Pacemaker: caratteristiche principali!

Pacemaker: caratteristiche principali!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 14/12/2020

Un pacemaker è un dispositivo elettrico impiantabile (cioè che può essere impiantato nel corpo umano) capace di erogare un impulso elettrico e trasmetterlo al cuore. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Paola Vaccaro, esperta in Cardiologia a Palermo

Cosa è un pacemaker?

Rappresenta spesso l’unica o la migliore terapia per quei pazienti con problemi di battito cardiaco rallentato. La frequenza Cuore rosso disegnato su un vetrocardiaca normale, cioè il numero di pulsazioni cardiache al minuto, a riposo è di circa 60 battiti al minuto ed aumenta durante l’attività fisica. Quando il cuore, per vari motivi, presenta un battito rallentato può essere indicato dal medico l’impianto di un pacemaker. Il sintomo più frequente del battito lento è la stanchezza o astenia, ma i pazienti possono presentare anche sincopi ricorrenti (frequenti svenimenti con perdita transitoria della coscienza), capogiri, affanno.

Il pacemaker è dotato di un generatore di impulsi elettrici, una batteria che fornisce l’energia necessaria alla produzione dell’impulso, ed uno o più elettrocateteri, cioè dei veri e propri “fili” elettrici che trasmettono l’impulso alle cellule cardiache. Gli elettrocateteri vengono posizionati all’interno del cuore (nelle cavità cardiache di destra: ventricolo destro ed atrio destro) attraverso un percorso venoso. Quindi vengono collegati al generatore di impulsi, una scatoletta metallica non più grande di un cucchiaio da te, che viene inserita in una tasca sottocutanea tramite un’incisione della cute pochi cm sotto la clavicola sinistra.

Può condizionare le abitudini di chi ne è provvisto?

Un paziente portatore di pacemaker può condurre una vita normale. È possibile camminare, fare la spesa, guidare l’automobile, prendere mezzi pubblici, andare in aereo, utilizzare i comuni elettrodomestici e sottoporsi ad esami medici come radiografie, TAC, e persino la risonanza magnetica nucleare (quest’ultima purché siano rispettate alcune condizioni del paziente e del pacemaker impiantato). È necessario però imparare a convivere con il pacemaker e conoscere  alcune regole da rispettare (ad esempio evitare l’utilizzo di trapani elettici o di strumenti a percussione  che possono interferire con il funzionamento del dispositivo; evitare di permanere in luoghi con campi elettromagnetici; non sono consentiti alcuni trattamenti fisioterapici; in aeroporto o in banca il pacemaker può essere rilevato dai sensori di metalli ed in tal caso bisognerà esibire il tesserino di portatore di pacemaker, etc.)

L’intervento chirurgico è complicato?

L’intervento chirurgico è piuttosto semplice e si svolge in anestesia locale. Un’incisione sulla cute di pochi cm permette di confezionare una tasca sottocutanea per l’alloggio del pacemaker appena sotto la clavicola (generalmente a sinistra del torace). L’isolamento di una vena che passa vicino alla clavicola permette l’inserimento al suo interno dell’elettrocatetere che viene condotto fin dentro il cuore dove viene ancorato grazie all’estremità del catetere disegnata allo scopo.

In rari casi è possibile trovare le vene di sinistra ostruite, in tal caso si può scegliere di impiantare il pacemaker a destra. Quando anche le vene di destra sono ostruite è possibile accedere dalle vene di gamba (vene femorali) e risalire fino al cuore per posizionare un tipo di pacemaker detto senza elettrocateteri.

Cosa sono i pacemaker senza elettrocateteri?

Il pacemaker senza elettrocateteri è un pacemaker di ultima generazione. È costituito da un cilindretto della lunghezza di una moneta di due euro al cui interno sono contenuti il generatore di impulsi, la batteria ed il Modellino cuoresistema di ancoraggio al muscolo cardiaco. Viene rilasciato all’interno del cuore (nel ventricolo destro) e non ha quindi comunicazioni con l’esterno. Il suo impianto non necessita di incisioni chirurgiche ma solamente di una puntura all’inguine per accedere alla vena femorale.

I pacemaker vengono programmati tramite un computer programmatore per adeguare la frequenza cardiaca ed il loro intervento alle necessità del paziente. Tramite il programmatore inoltre è possibile ricevere informazioni sullo stato di salute del paziente e sulle condizioni di funzionamento degli elettrocateteri e del generatore.

É possibile per esempio sapere in anticipo quando la batteria si sta scaricando: in tal caso verrà programmata la sostituzione del generatore. Come tutti i dispositivi elettrici dotati di batterie infatti anche il pace maker prima o poi si scarica. La longevità di un pacemaker può variare da dieci a quindici anni circa.

Alcuni sensori disposti lungo i cateteri permettono inoltre di rilevare e la frequenza cardiaca durante il giorno e la notte, la presenza o meno di aritmie (extrasistoli, episodi di fibrillazione striale, ecc.), il livello di attività fisica del paziente ed altre informazioni utili al medico per valutare la risposta alle terapie.

È possibile infine ottenere tutte queste informazioni anche da remoto cioè da casa del paziente senza che questi debba recarsi in ospedale. Il controllo remoto o monitoraggio remoto dei pacemaker è una realtà ormai consolidata, resa possibile dal progresso tecnologico ed in continua evoluzione. Tramite diverse tipologie di dispositivi accessori (modem, app installate su smartphone, ecc.) è possibile oggi controllare il funzionamento dei pacemaker e ricevere informazioni sullo stato di salute dei pazienti ovunque essi si trovino.

 

Cardiologia a Palermo