Ragadi anali: come riconoscerle e trattarle?

Pubblicato il: 16/09/2024 Editato da: Serena Silvia Ponso il 07/02/2025

Le ragadi anali sono piccole lacerazioni che si formano nella mucosa del canale anale, causando dolore e disagio. Questo problema è piuttosto comune e può riguardare persone di tutte le età, con una maggiore incidenza tra gli adulti. Per tale ragione è importante saperle riconoscere e trattare, grazie all’aiuto del Dott. Renzo Zaffarano, specialista in Chirurgia Generale.

Cause delle ragadi anali

La causa principale delle ragadi anali è il trauma meccanico durante il passaggio delle feci. La stitichezza cronica, che porta all'espulsione di feci dure e voluminose, è uno dei fattori più comuni. Tuttavia, anche episodi di diarrea prolungata possono provocare danni al tessuto anale, rendendolo più vulnerabile. Le ragadi possono anche svilupparsi a causa di infiammazioni locali, come nel caso di malattie infiammatorie croniche intestinali (ad esempio il morbo di Crohn).

Sintomi delle ragadi anali

I sintomi principali includono:

  • Dolore anale intenso: Il dolore è più acuto durante o subito dopo la defecazione e può durare per diverse ore.
  • Prurito: Sensazione di fastidio o bruciore nella zona anale.
  • Sanguinamento: Può verificarsi un leggero sanguinamento, solitamente visibile sulla carta igienica o nelle feci.
  • Irritazione locale: La zona può apparire infiammata e irritata.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi delle ragadi anali è generalmente semplice e viene effettuata tramite un esame fisico da parte del medico. Durante l'esame il medico osserva la presenza di lacerazioni nel canale anale. In alcuni casi, possono essere necessari esami supplementari come un'anoscopia, per valutare eventuali danni più profondi o altre condizioni sottostanti.

Trattamento delle ragadi anali

Il trattamento delle ragadi anali può essere di tipo conservativo o, nei casi più gravi, chirurgico.

Trattamento conservativo

Nella maggior parte dei casi, il trattamento iniziale è conservativo, con l'obiettivo di ridurre il dolore e favorire la guarigione della lacerazione. Alcune misure includono:

  • Miglioramento della dieta: Aumentare l'assunzione di fibre e liquidi per ammorbidire le feci e prevenire ulteriori traumi.
  • Creme e pomate: L'uso di creme locali a base di anestetici o cortisonici può alleviare il dolore e ridurre l'infiammazione.
  • Bagni tiepidi: I bagni di acqua tiepida possono rilassare i muscoli dell'ano e ridurre il dolore.
  • Dilatazioni anali: le dilatazioni servono a ridurre l'ipertono sfinterico, che è alla base dell'insorgenza delle ragadi. Dopo un periodo di terapia con dilatatori calibrati si potrebbero avere ottimi risultati che vanno da un notevole decremento del dolore, fino alla guarigione della ragade.
  • Evacuazione regolare: È importante evitare la stitichezza adottando una dieta equilibrata e, se necessario, l'uso di lassativi leggeri.

Trattamento chirurgico

Se il trattamento conservativo non porta a risultati dopo alcune settimane, o in caso di ragadi croniche, potrebbe essere necessaria la chirurgia. L'intervento più comune è la sfinterotomia laterale, che consiste in un'incisione parziale dello sfintere anale per ridurre la tensione muscolare e permettere la guarigione della ragade.

La prevenzione è importante

Per prevenire la formazione di nuove ragadi anali è essenziale mantenere una dieta ricca di fibre e bere molta acqua. Un altro aspetto importante è evitare lo sforzo eccessivo durante la defecazione, adottando abitudini regolari e un corretto uso della toilette.

A quale specialista rivolgersi?

In caso di sospetta ragade anale, puoi rivolgerti al Dott. Renzo Zaffarano attraverso il suo profilo Top Doctors. Il nostro esperto in Chirurgia Generale sarà in grado di diagnosticare correttamente la tua condizione e suggerirti il trattamento più adeguato, sia esso conservativo o chirurgico.

Chirurgia Generale a Genova

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