Secondo i dati della Società Italiana di Chirurgia Endoscopica (SICE), le ernie addominali colpiscono quasi il 20% della popolazione, particolarmente di sesso maschile. Ma niente paura, si tratta di patologie benigne facilmente trattabili da un Chirurgo Generale!
Parliamo di ernia addominale…
L’ernia addominale è una fuoriuscita di una parte del contenuto dell’addome (grasso e/o intestino) in un sacco di peritoneo (che riveste internamente l’addome) attraverso “un’apertura” della fascia muscolare della parete addominale più spesso a livello degli inguini e/o dell’ombelico.
…e dei suoi sintomi
La manifestazione principale è costituita dalla comparsa di un rigonfiamento o tumefazione più spesso in sede inguinale e/o ombelicale ma possibile anche in altri punti della parete dell’addome, durante la posizione eretta e/o dopo uno sforzo fisico e che rientra in posizione distesa o con una leggera pressione con le mani. Talvolta si associa anche dolore e difficoltà nell’evacuazione intestinale.
Perché si genera un’ernia?
Si tratta di un cedimento della parete addominale spesso causata dagli sforzi fisici sia legati all’attività lavorativa che a quella sportiva.
La chirurgia: quando e come!
Tutte le ernie addominali, essendo dovute ad una “apertura/orifizio” della fascia muscolare dell’addome, hanno indicazione all’intervento di riparazione/chiusura di questo orifizio.
L’intervento nella nostra struttura viene condotto in anestesia locale e consiste in un piccolo accesso o ferita nella sede dell’ernia, nella riduzione del sacco erniario e nella chiusura dell’orifizio della fascia addominale con una protesi in polipropilene. Quest’ultima è fatta come una rete che chiude l’orifizio e rinforza internamente la parete addominale impedendo la ricomparsa dell’ernia. Il paziente, ricoverato il giorno stesso dell’intervento, viene dimesso dopo qualche ora di degenza.
È un’operazione rischiosa?
I rischi con la tecnica in anestesia locale sono pressoché irrilevanti. Le complicanze sono anch’esse molto rare (infezione, ematomi nella sede della ferita) e nella maggior parte dei casi si risolvono con qualche medicazione ed eventuale terapia antibiotica.