Malattia di Crohn: quando colpisce i bambini

Malattia di Crohn: quando colpisce i bambini

Editato da: il 12/05/2023

Sempre più spesso, malattie croniche intestinali come colite ulcerosa e malattia di Crohn vengono diagnosticate nei bambini. Il Dott. Costantino De Giacomo, esperto in Pediatria e in Gastroenterologia, ci spiega quali sono i sintomi a cui stare attenti

Cos’è la malattia di Crohn?

La malattia di Crohn è una patologia cronica che colpisce il tratto intestinale, in particolare intestino tenue e colon. È un’infiammazione che causa dei restringimenti (stenosi, in termini medici), che a loro volta possono provocare occlusioni intestinali parziali e totali o creare aperture anomale (fistole) nella parete intestinale (ad esempio, vicino all’ano).

Malattia di Crohn e bambini

La malattia di Crohn esordisce prima dei 20 anni di età nel 20% dei casi: solo in Italia, su 100 mila persone affette, 3 mila hanno meno di 18 anni.

Nel circa il 25% dei casi, la malattia di Crohn si manifesta dopo i 10 anni, ma un 4-5% è comunque diagnosticato entro i 5 anni di vita, a volte anche sotti i 2 anni.

Bisogna sottolineare che le malattie che si presentano in età pediatrica sono, in genere, più severe e più a rischio di ricaduta.

I sintomi della malattia di Crohn nei bambini 

I tre sintomi più comuni della malattia di Crohn sono febbre lieve (intorno ai 37.5°- 38.5° C), diarrea e dolore addominale. Nei bambini, però, il sintomo caratteristico è l’arresto della crescita. Questa patologia, infatti, utilizza le calorie necessarie a far crescere il bambino per alimentare se stessa.

Altri sintomi, che non si presentano in tutti i casi, possono essere rappresentati da afte ricorrenti in bocca e da lesioni a livello perianale (ragadi o fistole). Altre volte, il bambino potrebbe presentare artrite, dolori alle articolazioni, problemi oculari e cutanei (ad esempio, eritema nodoso).

La diagnosi della malattia di Crohn

La malattia di Crohn viene diagnosticata attraverso esami di laboratorio ed esami strumentali.

Con gli esami del sangue si possono misurare i livelli di emoglobina, di piastrine e di alcuni marcatori non specifici di infiammazione, quali la VES (velocità di eritrosedimentazione) e la PCR (proteina c-reattiva). L’esame delle feci è utile, invece, per valutare la calprotectina fecale, che dà informazioni sul grado di infiammazione.

Tra gli esami strumentali, infine, l’endoscopia digestiva per l’esplorazione dell’ileo e del colon (ileocolonscopia) e del tratto digestivo superiore (esofagogastroduodenoscopia) sono gli esami indicati per una diagnosi e una stadiazione accurata della malattia.

 

Editor Karin Mosca

Pediatria a Milano