Linfomi: comprendere i sintomi iniziali per una diagnosi precoce

Pubblicato il: 31/01/2025 Editato da: Veronica Renzi il 31/01/2025

I linfomi sono tumori delle cellule del nostro sistema immunitario e, complessivamente, rappresentano le neoplasie ematologiche più frequenti. I linfomi si dividono in linfoma di Hodgkin e linfomi non-Hodgkin, ciascuno con caratteristiche specifiche. Analogamente alle altre neoplasie, un aspetto fondamentale è il riconoscimento tempestivo dei sintomi iniziali, essenziale per aumentare le possibilità di cura.

Sintomi iniziali dei linfomi: cosa non sottovalutare

Uno dei principali ostacoli nella diagnosi precoce dei linfomi è la natura aspecifica dei sintomi: febbre persistente, sudorazioni notturne e perdita di peso inspiegabile sono segnali spesso confusi con condizioni meno gravi. Inoltre, l’aumento di volume dei linfonodi, soprattutto se indolore e persistente, rappresenta un possibile campanello d’allarme che non dovrebbe essere ignorato.

Perché la diagnosi precoce è fondamentale

Individuare un linfoma in fase iniziale può fare la differenza: per il linfoma di Hodgkin, i tassi di sopravvivenza a cinque anni superano l’80-90% se trattato precocemente negli stadi iniziali. Nel caso dei linfomi non-Hodgkin, la varietà di sottotipi rende la prognosi più complessa, ma anche qui la tempestività è determinante per migliorare le opzioni di trattamento.

Quando rivolgersi a un medico

Se i sintomi prima descritti persistono per più settimane, è fondamentale consultare uno specialista. Un ematologo può ordinare esami specifici, come la biopsia linfonodale o le analisi del sangue, per confermare o escludere la presenza di un linfoma, in quanto questi segni e sintomi possono essere comuni a molte condizioni cliniche.

La terapia

Notevoli progressi sono stati compiuti negli ultimi decenni nel trattamento dei linfomi. In particolare, l’associazione di chemio-immunoterapia ha migliorato sensibilmente la prognosi di queste malattie. Inoltre, negli ultimi anni l’utilizzo di nuove molecole che agiscono direttamente sulle cellule del sistema immunitario e nuove forme di immunoterapia (come gli anticorpi monoclonali bispecifici e le cellule ingegnerizzate) hanno permesso di offrire una chance di guarigione anche ai pazienti resistenti alle terapie tradizionali.

Ematologia a Genova

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