Relazione tra pemfigoide bolloso e gliptine

Autore: Dott.ssa Cinzia Mazzanti
Pubblicato:
Editor: Sharon Campolongo

Negli ultimi anni si è dimostrata una relazione tra gli inibitori della Dipeptidil Peptidasi-IV (DPP4) o gliptine, farmaci utilizzati per curare il diabete, e il pemfigoide bolloso. Secondo lo studio svolto, le gliptine inducono la comparsa del pemfigoide bolloso. Scopriamo in questo breve articolo in che cosa consiste tale patologia e come gli inibitori DPP4 rappresentano un fattore di rischio

Che cos’è e come si manifesta il pemfigoide bolloso?

Si tratta di una patologia autoimmune con andamento cronico che si caratterizza per l’insorgenza di lesioni bollese a contenuto sieroso o sieroematico che compaiono sulla cute spesso in associazione a lesioni orticarioidi. Tale patologia colpisce prevalentemente gli anziani.

Le bolle e vescicole possono avere varie dimensioni e sono spesso accompagnate da un prurito intenso.

Le zone del corpo interessate includono il tronco e le estremità ma i si possono presentare anche a livello del cavo orale, degli occhi, del naso e dei genitali.

Il decorso del pemfigoide bolloso è di solito benigno, con periodi di remissioni spontanee alternati a recidive. Si possono distinguere due fasi:

  • Fase iniziale o orticarioide: si caratterizza da chiazze eritematose associate ad elementi pompoidei molto pruriginose e viene spesso diagnosticata come orticaria o eczema;
  • Fase conclamata o bollosa: si caratterizza dall’insorgenza di grosse bolle tese o vescicole, che evolvono in erosioni o croste.

Come si diagnostica?

La diagnosi di questa patologia avviene tramite una biopsia cutanea per l’esecuzione dell’esame istologico e dell’immunofluorescenza diretta su cute. È utile eseguire anche l’immunofluorescenza indiretta su siero e la ricerca degli anticorpi per BP180 e BP230.

Tramite queste indagini si può fare una diagnosi accurata nell’ambito delle patologie bollose autoimmuni.

Ciò è fondamentale per differenziare il pemfigoide bolloso dal pemfigo volgare, poiché quest’ultimo presenta una prognosi diversa e a volte peggiore.

controllo della pelle

Come viene trattato il pemfigoide bolloso?

Sulla base della gravità ed estensione della malattia, si impiegano i seguenti trattamenti:

  • Corticosteroidi per via topica
  • Corticosteroidi orali
  • Farmaci immunosoppressori

Spesso nella fase inziale per curare tale patologia si utilizzano corticosteroidi sistemici e topici. Qualora fosse necessaria una terapia di mantenimento si può valutare l’impiego di diversi farmaci con effetto immunosoppressore.

Qual è la relazione tra il pemfigoide bolloso e le gliptine?

Secondo recenti studi, è stato dimostrato che i pazienti che seguono un trattamento con inibitori della DDP4 presentano un rischio più elevato di sviluppare il pemfigoide bolloso. 

Anche nei nostri studi è stata dimostrata un’importante associazione tra l’assunzione di gliptine e l’insorgenza del pemfigoide. 

Si tratta di una segnalazione molto importante perché il paziente che assume gliptine è un paziente diabetico con spesso associate altre patologie dismetaboliche.

L’insorgenza di una patologia bollosa, che costringe il Dermatologo curante ad utilizzare farmaci cortisonici o immunosoppressori, crea un’aggravante sul paziente già fragile per il diabete con possibile peggioramento della sua patologia iniziale.

Ciò comporta spesso un circuito vizioso con associati problemi gestionali e terapeutici.

Per tale motivo ritengo che la pubblicazione del nostro lavoro sia importante. La speranza è che possa contribuire a prevenire la concomitanza di due patologie importanti nello spesso paziente.

Dott.ssa Cinzia Mazzanti
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