Nuove terapie per i linfomi: CAR-T e anticorpi bispecifici

Nuove terapie per i linfomi: CAR-T e anticorpi bispecifici

Editato da: Marta Buonomano il 29/11/2023

Quali sono le nuove terapie per curare i linfomi, dei tumori maligni del sistema linfatico? Ce lo dice il Dott. Attilio Guarini, esperto in Ematologia a Bari

Che cosa s’intende per linfomi?

Il linfoma è una neoplasia maligna che colpisce il sistema linfatico ed è causato da un’incontrollata moltiplicazione delle cellule. È possibile suddividere i linfomi in due grandi categorie: i linfomi di Hodgkin ed i linfomi non Hodgkin. Tra i linfomi non Hodgkin si distinguono quelli con un decorso aggressivo e quelli indolenti (a più lenta crescita).

Le cellule linfomatose coinvolgono spesso gli organelli del sistema linfatico noti come linfonodi e tendono a diffondere tramite i vasi linfatici o il sangue coinvolgendo rispettivamente altri linfonodi o qualsiasi parte del corpo. I linfonodi più colpiti sono quelli del collo, delle ascelle, del torace, dell’inguine e dell’addome, mentre gli organi più colpiti sono il fegato, i polmoni e le ossa.

Come si manifestano?

dottore e pazienteSolitamente il primo sintomo è rappresentato da un gonfiore di un linfonodo in assenza di dolore. Possono insorgere anche sudorazione eccessiva, specie di notte, febbre, prurito, dimagrimento ed eccessiva perdita di peso. In caso di coinvolgimento dei linfonodi del torace, possono comparire tosse e/o affanno. Il coinvolgimento dei linfonodi addominali può indurre la comparsa di dolore e sensazione di ingombro.

Se le cellule linfomatose infiltrano il midollo osseo ed occupano gli spazi dove generalmente proliferano le normali cellule midollari, possono insorgere anemia (per la ridotta produzione di globuli ossi), piastrinopenia (per la ridotta produzione di piastrine) o alterazioni che riguardano i globuli bianchi con conseguente aumento del rischio di infezioni.

Quali sono le nuove terapie per combattere i linfomi?

Oltre alle terapie convenzionali, nella cura dei linfomi si utilizzano routinariamente anticorpi monoclonali o terapie target che colpiscono bersagli specifici delle cellule tumorali. Tra le terapie più innovative ricordiamo le CAR-T cells e gli anticorpi bispecifici.

Cosa sono le CAR-T cells?

Le CAR-T cells rappresentano la nuova frontiera dell'immunoterapia, che sfrutta la capacità di attivare il sistema immunitario contro le cellule tumorali. I pazienti vengono inizialmente analizzati in base alle caratteristiche della malattia e degli esami richiesti dagli studi sperimentali. Se risultano adatti verranno inseriti nei protocolli attualmente attivi e sottoposti ad una prima fase della procedura chiamata “linfocitoaferesi” (raccolta dei linfociti T dal sangue).

Tali cellule vengono quindi inviate a laboratori "GMP-grade" accreditati per la terapia cellulare e la terapia genica. In questi laboratori i linfociti T vengono “ingegnerizzati” con l’inserimento nelle cellule di un gene che per fa esprimere un recettore in grado di legare una proteina espressa sulle cellule tumorali (detta CAR o Chimeric Antigen Receptor). Le CAR-T cells vengono quindi reinfuse al paziente e vanno a legare la proteina CAR espressa sulla cellula linfomatosa. Avvenuto tale legame, si verifica l’attivazione di tutto l'arsenale tossico della cellula T che, quindi, provoca la morte della cellula tumorale.

Terapia CAR-T e tossicità

dottoreLa più comune tossicità legata all’infusione delle CAR-T è la Sindrome da Rilascio Citochinico (CRS), ossia un’infiammazione acuta provocata dal rilascio, da parte delle cellule T attivate, di alcune proteine dell'infiammazione conosciute come citochine. L’entità dei sintomi può variare, da lieve (malessere e febbre) ad estremamente rilevante. Per tale motivo, il paziente da avviare alla terapia con le CAR-T cells deve rispettare spefici criteri di arruolamento previsti dai protocolli oltre che essere attentamente monitorato da TEAM multispecialistici addestrati.

La terapia con le CAR-T cells è quindi praticata solo in alcuni Centri di Ematologia in Italia e destinato al trattamento di pazienti con linfomi a grandi cellule B refrattari alle terapie precedenti.

Cosa sono, gli anticorpi biospecifici?

Un anticorpo bispecifico è in grado di legarsi ad un recettore presente sui linfociti T (responsabili della risposta immunitaria contro le cellule tumorali) e ad un recettore espresso sulle cellule dei linfomi a cellule B. L’anticorpo funziona quindi da ‘ponte’, mettendo in contatto le cellule T con le cellule B tumorali, permettendo alle prime di eliminare le seconde. Sono in corso molti studi sull’uso degli anticorpi bispecifici ed i dati a disposizione sono molto promettenti, anche nei pazienti che abbiano fallito la terapia con le CAR-T. Tali trattamenti non sono ancora approvati in Italia, per cui possono essere effettuati solo in trials clinici sperimentali nei Centri ove è in corso la sperimentazione.

Ematologia a Bari