Ostruzione alle arterie coronariche: come riconoscerle e trattarle

Ostruzione alle arterie coronariche: come riconoscerle e trattarle

Editato da: Antonietta Rizzotti il 01/02/2022

Quando i vasi sanguigni che portano il sangue al muscolo cardiaco si ostruiscono parzialmente o totalmente, impedendo il corretto apporto di ossigeno e sostanze nutritive, si parla di stenosi o occlusione delle arterie coronariche. Ne parla l’esperto in Cardiochirurgia

Perché si manifesta il blocco alle arterie coronariche?

L’azione dei depositi di colesterolo lungo le pareti dei vasi sanguigni porta alla diminuzione del flusso sanguigno al cuore che durantecuore rosso particolari sforzi può essere danneggiato causando il tipico dolore al petto dell’angina pectoris. Questa evenienza si sviluppa infatti quando il sangue necessario al miocardio non arriva in quantità sufficiente dai vasi a causa delle ostruzioni. Si tratta questa di una problematica che può essere risolta, ma che se non curata in tempo può sfociare in vera e propria ostruzione delle arterie con sviluppo di infarto del miocardio.

I segnali di un’occlusione alle arterie

Le pareti dei vasi sanguigni vengono bloccate dai depositi di colesterolo nel corso di molti anni, per questa ragione, se non sono eseguiti controlli frequenti può essere molto difficile sospettare questa problematica fino al presentarsi dei primi sintomi, che sono solitamente il dolore al petto e la difficoltà respiratoria. L’unico strumento per evitare questo processo risulta la prevenzione, che si ottiene seguendo un regime alimentare salutare e praticando una moderata, ma costante attività fisica. Particolare attenzione dovrebbe inoltre essere prestata da coloro che hanno familiarità con la patologia, poiché quest’ultima è spesso ereditaria. È inoltre dimostrato che importanti fattori di rischio sono:

  • Livelli di colesterolo elevati
  • Diabete
  • Fumo
  • Pressione arteriosa, spesso strettamente connessa al punto precedente

Come si diagnostica un’occlusione alle coronariche?

Il test da sforzo è la metodica più utilizzata in caso si presenti il dubbio di un’ostruzione a carico delle arterie. L’esame consiste nel monitorare i valori vitali del paziente con un elettrocardiogramma mentre questi esegue uno sforzo fisico. Qualora si presentino risultati positivi in questo test si procederà con una coronarografia per individuare il punto affetto dalla problematica. Durante l’indagine, un piccolo catetere inserito attraverso una arteria maggiore come quella dell’inguine verrà guidato fino al cuore dove rilascerà un liquido di contrasto in grado di evidenziare il punto esatto del blocco e la sua gravità.

Quali sono i trattamenti per le occlusioni alle coronariche?

Dopo aver eseguito una coronarografia, in base alla posizione del blocco e alla sua imminente pericolosità per la circolazione sanguigna, lo specialista deciderà quale tipologia di trattamento eseguire potendo scegliere tra terapia farmacologica o chirurgia. La prima tipologia è indicata ove non esistano le condizioni di sicurezza per eseguire un intervento chirurgico e consiste nella somministrazione di antiaggreganti il cui compito è fluidificare il sangue per farlo arrivare più facilmente al muscolo cardiaco. Nel caso sia possibile intervenire chirurgicamente si è soliti utilizzare la tecnica del bypass coronarico o l’angioplastica coronarica. Tramite la prima tipologia di intervento si esegue chirurgicamente una deviazione dei vasi sanguigni in modo da evitare che sangue debba passare per l’area ostruita. È un intervento che se ben eseguito consente di eliminare i dolori al torace, tornando alle proprie attività quotidiane senza ulteriori conseguenze. L’angioplastica coronarica, invece, si esegue utilizzando un piccolo catetere contenente una sorta di palloncino, che una volta allargate le pareti dell’arteria malata viene ritirato per lasciare posto a degli stent metallici che supporteranno l’arteria.

Cardiochirurgia a Pedara