Policistosi ovarica e infertilità: qual è la relazione?

Policistosi ovarica e infertilità: qual è la relazione?

Editato da: Marta Buonomano il 14/05/2020

Il nostro esperto in Ginecologia e Procreazione Assistita a Firenze, il Prof. Pieraldo Inaudi, ci spiega in che modo l’ovaio policistico può influire sulla fertilità di una donna

Ovaio policistico: di cosa si tratta?

La diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) viene posta con il riscontro di almeno due di tre elementi cardine: amenorrea o alterazione dell’ovulazione, segni clinici o biochimici di aumento degli ormoni androgeni e presenza di follicoli multipli nell’ovaio, con aumento del volume ovarico. All’ecografia i follicoli nell’ovaio si vedono come tanti (10-15 per ovaio) “buchi neri” di 3-8 mm di diametro.

Caratteristiche e incidenza

donna che sorrideL’ovaio policistico è presente nel mondo nel 5-15% della popolazione femminile ma può arrivare a circa l’80 % delle donne con alterazioni del ciclo mestruale e dell’ovulazione. L’ovaio policistico si presenta nell’ovaio sempre allo stesso modo, con un aumento della presenza di follicoli di diametro al di sotto del centimetro ed aumento del volume dell’ovaio stesso. Tale riscontro è generalmente associato a una o più condizioni fra le quali: obesità, alterazioni del ciclo, irsutismo, alterazioni ormonali. Le molte combinazioni possibili creano anche notevoli diversità fra le donne con policistosi per cui non vi sono due policistosi identiche e questo impone una accurata diagnosi e delle terapie personalizzate.

Da cosa può essere causato?

Non vi è una causa certa ma una componente genetica e familiare pare avere un ruolo importante. I primi sintomi si presentano già nella fase dell’adolescenza nel corso della quale, in ragazze che manifestano irregolarità mestruali, è possibile sospettare la presenza di una policistosi ovarica. La stessa poi si manifesterà in modo più evidente nella donna adulta.

Quali sono i fattori di rischio?

Associati all’ovaio policistico vi sono due principali condizioni di rischio per patologie sistemiche:

  1. La resistenza all’insulina: si manifesta con una più o meno ridotta capacità di metabolizzare gli zuccheri e predispone al diabete e al sovrappeso, che si riduce con difficoltà anche con diete importanti;
  2. La predisposizione a patologie cardio-vascolari: è associata alla alterazione del metabolismo con aumento di tessuto adiposo, aumento del colesterolo e della pressione arteriosa con i conseguenti effetti negativi sull’apparato cardio-vascolare;

Un altro rischio, legato alla cattiva qualità dell’ovulazione, nel caso questa si verifichi, è l’aumento di rischio di aborto nel primo trimestre di gravidanza e lo squilibrio degli ormoni ovarici, con prevalenza di estrogeni e ridotto progesterone che crea le condizioni per una maggiore incidenza di cancro dell’endometrio.

È possibile prevenirlo?

La prevenzione parte intanto da una buona qualità di vita, evitando il fumo, una vita sedentaria e una alimentazione errata, ma anche controllando i sintomi e regolarizzando il ciclo mestruale.

donnaCome si manifesta l’ovaio policistico?

La irregolarità mestruale con scarse mestruazioni che si presentano ogni 40-50 giorni è la ragione più frequente che porta la ragazza dal ginecologo. Questa è generalmente una occasione favorevole per iniziare un percorso diagnostico che può, qualora confermata una diagnosi di PCO, portare ad una prevenzione e alla riduzione della comparsa dei sintomi più severi.

Quali sono i sintomi e come si formula la diagnosi?

Irregolarità mestruale, aumento del peso con difficoltà a perderlo anche con una dieta normale o ridotta, aumento della peluria ed acne sono tutti sintomi di questa condizione. Per diagnosticare l’ovaio policistico si effettua una accurata visita endocrinologica e ginecologica, esami ormonali specifici, ecografia transvaginale dove possibile, curva da carico di glucosio per valutare insulina e glicemia, monitoraggio ovulazione.

Ovaio policistico e infertilità: qual è la relazione?

In un ciclo fisiologico nelle due settimane che precedono l’ovulazione, un gruppo di follicoli contenenti ognuno un ovocita, inizia il percorso di maturazione che porterà un solo follicolo a staccarsi dal gruppo ingrandendosi e dominando gli altri che smetteranno di crescere e si spegneranno. Il follicolo dominante si romperà dopo due settimane a partire dal primo giorno di mestruazione, liberando un ovocita maturo, pronto per essere fecondato. Nell’ovaio policistico il meccanismo della dominanza follicolare non funziona come dovrebbe e il follicolo dominante non si sviluppa (mancanza di ovulazione) o si sviluppa lentamente portando ad una ovulazione tardiva (20°-30° giorno del ciclo) e di bassa qualità. Le conseguenze sono uno scarso endometrio, una scarsa produzione di ormoni dal corpo luteo e quindi un maggiore rischio di aborto precoce.

Le terapie: in cosa consistono e che risultati offrono?

Gli interventi terapeutici devono principalmente essere finalizzati alla riduzione dei sintomi (sovrappeso, alterazioni del ciclo, irsutismo) e alla prevenzione dei rischi (diabete, patologie cardiovascolari, aborti ripetuti). La prima terapia consiste nello stabilire un corretto stile di vita, basato su una alimentazione equilibrata ma con pochi o assenti zuccheri semplici (pane, pasta, patate e naturalmente dolci), peraltro con la possibilità di assumere cibi non raffinati (pane e pasta integrali, cereali), oltre a praticare una adeguata attività fisica unitamente a niente fumo e alcol. Ad un buon stile di vita si possono associare farmaci che favoriscono l’azione dell’insulina come gli antidiabetici orali o gli inositoli, molecole che in genere favoriscono anche la riduzione del peso corporeo e spesso il ripristino di una corretta ovulazione. Per quanto riguarda il ciclo mestruale, le terapie mediche si differenziano a seconda che vi sia un desiderio di gravidanza oppure no. In ogni caso è importante regolarizzare il ciclo per non lasciare l’organismo nella condizione di squilibrio ormonale tipico della PCO ed in particolare nella condizione di estrogeni elevati che possono maggiormente esporre la persona al rischio di carcinoma dell’endometrio.

Come si può intervenire?

donnaNel caso di desiderio di gravidanza e in assenza di altri fattori di infertilità la terapia consiste nel ripristino di una corretta ovulazione, obiettivo che viene generalmente raggiunto con la somministrazione personalizzata di basse dosi di specifici ormoni capaci di ripristinare il meccanismo di crescita del follicolo ovulatorio. Se non viene ricercata una gravidanza viene spesso consigliata, quando non vi siano controindicazioni specifiche, la pillola estroprogestinica che mette a riposo le ovaie e consente una regolarità ormonale e mestruale.

Le terapie sono adatte a tutti i pazienti o esistono controindicazioni?

Le terapie farmacologiche sono in genere molto ben tollerate ma devono essere personalizzate e prescritte in funzione delle condizioni della persona. Vi possono essere controindicazioni ad esempio per l’uso della pillola estroprogestinica, qualora vi sia soggettività o familiarità per patologie cardiovascolari, per alterazioni della coagulazione o per sovrappeso eccessivo. Per la ricerca di gravidanza sarebbe consigliabile, prima di procedere a trattamenti, favorire una riduzione del peso eccessivo. La stimolazione delle ovaie per indurre una ovulazione di buona qualità viene effettuata con antiestrogeni, o con la somministrazione di ormoni follicolo stimolante e luteinizzante a dosi molto basse e personalizzate. Devono essere somministrate con cautela e con controlli regolari in quanto a dosi eccessive le ovaie possono essere troppo stimolate e sviluppare molti follicoli fino all’instaurarsi di una sindrome da iperstimolazione ovarica. L’uso attento da parte di medici esperti evita che si concretizzi questo rischio e che invece la stimolazione porti alla formazione di un solo follicolo con ovocita maturo come in un ciclo fisiologico.

Procreazione Medicalmente Assistita a Firenze