Rapporto difficile genitore-figlio: qualche suggerimento utile

Rapporto difficile genitore-figlio: qualche suggerimento utile

Editato da: Giulia Surace il 12/01/2021

L’adolescente ha un suo proprio modo di vivere e pensare: lo scopriamo insieme alla Dott.ssa Piera Rosso, esperta in Psicologia a Torino

Quali sono gli sbagli da evitare per evitare rapporti complessi?

L’adolescenza è un periodo della vita straordinario, ma al contempo rappresenta una fonte di disorientamento. Una falsa credenza riguarda il fatto che l’adolescenza caratterizzi solo un periodo in cui il soggetto è immaturo e che non ci sia altro da fare che attendere che il teenager “cresca”; spesso all’adulto può risultare a volte sconcertante o addirittura privo di senso il comportamento dell’adolescente. Tuttavia, non bisogna concepire l’adolescenza come una sorta di “prova di resistenza” perchè è riduttivo ed è proprio in virtù di questo periodo importante della vita che i ragazzi possono esprimere le loro potenzialità al meglio. Il lavoro dell’adolescenza, cioè il mettere alla prova i propri limiti, avere voglia di fare nuove esperienze eccitanti, può essere cruciale per costruire le basi per lo sviluppo dei tratti fondamentali del carattere che permetteranno di vivere da adulti un’esistenza colma di senso e spirito d’avventura. Obiettivo del genitore è che l’adolescente sia messo nella condizione di partecipare attivamente al proprio iter evolutivo al fine di incrementare la sua capacità di fare scelte mature e quindi tendere alla “libertà” dal nucleo familiare. Dunque i genitori, da un lato, affrontano la difficoltà di percepire in modo corretto i bisogni espressi dai figli, dall’altro restano un fondamentale punto di riferimento e appoggio. Per riuscire ad affrontare e superare con serenità ogni fase del suo sviluppo psichico e sociale, l’adolescente ha bisogno della comprensione dei suoi genitori. È importante che il genitore cerchi di non costruire il figlio che lui avrebbe voluto avere ma lo aiuti a crescere secondo i suoi ritmi e le sue potenzialità. Viene messo in atto un processo dinamico di cooperazione quando il genitore non rinuncia al proprio specifico ruolo per diventare amico del figlio, ma accetta e promuove il progressivo svincolarsi del figlio ponendosi con autorevolezza e assertività. L’adolescente, in sintesi, ha un forte bisogno di essere ascoltato, creduto, accettato, vuole l’adulto vicino a sé perché si sente fragile e confuso, ma, allo stesso tempo, vuole un atteggiamento rispettoso della sua crescita.

Che tipo di linguaggio dovrebbe usare un genitore?

Il genitore di un adolescente dovrebbe essere guidato da alcuni principi, alcuni di questi li troviamo di seguito tratti dal libro di A. Pellai “Questa casa non è un albergo!: Adolescenti istruzioni per l’uso”.

  • Un figlio non è indifferente, anche se può apparire tale; per lui conta molto ciò che dicono o fanno i genitori;
  • Un figlio che attraversa il periodo dell’adolescenza ha bisogno di genitori che siano un padre e una madre e non un amico o un’amica;
  • L'adulto dovrebbe modificare il suo comportamento, e il suo modo di fare il genitore;
  • Quando il figlio presenta dei cambiamenti, il genitore dovrebbe tenere questi ultimi in considerazione, cogliendoli come segnali che vogliono significare una conquista della sua autonomia;
  • L’adulto dovrebbe accogliere le nuove richieste del figlio senza considerarle come pretesti per allontanarsi;
  • L’adulto dovrebbe considerare che mediante nuove esperienze, l'adolescente vuole trovare il suo posto nel mondo;
  • L’adulto dovrebbe usare in modo chiaro frasi del tipo: 'Sono orgoglioso di te!' quando si manifesta un raggiungimento di un buon risultato del figlio;
  • Nei casi in cui il genitore è esasperato; è utile lasciare passare la notte e comunicare a vostro figlio cosa avete deciso (possibili sanzioni, castighi) il giorno seguente;
  • L’adulto non dovrebbe buttarsi in liti furibonde e evitare permessi che sembrano eccessivi per il figlio: la libertà non va data in un blocco unico ma va fatta raggiungere gradualmente;
  • L’adulto dovrebbe evitare di fare ricatti di tipo morale in continuazione ('Così mi farai venire un infarto!'), o di agire in maniera autoritaria sempre, giocando a braccio di ferro per ogni cosa. Questa maniera di comportarsi diventa una fase in cui la crescita è in una lotta senza frontiere in cui viene minata la stima dell'adolescente.

Come relazionarsi con il mondo virtuale e i vari social?

La rete ha provocato cambiamenti della maniera di vivere e di pensare, favorendo una riduzione delle relazioni personali vissute faccia a faccia aumentando di contro quelle web. Esse assumono sembianze patologiche solo se non sono più in funzione della realtà ma tendono a sostituirla. Ciò che sembra nella norma per chi dalla nascita si è trovato nell’era digitale, creascendo in essa, crea in noi in primo luogo diffidenza piuttosto che curiosità, perché da sempre l’ignoto desta allarme e preoccupazione. Molti genitori sono preoccupati per il tempo che i figli trascorrono sul web/cellulare sottraendo tempo alle relazioni in famiglia o agli amici nel mondo reale. Trovandosi disorientati i genitori tendono a rispondere imponendo restrizioni, punizioni o ricatti che si rivelano poco utili. Questa situzione può indurre a mettere in atto atteggiamenti di controllo, creando l’aumento della distanza dall’adolescente che non accetta di buon grado compromessi o controlli sovraimposti, specie se a sua insaputa.

Come relazionarsi riguardo alla sua privacy?

È utile relazionarsi rispettando lo spazio e l’intimità dei ragazzi, domandando incuriositi cosa stia facendo o pensando ricevendo così risposte più o meno soddisfacenti le nostre aspettative. Ciò di cui non si parla appartiene alla sfera dell’intimità che ognuno di noi ha diritto a proteggere. Nel sentire il desiderio di colmare la distanza, i genitori si trovano a sorvegliare di nascosto i loro figli. L’azione di spiare i figli possiede in sé un pregiudizio di colpa, inducendo una percezione alterata e un’interpretazione di ciò che si osserva. Ciò può amplificare un allontanamento ulteriore dovuto ad un’interpretazione distorta della realtà, frutto della posizione da cui si guarda. Spesso il controllo è più dannoso per coloro che lo attuano piuttosto che per chi lo subisce inconsapevolmente, in questo modo l’osservare di nascosto può dare l’illusione di prestare le dovute attenzioni ai nostri figli, ma in realtà può contribuire ad un’ulteriore perdita di intimità nei loro confronti. Relazionarsi con un soggetto adolescente vuol dire prima di tutto accettare che possa essere così distante e che non sempre è possibile attrarre l’attenzione da parte sua. Questo non dovrebbe impedire al genitore di continuare a comunicare con il proprio figlio per promuovere la ricchezza della comunicazione diretta e per accompagnarlo nel riconoscimento delle emozioni proprie e altrui, processo che spesso viene bloccato dall’utilizzo dei social.

Psicologia a Torino