Mastopessi, in cosa consiste e per chi è indicata

Mastopessi, in cosa consiste e per chi è indicata

Editato da: Antonietta Rizzotti il 24/08/2020

Tra gli interventi più richiesti in chirurgia estetica, la mastopessi consente di correggere la ptosi mammaria (il cosiddetto “seno cadente”) nelle donne. Per questo motivo, per la sua capacità di sollevare il seno spinto verso il basso, viene talvolta definita “lifting del seno”. Il Dott. Umberto Napoli, esperto in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica a Torino, ci aiuta a capire meglio

Quali sono le cause della ptosi mammaria?

  • L’invecchiamentoSeno di donna
  • La gravidanza (specie se più di una, ravvicinate nel tempo)
  • L’allattamento
  • La componente adiposa e la componente ghiandolare
  • La menopausa
  • Una repentina perdita di peso
  • Un elevato indice di massa corporea
  • Il fumo di sigaretta

Non è, ovviamente, una condizione pericolosa per la salute della donna: la ptosi mammaria è piuttosto un “difetto estetico”, che causa disagio e che imbarazza.

A seconda della serietà della situazione, di quanto la mammella è rilassata e della posizione dell’areola e del capezzolo rispetto al solco mammario, esistono quattro gradi di ptosi mammaria:

  • Grado I (ptosi mammaria lieve)
  • Grado II (ptosi mammaria moderata)
  • Grado III (ptosi mammaria avanzata)
  • Grado IV (ptosi mammaria severa)

Mastopessi, a quale età (e a quali condizioni) è consigliata?

La mastopessi non ha limiti di età: non esiste un’età massima dopo la quale non è più possibile sottoporsi all’intervento. Tuttavia, sarebbe bene programmare tale intervento solo se in - futuro - non si potranno/vorranno avere (altre) gravidanze. La gestazione può infatti causare un eccessivo stiramento della cute, col rischio di compromettere i risultati ottenuti, ma non solo: la mastopessi può anche rendere molto difficile l’allattamento, in quanto comporta un sezionamento parziale dei dotti galattofori.

Ci sono poi alcune controindicazioni: chi fuma, assume abitualmente antiaggreganti, soffre di diabete o è gravemente obesa potrebbe subire una necrosi del capezzolo. Mentre, le donne con familiarità con il cancro alla mammella, dovrebbero evitare l’intervento: la mastopessi comporta infatti una drastica modificazione nell’architettura delle ghiandole mammarie. Una condizione, questa, che favorirebbe ulteriormente l’insorgere di mutamenti neoplastici. Nessuna controindicazione, invece, per chi ha precedentemente subito una mastoplastica additiva/riduttiva: anzi, se la paziente lo vuole i due interventi possono essere eseguiti in simultanea.

Prima di programmare la mastopessi, in ogni caso, la donna verrà sottoposta ad un consulto pre-operatorio: in tale sede, il chirurgo plastico andrà ad analizzare le caratteristiche del suo seno e a valutare il grado di ptosi mammaria e verificherà se, effettivamente, la mastopessi può essere risolutiva.

Mastopessi, svolgimento e risultati

Prima dell’intervento, alla paziente verranno prescritti alcuni esami: esami del sangue e delle urine, elettrocardiogramma, misurazione della pressione. Dovrà smettere di fumare almeno due settimane prima, sospendere l’assunzione di antiaggreganti e anticoagulanti, e avvertire circa la presenza di allergie a sedativi, antidolorifici e anestetici.

La mastopessi viene eseguita in anestesia generale. A seconda della morfologia del seno, e del grado di ptosi mammaria, il chirurgo andrà ad incidere in più punti la mammella secondo tre diverse tecniche:

  • Incisione periareolare, verticale e orizzontale
  • Incisione periareolare e verticale
  • Incisione periareolare

Una volta effettuate tali incisioni, andrà a lavorare sulla forma del seno e del capezzolo. In genere, la durata dell’intervento è compresa tra le 2 e le 3 ore, a cui segue un ricovero di 48 ore (la fase più critica, in cui possono comparire gonfiore ed ecchimosi). Una volta rientrata a casa, la paziente dovrà curare particolarmente l’igiene della zona per evitare che le ferite si infettino, stare il più lungo possibile a riposo, astenersi dal praticare attività sportiva per 30 giorni, e indossare un reggiseno apposito secondo le indicazioni del medico. Dopo 7-10 giorni dall’intervento è possibile tornare al lavoro, purché la propria non sia una mansione faticosa.

Una volta che il seno è guarito, i risultati sono ottimi. Tuttavia, è possibile che la ptosi mammaria compaia nuovamente poiché, la forma del seno, continuerà ad essere soggetta all’invecchiamento, ai cambiamenti di peso e al proprio stile di vita.

Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva a Torino