Lichen planus orale: una malattia poco conosciuta

Lichen planus orale: una malattia poco conosciuta

Editato da: Antonietta Rizzotti il 27/10/2020

Il lichen planus orale è una malattia infiammatoria muco-cutanea, a carattere cronico e a eziologia sconosciuta. La patogenesi è immunitaria di tipo cellulo-mediata, ossia le cellule basali dell’epitelio subiscono una modificazione, per una causa non nota, innescando una risposta immunitaria mediata dai linfociti T. Ne parla la Prof.ssa Olga Di Fede, esperta in Odontoiatria a Palermo

Caratteristiche ed incidenza del lichen planus orale

Si tratta di una patologia che colpisce più frequentemente il sesso femminile (M:F= 1:2) ed insorge più frequentemente intorno ai 50- 60 anni di età.

Non è una malattia infettiva e quindi non è trasmissibile, ma sono stati riportati in letteratura casi all’interno del nucleo familiare Sorriso di una donna(predisposizione non genetica).

Il lichen planus viene considerata una condizione precancerosa, ovvero una patologia che presenta un rischio più alto, rispetto ad un soggetto sano, di sviluppare un tumore della bocca. La percentuale di rischio è tra l’1 e il 3%.

Sintomi, diagnosi e trattamento

Si manifesta con lesioni di aspetto differente: aree bianche con placche o reticoli bianchi (spesso bilateralmente sulla mucosa delle guance), aree rosse con eritema o erosione o talvolta anche con lesioni bollose. Raramente le lesioni bianche sono complicate dalla presenza di sintomi fastidiosi. Mentre, le lesioni rosse e le bolle sono sempre accompagnate da una sintomatologia dolorosa e urente e il paziente spesso potrebbe riferire di avere difficoltà per l’igiene orale quotidiana e per la corretta alimentazione. In particolare, ci sono alcuni cibi, come ad esempio il pomodoro, le melanzane, l’olio fresco di frantoio, la cioccolata e molti tipi di frutta (agrumi, pesca, uva, banana, albicocca, nespola, fragola, kiwi, ciliegia, fichi, cachi, ananas, susina) che determinano un aumento della sensazione di bruciore.

La diagnosi avviene esclusivamente su base istologica. Verranno richiesti degli esami ematochimici utili per valutare prevalentemente l’attività di coagulazione, la funzionalità del fegato e quella dei reni.

Il paziente dovrà quindi essere sottoposto a un prelievo bioptico singolo o multiplo (in base all’estensione e alla morfologia delle lesioni); a seguito della conferma della diagnosi di sospetto, tenendo ben presente la tipologia delle lesioni e la sintomatologia ad esse associata (le lesioni rosse sono quelle da attenzionare maggiormente) verrà prescritta una terapia locale a base di corticosteroidi. È indispensabile monitorare clinicamente le condizioni del paziente ogni 4-6 mesi o sulla base del quadro clinico del paziente.Donna

Trattandosi di una patologia cronica, chi ne è affetto, sarà soggetto a fasi alterne di attivazione e quiescenza, con modifica significativa sia delle lesioni che della sintomatologia. Esistono fattori di rischio e in particolare lo stress rappresenta un elemento scatenante per la riattivazione con la ricomparsa o il peggioramento delle lesioni esistenti.

É fondamentale una corretta igiene orale quotidiana come fattore protettivo e preventivo. Difatti, l’accumulo di placca e tartaro nelle sedi contigue alle mucose (ad esempio la gengiva) può innescare i fattori dell’infiammazione, promuovendo una riattivazione del quadro clinico (gengivite desquamativa) con forte riacutizzazione del dolore e disagio nella igiene orale.

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