Le miniviti ortodontiche, meglio conosciute clinicamente con l’acronimo TADs (Temporary Anchorage Devices), sono piccoli dispositivi in titanio che vengono inseriti temporaneamente, senza alcun dolore, nell’osso mascellare prima o durante il trattamento ortodontico, per fornire un punto di ancoraggio stabile.
Negli ultimi anni, il loro utilizzo si è diffuso anche in Italia grazie all’evoluzione delle tecniche ortodontiche e alla crescente richiesta di soluzioni meno invasive ed esteticamente accettabili. Ne parliamo in questo articolo con il Dott. Elia Kodjo Chardey, specialista in Odontoiatria.
A cosa servono le miniviti ortodontiche?
In ortodonzia i movimenti dentari e anche quelli ortopedici facciali sono prodotti da forze che operano secondo la terza legge di Newton per cui, viene definito che, esercitata una azione, ad essa corrisponde una reazione uguale e contraria. Spesso, purtroppo, accade che gli ancoraggi tradizionali (quelli dentali) non funzionino alla perfezione o non siano sufficienti, e tutto questo si traduce in movimenti indesiderati che vanno ad interessare denti che non dovrebbero spostarsi: in questo caso non si ha la resistenza necessaria a bilanciare il movimento delle unità “attive”.
Tra i dispositivi maggiormente utilizzati per ovviare a questa problematica ci sono appunto le miniviti ortodontiche, che servono a fornire un ancoraggio stabile nei casi in cui i denti non siano sufficienti per sostenere le forze necessarie allo spostamento ortodontico.
Uno degli aspetti più interessanti degli ancoraggi scheletrici ortodontici è rappresentato dagli innumerevoli applicazioni cliniche che ne derivano.
Oltre alla possibilità di muovere i denti in maniera mirata, senza “stressare” i denti da tenere fermi, si individuano negli ancoraggi temporanei una soluzione alla carenza o inadeguatezza di dentatura residua; in questi casi, riguardanti per lo più i pazienti adulti, risulterebbe difficile, talvolta impossibile, effettuare movimenti ortodontici mirati, dal momento che gli elementi passivi risultano scarsi o inadeguati a resistere ai movimenti dei denti attivi, cioè i denti destinati al movimento.
Le miniviti ortodontiche sono particolarmente utili in situazioni complesse, come:
- Massimo Ancoraggio: Quando è necessario evitare movimenti indesiderati di alcuni denti durante il trattamento. Ad esempio, quando c’è la necessità di arretrare gli incisivi superiori sporgenti, le miniviti vengono posizionate per garantire che i denti posteriori rimangano fermi.
- Movimenti Specifici: Per eseguire movimenti dentali mirati, come la rotazione o l’intrusione di un dente.
- Arretramento della dentatura: Per spostare indietro in blocco la dentatura superiore o inferiore senza dover ricorrere alle estrazioni
- Chiusura di spazi dentali e/o gestione di quadri di agenesia dentaria
- Espansione del palato nell’adulto: Proprio così. Grazie alle nuove tecnologie è possibile – in casi selezionati - espandere il palato degli adulti senza ricorrere alla chirurgia maxillo facciale con un protocollo chiamato MARPE
Come si applicano?
L’inserimento delle miniviti è un processo rapido e poco invasivo. Al fine di programmare il corretto posizionamento della vite, funzionale ai movimenti e al trattamento programmato, ma anche alle zone di osso disponibile in cui inserirla, l’ortodontista si avvale di alcuni esami radiografici preliminari: da una semplice radiografia endorale che offre una immagine bidimensionale di un gruppo di 2-3 elementi dentali, alla più completa CT cone beam (CBCT), esame tridimensionale completo che consente di acquisire maggiori dettagli sulle strutture ossee.
Lo schema di posizionamento è il seguente:
- Anestesia Locale: Viene applicato sulla gengiva un gel preanestetico che serve per “far addormentare” la zona. Dopo qualche minuto viene effettuata l’anestesia vera e propria che risulta di conseguenza praticamente indolore.
- Posizionamento: L’ortodontista posiziona la minivite in pochissimi minuti a mano libera o mediante l’utilizzo di specifiche “guide” costruite ad hoc a seconda dei casi. Il dolore, se presente, è molto blando e si manifesta nelle 12-24 ore successive ma può essere completamente azzerato con una banale Tachipirina.
- Attivazione: Una volta posizionata, la minivite viene collegata all’apparecchio tramite un filo, un elastico o, nei dispositivi più complessi, mediante delle piccole viti di fissaggio.
- Trattamento Ortodontico: Durante il trattamento, la minivite offre supporto stabile per i movimenti dentali e scheletrici pianificati.
Quanto restano in sede?
Le miniviti rimangono posizionate per tutta la durata del movimento ortodontico necessario, che può variare a seconda della casistica. Una volta terminata la loro funzione, vengono rimosse senza necessità di sutura e senza particolari fastidi per il paziente. La rimozione è assolutamente non invasiva, residua solamente un piccolo foro sulla gengiva che guarisce in un paio di giorni senza nessun dolore.