Problemi di udito? Ecco come risolverli!

Problemi di udito? Ecco come risolverli!

Editato da: Marta Buonomano il 26/06/2019

Sapevi che esistono diversi tipi di deficit uditivi? Il nostro esperto in Otorinolaringoiatria a Lecce, il Dott. Michele De Benedetto, ci spiega quali sono i più comuni

Cos'è l’ipoacusia?

L’ipoacusia è una condizione caratterizzata da una ridotta percezione di suoni, parole e, soprattutto in presenza di rumori di fondo e di multipli interlocutori, frasi intere.

Essendo un deficit sensoriale, questa patologa svolge un ruolo determinante per l’insorgenza di complicazioni quali:

  • Decadimento cognitivo dell’anziano
  • Difficoltà in ambiente lavorativo
  • Sicurezza nel lavoro
  • Guida di autovetture

Ipoacusia: quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione?

Con l’avanzare dell’età, ogni essere umano sarà soggetto a deterioramento delle capacità d’interazione con l’ambiente. Questo deterioramento può essere dovuto non solo a cause naturali come l’invecchiamento cellulare, ma anche da fattori patologici. L’apparato uditivo, in particolare, “invecchia” con il passare degli anni e questo dà origine ai primi sintomi di deficit dell’udito.

La riduzione dell’udito non deve essere sottovalutata, anzi, deve essere vissuta come uno stimolo a sottoporsi ad esami uditivi al fine di diagnosticare precocemente eventuali patologie. Non intervenire tempestivamente provocherà un aggravamento dei sintomi e, di conseguenza, ne renderà più difficile il trattamento.

I primi sintomi di ipoacusia, che non bisogna mai sottovalutare sono:

  • Sentire ma non riuscire a comprendere il senso di un discorso;
  • Avere necessità di alzare, anche in maniera eccessiva, il volume della tv, del cellulare o della radio;
  • Chiedere di ripetere intere frasi all'interlocutore;
  • Senso di frustrazione, causato dal fatto di non riuscire più a comprendere “come un tempo”, con conseguente tendenza all’isolamento

Presbiacusia: l’ipoacusia legata all’età

La presbiacusia è il tipo più diffuso di deficit dell’udito, perché è strettamente collegato con l’età ed espressione del progressivo invecchiamento dell’apparato uditivo. Sebbene i primi segni di sofferenza delle varie componenti dell’orecchio (medio ed interno) possono insorgere abbastanza precocemente, di norma, in assenza di fattori di rischio quali disturbi cardio-vascolari, metabolici e neuro-degenerativi, la comparsa di una diminuzione dell’udito inizia a manifestarsi, in soggetti sani, dopo i 60 anni ed è bilaterale e progressiva. I primi segnali sono una difficoltà a comprendere tutte le parole quando ci si trova in ambienti rumorosi come può essere un ristorante, un centro commerciale, una strada ma si può arrivare fino ad una difficoltosa comprensione di qualsiasi messaggio e questo porta, molto spesso, a gravi danni nell’umore fino all’isolamento ed alla depressione. La presbiacusia si caratterizza per una perdita dell’udito sempre bilaterale e progressiva. Non ci sono terapie utili a curare questa patologia, l’unico aiuto può esser dato dal ricorso alla protesi acustica che deve esser vissuto come unica e valida soluzione del problema.

Quando bisogna ricorrere ad una protesi acustica?

Sarà lo specialista (otorinolaringoiatra o audiologo) che, dopo aver diagnosticato il deficit dell’udito, dovrà   procedere alla prescrizione della protesi aiutando il paziente a prendere consapevolezza del proprio deficit e dei possibili modi per superarlo. Deve inoltre far capire al paziente quanto sia importante le fase successiva, affidata all’audio-protesista che avrà il compito di guidarlo verso la personalizzazione e l’adattamento alla protesi. Un errore che non si deve commettere è quello di pensare alla protesi acustica come ad un gadget da utilizzare solo sulla base di spot pubblicitari e cioè che basterà, semplicemente, indossarla per ottenere i risultati sperati.

È vero che se il disturbo non è grave si può fare a meno di curarlo?

Il deficit uditivo, anche se lieve-medio, comporta sempre uno sforzo maggiore nell’ascolto e affaticamento mentale per comprendere quello che l’interlocutore sta dicendo, per questo motivo è importante, quando si prende coscienza del problema, non rinviare la decisione di rivolgersi allo specialista che potrà, sulla base della diagnosi posta, dare un corretto consiglio terapeutico.

Quando si parla di sordità improvvisa?

Si parla di sordità improvvisa nel caso in cui le cellule neurosensoriali dell’orecchio interno vengano improvvisamente danneggiate. Questa condizione, unilaterale e spesso associata ad acufeni o vertigini, è considerata un’urgenza in otorinolaringoiatria in quanto richiedere una diagnosi il più precoce possibile. Il paziente dovrà eseguire un esame audio-impedenzometrico e, sulla base dei risultati ottenuti, potranno essere necessari ulteriori esami. La sordità improvvisa può essere causata da fattori virali, traumatici, autoimmuni, vascolari, neurologici, neoplastici e talvolta può essere idiopatica.

Traumi acustici: quando il rumore è troppo forte

Viviamo in una realtà industriale che ci espone sempre più a sollecitazioni e il sistema uditivo è la parte del nostro organismo che più ne risente. Nonostante possegga meccanismi di difesa sofisticati, il sistema uditivo è delicato e fragile: in caso di rumori costanti o improvvisi e molto forti (es. per cause lavorative), può subire un deterioramento la capacità uditiva e ciò può avvenire in modo acuto, oppure lentamente ma sarà sempre irreversibile. È importante quindi prevenire questi “traumi acustici” proteggendosi dall’inquinamento acustico ed eseguendo controlli audiologici periodici.

Cosa fare, invece, in caso di otosclerosi?

L’otosclerosi è una tra le più comuni cause alla base della perdita uditiva, in particolare nella popolazione caucasica. Questa patologia colpisce la componente ossea dell’orecchio provocando un’alterazione tra la formazione dell’osso ed il suo riassorbimento. Tale fenomeno determina una progressiva ossificazione di strutture dell'orecchio medio (nello specifico l’ossicino chiamato staffa e l’anulo fibroso della finestra ovale) e successivamente della coclea situata nell’orecchio interno e, dunque, una progressiva perdita dell’udito all’inizio monolaterale che successivamente, molto spesso, diviene bilaterale.

In caso di otosclerosi, se le condizioni lo permettono, è possibile eseguire interventi di microchirurgia in grado di garantire il recupero (nella maggior parte dei casi totale) dell’udito sostituendo la staffa ormai ossificata con una protesi. Se invece non è possibile ricorrere alla chirurgia, i pazienti vengono spesso indirizzati all’utilizzo di una protesi acustica.

Otorinolaringoiatria a Lecce