Protesi di spalla: quali sono i vantaggi?

Protesi di spalla: quali sono i vantaggi?

Editato da: Marta Buonomano il 29/06/2021

Il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia a Pisa, il Dott. Enrico Bonicoli, ci spiega che risultati si possono ottenere con una protesi di spalla inversa

Che tipi di protesi della spalla vengono impiantate oggi?

Le protesi di spalla che vengono attualmente usate si dividono in 2 gruppi principali

  • uomo con dolore alla spallaProtesi parziali: sostituiscono solamente la parte omerale dell’articolazione della spalla. A loro volta possono essere suddivise in protesi omerali standard, con uno stelo omerale che entra nel canale midollare, oppure protesi omerali di rivestimento della testa omerale, dove la parte metallica è rappresentata da una calotta che sostituisce esclusivamente la testa omerale senza invadere il canale omerale.
  • Protesi totali: sostituiscono sia la parte omerale che la parte scapolare (la glena) dell’articolazione della spalla. A loro volta possono essere divise in anatomiche, cioè che sostituiscono l’articolazione conservando la geometria articolare, oppure inverse, cioè protesi che appunto invertono la geometria articolare posizionando una parte protesica convessa sulla porzione concava della glena ed una parte protesica concava sulla parte convessa dell’omero.

Quali sono i vantaggi?

La protesi di spalla inversa sta diventando negli ultimi anni probabilmente la protesi di spalla più impiantata (soprattutto nelle fratture della testa dell’omero dell’anziano), questo grazie alla sua particolare geometria articolare che, invertendo i bracci di leva muscolari, permette alla spalla di elevarsi e funzionare anche in assenza del suo motore principale: la cuffia dei rotatori. Questa tipologia di protesi, infatti funziona principalmente grazie all’utilizzo del muscolo deltoide. Si capisce quindi come questa tipologia protesica è indicata sia nelle fratture complesse della testa omerale, dove la ricostruzione dei frammenti ossei e dei tendini della cuffia dei rotatori è molte volte difficile se non impossibile, sia nella patologia degenerativa della cuffia dei rotatori associata ad artrosi gleno-omerale. L’età del paziente dovrebbe essere generalmente over 65 o comunque “low demanding” in quanto è comunque una protesi che se utilizzata in maniera impropria (sport-sollevare pesi, attività lavorative pesanti) potrebbe avere dei problemi di durata nel tempo e fallire per scollamento della parte glenoidea dall’osso.

In cosa consiste l’intervento?

La fase di preparazione è chiamata pre-ospedalizzazione, nella quale il paziente è sottoposto a tutti gli esami e le visite pre-operatorie; dopo di questa, se viene giudicato idoneo per l’intervento, il paziente eseguirà l’operazione. Viene ricoverato generalmente il giorno stesso dell’intervento. Il ricovero per impiantare una protesi di spalla inversa dura generalmente 3-4 giorni. L’intervento dura circa 1 ora - 1 ora e ½, l’incisione è di circa 10 cm ed è localizzata nella regione anteriore o laterale della spalla. Il paziente esce dalla sala operatoria con un tutore o tasca reggi-braccio. La fisioterapia inizia immediatamente e consiste con una mobilizzazione passiva, cioè coadiuvata da un fisioterapista, della spalla, del gomito e della mano. Tali movimenti dovranno poi essere ripetuti dal paziente anche quando sarà dimesso dall’ospedale. Il tutore verrà portato circa 15-21 giorni, il tempo necessario perché avvenga una buona cicatrizzazione della cute e dei tessuti sottostanti incisi durante l’intervento. Durante tale periodo, comunque, il paziente potrà togliersi il tutore per eseguire, appunto, la fisioterapia. Generalmente dopo 1 mese sarà in grado di elevare il braccio fino all’altezza della testa, limite che comunque talvolta potrà arrivare a superare nei mesi successivi.

spalla di una ragazzaÈ bene ricordare che comunque non dovrà più sollevare pesi eccessivi per tutta la vita proprio per non sottoporre la protesi inversa a forze che potrebbero provocare il suo fallimento. Come tutta la chirurgia anche le protesi di spalla possono avere delle complicanze, la più temibile è l’infezione della protesi che purtroppo sottopone il paziente a nuovi interventi mirati a pulire e a volte a sostituire la protesi infetta con una nuova protesi, fortunatamente sono complicanze rare (circa 1% dei casi) ma comunque sempre possibili. Altre complicanze possono essere l’instabilità o lussazione della protesi, ematomi, deficit di forza dei muscoli della spalla. Tutte le complicanze vengono comunque discusse e spiegate al paziente nella fase di pre-ospedalizzazione ed elencate nel consenso informato che il paziente firmerà insieme al chirurgo ortopedico.

I risultati dell’intervento sono soddisfacenti?

I risultati della protesi inversa di spalla sono molto soddisfacenti. Come per tutta la chirurgia protesica è fondamentale spiegare bene al paziente cosa dovrà aspettarsi dalla sua nuova articolazione, senza creare false aspettative ne inutili allarmismi. Nella patologia artrosica degenerativa generalmente fornisce un eccezionale recupero dal dolore e la soddisfazione del paziente è notevole. Come avviene per la protesica d’anca i risultati, invece, più variabili e talvolta meno soddisfacenti riguardano le protesi di spalla su frattura. Questo dipende dal fatto che nel trauma è difficile eseguire una programmazione pre-operatoria accurata e a volte l’impianto protesico che abbiamo a disposizione non riesce a riprodurre l’anatomia della spalla precedente al trauma. In questi casi è buona norma avere anche una radiografia della spalla controlaterale come immagine di riferimento. La protesi inversa nel trauma degli anziani ha comunque dei risultati di gran lunga migliori rispetto alle protesi di spalla parziali o cefaliche.

Ortopedia e Traumatologia a Pisa