Mononucleosi infettiva ed Epstein-Barr virus: facciamo chiarezza
L’Epstein-Barr Virus (EBV), appartenente alla famiglia degli Herpesviridae, è noto principalmente come agente causale della mononucleosi infettiva, spesso chiamata “malattia del bacio”. Questa infezione virale colpisce prevalentemente adolescenti e giovani adulti, causando una serie di sintomi che spaziano da lievi a gravi. Ci dice di più il Dott. Giuseppe Rossella, Ematologo, Internista e Infettivologo a Piacenza.
Che cos’è l’Epstein-Barr virus?
L’EBV è un virus a DNA che infetta principalmente i linfociti B e può rimanere latente nelle cellule ospiti per tutta la vita. La trasmissione avviene attraverso il contatto con saliva infetta, motivo per cui comportamenti come il bacio o la condivisione di bicchieri e posate rappresentano le vie principali di contagio.
Una volta introdotto nell’organismo, il virus infetta le cellule epiteliali della gola e successivamente i linfociti B. La risposta immunitaria dell’organismo è responsabile della maggior parte dei sintomi della mononucleosi, inclusi febbre, mal di gola, linfonodi ingrossati e affaticamento.
Quali sono i sintomi e le complicanze?
La mononucleosi si manifesta generalmente con febbre persistente, ingrossamento dei linfonodi cervicali, faringite e affaticamento. In alcuni casi, può provocare epatosplenomegalia (ingrossamento del fegato e della milza) e, più raramente, complicanze severe come la rottura splenica, una condizione medica di emergenza.
Secondo il Dott. Giuseppe Rossella, ematologo del Poliambulatorio IGEA di Piacenza, “è fondamentale riconoscere tempestivamente i segni clinici della mononucleosi per prevenire complicazioni potenzialmente gravi e garantire un trattamento adeguato”.
Come si diagnostica la mononucleosi?
La diagnosi si basa su una combinazione di anamnesi, esame clinico e test di laboratorio. Gli esami del sangue possono evidenziare un aumento dei linfociti e la presenza di linfociti atipici (virociti). Test sierologici specifici, come la ricerca degli anticorpi contro il Viral Capsid Antigen (VCA) e l’Epstein-Barr Nuclear Antigen (EBNA), aiutano a distinguere tra infezione acuta e pregressa.
Il Poliambulatorio IGEA, diretto dal Dott. Rossella, utilizza tecnologie diagnostiche avanzate per garantire una diagnosi accurata e personalizzata.
Trattamento e gestione
Non esiste una cura specifica per l’infezione da EBV. Il trattamento è sintomatico e include:
- Riposo: fondamentale per il recupero;
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): per ridurre febbre e dolori;
- Idratazione e nutrizione: essenziali per sostenere il sistema immunitario.
Nei casi più gravi, ad esempio in presenza di ostruzioni delle vie aeree dovute all’ingrossamento delle tonsille, possono essere prescritti corticosteroidi per ridurre l’infiammazione. Il Dott. Rossella sottolinea: “Un monitoraggio attento è essenziale per prevenire complicanze e supportare il paziente durante il recupero.”
Prevenzione e consigli pratici
Sebbene non esista un vaccino per l’EBV, è possibile ridurre il rischio di contagio attraverso misure igieniche e comportamentali, come evitare la condivisione di oggetti personali e mantenere buone pratiche igieniche.
Il Poliambulatorio IGEA promuove attivamente campagne di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sull’EBV e la mononucleosi, con l’obiettivo di prevenire nuove infezioni.
Come avviene il monitoraggio a lungo termine?
La maggior parte dei pazienti si riprende completamente, ma in alcuni casi possono persistere sintomi come affaticamento cronico o complicanze a lungo termine, quali condizioni autoimmuni o gammopatie monoclonali.
Il Dott. Rossella e il suo team offrono un follow-up multidisciplinare per garantire il recupero completo dei pazienti e prevenire problemi futuri.
Conclusione
L’EBV e la mononucleosi rappresentano una sfida clinica per la variabilità dei sintomi e le possibili complicazioni. Grazie all’esperienza del Dott. Giuseppe Rossella e alle avanzate risorse del Poliambulatorio IGEA di Piacenza è possibile affrontare questa condizione con diagnosi tempestive, trattamenti personalizzati e un supporto continuo per il paziente. Prevenzione e monitoraggio restano elementi chiave per migliorare gli esiti clinici e la qualità di vita.