spiega quali sono le possibili procedure e quali sono i loro vantaggi

Che cosa s’intende per mastectomia conservativa?

Le mastectomie rappresentano attualmente circa il 30% degli interventi chirurgici oncologici senologici. Di queste circa il 70% sono costituite da mastectomie conservative che vengono associate a ricostruzione immediata da parte del chirurgo plastico mediante posizionamento di protesi definitiva o inserzione di espansore al di sotto del muscolo grande pettorale.

In quali casi è indicata?

mastectomie conservative

Attualmente le indicazioni all’intervento di mastectomia sono rappresentate da:

  • Neoplasia estesa o multifocale;
  • Controindicazioni alla radioterapia post operatoria;
  • In tutti i casi in cui non sia possibile ottenere un adeguato risultato cosmetico con intervento chirurgico conservativo;
  • Nelle pazienti con accertata mutazione genetica (BRCA1/2);
  • Per scelta consapevole ed informata della paziente;
  • Nelle pazienti ad alto rischio.

Quali sono i principali tipi di mastectomie conservative?

Tra le mastectomie conservative si annoverano:

  • La Nipple Sparing Mastectomy (NSM) che consiste nell’asportazione della ghiandola mammaria conservando l’intero mantello cutaneo ed il complesso areola-capezzolo (CAC)
  • La Skin Sparing Mastectomy (SSM) che prevede la rimozione del complesso areola-capezzolo (CAC)
  • La Skin Sparing Mastectomy Modificata (SSMM) con rimozione del CAC e della cute sovrastante la neoplasia
  • La Skin Reducing Mastectomy (SRM) dove oltre alla rimozione del CAC si procede ad asportare la cute in eccesso rispetto al progetto ricostruttivo.

La Nipple Sparing Mastectomy rappresenta certamente l’intervento con i migliori risultati estetici a distanza ed il più conservativo dell’integrità anatomica della mammella.

Importante per l’ottenimento dei migliori risultati nel follow-up risultano essere: il quadro oncologico iniziale e la morfologia del seno.

La corretta selezione delle pazienti in corso di valutazione multidisciplinare preoperatoria nonché la sistematicità ed il rigore tecnico del gesto chirurgico consentono di ottenere i migliori risultati e di minimizzare i rischi di possibili complicanze post chirurgiche.

La ricostruzione mammaria viene realizzata il più delle volte in due tempi mediante posizionamento di espansore tissutale nel primo tempo ricostruttivo che viene successivamente sostituito da impianto protesico definitivo nel secondo tempo ricostruttivo a circa sei mesi dal primo intervento.

Quali sono i vantaggi della mastectomia conservativa?

I vantaggi della ricostruzione in due tempi rispetto a quella eseguita in un tempo chirurgico unico risiedono in un ridotto rischio di complicanze da riferirsi principalmente a necrosi dei lembi e/o del CAC mentre rappresentano uno svantaggio per la paziente la necessità di dover eseguire un secondo intervento in anestesia generale a distanza e nella possibilità di esiti funzionali dell’arto superiore e di dolore cronico.

Nel caso di interventi di NSM o SSM in mammelle non troppo grandi o ptosiche, la ricostruzione con utilizzo di protesi consente di completare il trattamento ricostruttivo in un unico tempo che prevede impianto diretto di protesi con ricostruzione pre-pettorale. In genere, questo tipo di approccio ricostruttivo non incide negativamente sulla tempistica della chemioterapia postoperatoria e dei trattamenti oncologici successivi.

fiocco rosa

I vantaggi di questo approccio ricostruttivo, che risulta essere preferito dalle pazienti, sono da individuarsi sicuramente nell’unicità dell’intervento e del ricovero che si traducono in una minor spesa per il SSN.

Numerose evidenze scientifiche mettono in evidenza come la NSM sia un intervento attualmente oncologicamente adeguato per le neoplasie mammarie in situ ed infiltranti in stadio iniziale in pazienti accuratamente selezionate.

L'eventuale associazione di radioterapia adiuvante non si correla con un aumentato rischio di complicanze post operatorie ed in particolare la necrosi del complesso areoala-capezzolo.

Chirurgia Generale a Bologna