Perché recarsi da un medico internista?

Perché recarsi da un medico internista?

Editato da: Marta Buonomano il 20/03/2019

Il Dott. Nicola Castaldini, esperto in Medicina Interna a Forlì-Cesena, ci spiega per quale motivo è necessario eseguire un controllo da un medico internista dopo i 30 anni

Che cos’è la Medicina Interna? 

Con “Medicina Interna” si usavano definire tutte le patologie di pertinenza non chirurgica, considerata la “medicina esterna”. Negli anni, lo sviluppo delle conoscenze mediche ha portato a suddividere questo vasto campo in sotto specialità - Cardiologia, Gastroenterologia, Reumatologia, Endocrinologia, Neurologia, Pneumologia, ecc. - cosa che, se da un lato ha notevolmente approfondito la conoscenza delle varie patologie, dall’altro ha spesso determinato una frammentazione dell’approccio al malato che solo l’internista può superare. Infatti, la suddivisione del corpo umano in organi ed apparati è una semplificazione accademica; in realtà, l’organismo umano è una macchina estremamente complessa, nella quale una problematica di un organo si ripercuote anche sul resto del corpo.

Di cosa si occupa un medico internista?

Il medico internista si occupa della valutazione globale del paziente e delle sue patologie, integrando le diverse terapie, così da saper gestire la sua salute in modo completo. Si occupa di problematiche cardiovascolari, gastroenteriche, endocrinologiche, reumatologiche, pneumologiche, ecc., coinvolgendo in caso di necessità specialisti delle singole discipline a cui demanda spesso la soluzione di un preciso problema, come l’esecuzione di un’indagine diagnostica (gastro-colonscopia, ecocardiogramma, ecc.), mantenendo “la regia” della gestione medica del paziente.

Quando è necessario recarsi da un medico internista?

Consiglio di rivolgersi ad un internista quando si soffre di quadri clinici complessi con diverse patologie, per le quali si seguono specifiche terapie. L’internista analizzerà nell’insieme il quadro clinico generale, valutando quali siano le terapie più adeguate non solo a trattare la specifica patologia, bensì per la persona che ne soffre. Spesso, infatti, ci si focalizza sulla patologia specifica, dimenticando il resto dell’organismo ed i possibili effetti di tale terapia sulla persona che la assume e sulle eventuali altre patologie di cui soffre. Anche in ambito preventivo, poi, l’internista saprà fare una valutazione complessiva della persona, della sua storia (l’anamnesi) familiare e personale, valutare le patologie presenti ed i fattori di rischio, pianificando gli interventi di tipo preventivo o terapeutico più appropriati per mantenere lo stato di salute e/o rallentare-arrestare il decorso delle patologie.

Quando bisognerebbe fare il primo check-up?

Premesso che ogni persona ha una sua storia familiare e personale unica, consiglio il primo check-up intorno ai 30 anni. Potrà sembrare presto, ma individuando precocemente comportamenti non adeguati o altri fattori di rischio è possibile evitare lo sviluppo di molte delle patologie cronico-degenerative, che rappresentano le principali cause di mortalità nel mondo. Dopo i 30 anni, bisognerà focalizzare l’attenzione sulle patologie più frequenti per età e sesso, oltre che quelle ricorrenti nella famiglia, e gestire le patologie già note.

Prevenzione: perché è così importante?

La prevenzione è fondamentale perché le principali cause di morte nel mondo sono un gruppo di patologie - cardiovascolari, neoplastiche, respiratorie croniche e diabetica - tutte provocate per la maggior parte da fattori di rischio che derivano dal nostro stile di vita, piuttosto che dalla genetica. Tra questi, alimentazione scorretta, sedentarietà, uso di tabacco e abuso di alcool. Si stima che l’impatto sia del 60-65% per lo stile di vita contro il 35-40% dell’ereditarietà. L’internista è il medico formato anche per occuparsi della valutazione e della correzione dello stile di vita, elemento universalmente riconosciuto come fondamentale per la prevenzione delle malattie.

Medicina Interna a Forlì