La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico, è un disturbo psicologico riconosciuto che si sta diffondendo sempre di più anche in Italia, complice l’accesso facilitato a slot machine, scommesse sportive e giochi online. È una condizione che coinvolge non solo il giocatore, ma anche la sua famiglia e l’ambiente sociale. Il Dott. Saverio Palumbo, Psicologo, spiega come riconoscerla e affrontarla con il giusto supporto terapeutico.
Dott. Palumbo, che cos’è la ludopatia?
La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico oppure disturbo da gioco d’azzardo - come viene definito nelle nomenclature psicodiagnostiche ufficiali - è da queste ultime ritenuto è un disturbo delle abitudini e degli impulsi oppure, più recentemente, da addiction (dipendenza) non correlato a sostanze, che porta la persona a non riuscire a controllare l’impulso di giocare, nonostante le conseguenze negative. Non si tratta solo di mancanza di volontà, ma di una vera e propria dipendenza psicologica, riconosciuta anche a livello clinico.
Quali sono i segnali a cui prestare attenzione?
Chi soffre di ludopatia spesso tende a nascondere questo genere di condotta e a mentire sul tempo e il denaro speso per giocare, ha difficoltà a gestire la vita quotidiana e può presentare ansia, irritabilità o depressione. Un campanello d’allarme è anche la tendenza a isolarsi o a cercare continuamente nuovi modi per procurarsi denaro da destinare al gioco.
Come si distingue il gioco ricreativo da quello patologico?
La differenza principale è il controllo. Il gioco sano è limitato nel tempo e non compromette la vita personale o economica. Al contrario, il gioco patologico è ripetitivo, compulsivo e spesso accompagnato da sensi di colpa, ma anche da una forte incapacità di fermarsi.
Quali sono i trattamenti efficaci contro la ludopatia?
La psicoterapia è tra gli approcci più utilizzati in quanto offre una cura molto mirata alle caratteristiche della singola situazione. Aiuta il paziente a riconoscere i meccanismi alla base della dipendenza e a sviluppare strategie per gestirla. Diffusi anche i gruppi di auto-mutuo-aiuto sia tra giocatori che tra familiari dei medesimi. Il servizio sanitario nazionale può fornire un percorso multidisciplinare all’interno dei SERD, Servizi per le Dipendenze.
La pandemia e la rivoluzione digitale hanno peggiorato la situazione?
Sì, l’isolamento sociale e l’aumento del tempo trascorso online hanno favorito l’accesso ai giochi d’azzardo digitali, rendendo il fenomeno ancora più difficile da monitorare. Oggi bastano pochi clic per scommettere o accedere a casinò virtuali, spesso senza controllo.
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Qual è il ruolo dello psicologo in questo percorso?
Lo psicologo aiuta il paziente a rivedersi, se è il caso anche in profondità, in modo da pervenire a ristabilire il governo di sé e dei propri atti. Spesso il coinvolgimento nel lavoro terapeutico dei familiari più vicini e attenti contribuisce notevolmente ad un pieno recupero dalla condizione patologica, sia nella gestione delle problematiche presenti nell’attualità sia nel lavoro sui fattori predisponenti che spesso attingono alla storia passata. Non si dimentichi che la motivazione individuale ad uscire da certe situazioni si rivela spesso oscillante ed i familiari per questo aspetto sono dotati frequentemente di maggiore stabilità. Il percorso non è mai punitivo, ma mira al recupero del benessere mentale e relazionale, spesso compromesso dalla dipendenza.
Conclusione
La ludopatia è una dipendenza mentale e comportamentale seria e in crescita, che richiede un approccio professionale specialistico. Riconoscere precocemente i segnali e rivolgersi a uno psicologo esperto in dipendenze come il Dott. Saverio Palumbo può fare la differenza per la ripresa della qualità di vita del paziente e della sua rete familiare.